venerdì 13 aprile 2018

Rampage - Furia animale: la nostra recensione del nuovo film di Brad Peyton con Dwayne "The Rock" Johnson



Non molto tempo fa diedero in mano a Brad Peyton un disaster movie su un elicottero che cercava di salvare la sua famiglia (e sporadicamente il resto della popolazione) dal drammatico distaccamento di una nota faglia che riguarda il continente americano. Il film si chiamava San Andreas e deluse molto chi si aspettava per un attimo di vedere al cinema la trasposizione di un noto capitolo della saga videoludica del Gran Ladro d'auto della Rockstar Games. Poi però ebbe un incredibile successo. Perché Peyton aveva una grande idea alla base del progetto: prendere un action-hero dal corpo gigantesco come The Rock e infilarlo in un piccolo elicotterino per quasi tutta la durata del film. La gente era incuriosita su come effettivamente potesse The Rock muoversi su un sedile piccolo piccolo che lo faceva sembrare un adulto a cavalcioni di una giostra per bambini.


L'idea comunque piacque molto, così per un nuovo disaster movie in uscita per il prossimo luglio, Meg, che da noi arriverà con l'originale titolo di Shark - il primo squalo (perché il titolo originale probabilmente avrebbe deluso chi si aspettava in sala una biografia di Meg Ryan), anche il nerboruto Jason Statham sarà per molto tempo alla guida di cockpit molto piccoli (di elicotteri, mini-sottomarini e roba varia).


Ma dietro al ruolo dell'elicotterista in San Andreas c'era molto di più che "spazi ristretti per muscoli troppo grandi". C'era un idea forte: far percorrere a The Rock il cammino cinematografico dell'eroe impegnato che anni prima aveva già percorso Steven Seagal con Inferno Sepolto: impersonare un eroe che per vivere svolge un lavoro improbabile per un action hero.


Così dopo il mitico burocrate - eroe di Seagal, Jack Taggart dell'EPA, l'agenzia per la protezione dell'ambiente, Dwayne Johnson è pronto a vestire i panni di Davis Oyoke, un "primatologo". Cioè un tizio che studia il comportamento delle scimmie tipo Sigurney Weaver in Gorilla nella nebbia. Solo che mooooooooooooooolto più credibile. Il nostro Rock preferito sarà così alle prese con un Gorilla Albino di nome George, impersonato con il motion capture di lusso Weta (Signore degli anelli, King Kong, l'ultima trilogia del pianeta delle scimmie) da Jason Liles, che ha già interpretato digitalmente il corpo di Ryuk (la "voce" era di Dafoe) nel Death Note di Netflix (che non ho ancora visto non avendo Netflix, ma di cui mi dicono tutti un gran male, e spero non per colpa di Liles). Quindi The Rock gira Gorilla nella nebbia, dramma sulla comprensione uomo-animale girato in qualche amena oasi WWF protetta? Più o meno, anche se Rampage richiama di più l'atmosfera della WWF del Wrestling, mettendo in scena scontri finti tra colossi che si picchiano tra di loro. Solo che detti colossi sono mostri giganti (tra cui lo scimmione albino George, mutato e reso enorme da spietati esperimenti governativi illegali su cui The Rock indagherà) che si picchiano nel centro di una città americana perfettamente ricostruita per essere perfettamente distrutta, seguendo grosso modo il "canovaccio" di un per lo più dimenticato videogame della defunta Midway Games del 1986, che per l'appunto si chiamava Rampage. Se con San Andreas Brad Payton andava per un attimo a illudere i fan di Gran Ladro D'auto, con Rampage arriva proprio a far incazzare lo storico regista di filmacci Owe Boll, che più di recente del 1986 aveva girato già tre film con il nome branderizzato di Rampage (che in fondo significa in inglese "furia", andando bene anche come titolo per un film con Vincenzo Salemme... tipo "Rampaaagne!!"mi immagino). Boll è incazzatissimo come sempre e già mi immagino che parta presto per proporre a Peyton di volerlo sfidare in un incontro di pugilato, come è solito fare per sconfiggere i suoi nemici più spietati (i critici cinematografici). Ma alla fine cos'era 'sto Rampage della Midway del 1986? Questa roba qua...


Dopo tre minuti di mostri che abbattono palazzi e mangiano omini vi assicuro che diventa una palla assurda. Ma che altri giochi erano usciti nel 1986? Era questo il top del gaming? Beh, il 1986 era in fondo l'anno di Out Run, di Zelda, di Castlevania, di Arkanoid, di Bubble Bobble, di Defenders of The Crown, Wonder Boy, Ikari Warriors, Dragon Quest... in sala giochi iniziavano a farsi le code dietro a dei capolavori assoluti dell'intrattenimento videoludico del domani e a casa (per lo più dei giappi, ma pure Commodore e Spectrum avevano le loro carte da giocare) iniziava a girare roba da paura.
Rampage no. Rampage nei posti che bazzicavo era sempre senza fila, dimenticato in un angolo impolverato a fianco di Dragon's Lair (che costava un botto e per lo più era "spiato" da lontano). Era un po' una poverata senza storia e senza futuro. Sceglievi un mostro tra un uomo lupo, un lucertolone o un Gorilla e facevi punti tirando giù palazzi e soldatini. E basta. Forse è l'idea stessa di impersonare un mostro gigante, lento e ultra-distruttivo a non aver mai suscitato su di me e su tutte le persone che ho incontrato nella mia vita un particolare fascino. Se sei enorme in un videogame tutto il resto è grande quanto zanzare e le zanzare non le ho mai trovate troppo divertenti. Nel gioco non fai che schiacciare zanzare e poco altro il divertimento non mi hai conquistato troppo anche se il chara design era carino, anche se gli omini erano buffi. Comunque Rampage di Midway ha prosperato per anni e anni, reinventandosi a dire il vero molto poco di titolo in titolo, ma piacendo a un sacco di gente, gente che non conosco, fino a che qualcuno ha deciso di farci un film. Questo film, cavalcando l'onda dei film sui mostri giganti che tanto piacciono in questi tempi. San Andreas di Peyton era divertente, fracassone, indovinava due o tre scene pur essendo abbastanza, drammaticamente, "stupidino". Qui mi attendevo la stessa solfa in fondo, e non sono arrivato troppo lontano alla fine. Però come tamarrata è una tamarrata che si lascia vedere. Tanto assurda quanto divertente, un c-movie stile Syfy channel, ma ultra pompato e irresistibile nel suo essere seriosamente auto-ridicolo. Un fumettone (nel senso più buono, indulgente e ingenuo del termine) davvero divertente. Puro trash, adatto solo se amate / sopportate il genere al punto da non sentirvi truffati dopo la visione per due ore di un film su uno squalo a sei teste. Roba da apprezzare se ubriachi, roba genuinamente sgangherata.


Lasciate da parte il nuovo King Kong, Godzilla, Pacific Rim e state con i pieni ben piantati per terra in una ipotetica seconda serata su "Cielo" per il ciclo "Mostri e catastrofi". C'è qui tutto il pacchetto del "film di merda low budget". Attori anche interessanti e bravi che compaiono in due scene per poi sparire (Joe Manganiello, Breanne Hill). Personaggi ultra - sopra le righe e senza senso (Jeffery Dean Morgan che per tutto il film va in giro con cinturone da cowboy con pistola argentata senza un perché). Dei cattivi che vogliono conquistare il mondo scemissimi a capo di un "palazzo dei cattivi" di 80 piani rigorosamente vuoto (la risolutissima e fumettistica Malin Akerman e un tizio che fa il suo fratellino scemo). Un love interest per il protagonista dal passato non sviluppato e competente "in roba tecnologico / scientifica" varia (Naomi Harris). E poi ci sono le scene con i mostri, che per quanto gradevolissimi e quasi ben realizzati (oggettivamente l'unico selling point per l'home video) si muovono in ambienti amorevolmente posticci e fasulli senza dare mai l'impressione di esistere davvero per un minutaggio rigorosamente ridotto e per una spettacolarità depotenziata del 70%. E poi i militari "generici", che in ogni film di merda sui mostri a basso budget non possono mancare mai, sempre con la fissa di sparare per primi, di tirare bombe e di far volare in cielo il solito aereo fatto a trapezio che sgancia le atomiche. E infine la nota sensazione che in tutto il mondo ci siamo solo sei persone che interagiscono tra di loro e che alcuni recitano più ruoli vestendo vestiti diversi. Ma lo ripeto, questa è tutta roba che il film vuole fare con determinazione, rigore e un rispetto dei topoi classico/orribili quasi maniacale. Anche perché gli effetti speciali, la fotografia e la confezione non è libera quanto un film sul barracuda volante qualsiasi. E poi c'è The Rock che vuole fare il suo Gorilla nella nebbia. Per me è il punto più riuscito di tutto il pacchetto in fondo.
The Rock interpreta il primatologo medio: un tizio che sa pilotate elicotteri d'assalto, ha un file da agente blackops impegnato in questioni internazionali, è esperto di sopravvivenza, scalata estrema, uso di armi pesanti in zone di guerriglia, diplomazia e tattica, con un paio di esami dal dottorato in fisica neuro-biologica e medicina impossibile. In più parla con i Gorilla attraverso un linguaggio dei segni fluidissimo che rasenta il contatto diretto neurale per velocità di comprensione. Questo trasforma il film in alcuni momenti quasi in Figli di un Dio minore. Avete presente?


Immaginate in locandina The Rock che arruffa i capelli di una scimmia gigante
Il rapporto tra il nerboruto personaggio di The Rock con la scimmia albina George ha radici profonde che ci vengono narrate in molto più tempo di quello che desidereremmo assistendo a una pellicola sui mostri giganti. I due scherzano, riflettono sul loro posto nella comunità e nel mondo, gestiscono fraternamente i conflitti inter/specie, scherzano come due liceali un po' scemi. E credetemi è bellissimo, perché The Rock ha una naturalezza e ingenuità fanciullesca incredibile nel parlare con quello che è in fondo un tizio in calzamaglia che grugnisce.
E il tizio a quattro zampe è bravo da sembrare una scimmia albina gigante vera, con buona pace del dinosauro e del lupo, che sono forse troppo abbozzati. George e The Rock sono un team e sono amici che si danno il pugnetto dopo aver detto una battuta divertente, che sottolineano nei gesti i concetti di "famiglia", "amici", "tu mi hai salvato non io", con una veemenza a cui era arrivata solo la Disney in Lilo e Stich. Si vogliono bene e noi gli vogliamo bene, così che patiamo un po' il momento in cui George per via di uno strampalato artificio di sceneggiatura deve diventare cattivo e può salvarsi solo se assume una speciale variante di un antidolorifico da banco famoso in compresse ricoperte di gelatina rossa. Ci piacciono The Rock e George anche perché il loro è un rapporto paritario. Non è che l'action hero samoano usi il suo amico per spostarsi o per affrontare gli altri mostri (risvolto narrativo davvero inaspettato). Ognuno fa il suo. George con stazza e pugni. The Rock con elicotteri, jeep, pistole e granate che trova lungo la strada come in un videogame. Fratelli. Se vivessimo nel mondo dominato dalle scimmie del pianeta medesimo, Rampage sarebbe il blockbuster estivo e avrebbe sessanta seguiti. Cesare avrebbe approvato.


E chi sono io per non dare a Cesare quanto è suo? In sintesi. Rampage è un interessante film c-movie ad alto budget fatto con tutti i crismi dei film brutti per vocazione. È divertente, sganascione, assolutamente innocuo e non sovversivo per andare bene pure a un pubblico di scuola primaria e fila via senza sosta accumulando scene senza senso e buchi di sceneggiatura "voluti". In una scena clou Rock deve salire un palazzo di ottanta piani, ha un elicottero che potrebbe atterrarci sopra ma lo parcheggia al piano terra per fare tutto a piedi. E di scene così il film è pieno. Il film trolla sapendo di trollare. A chi giova tutto ciò? A me che sono riuscito a divertirmi. Ma voi sarete altrettanto coraggiosi? Riuscirete a sospendere la vostra incredulità come una motosega riesce a dividere in due uno squalo volante? 
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Giudizio sintetico: una stronzata così tamarra da risultare quasi simpatica, ma comunque una stronzata.

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