mercoledì 11 aprile 2018

Bob e Marys: la nostra recensione di un film sullo stile della Blum House con Rocco Papaleo e Laura Morante.



Il film di Francesco Prisco "mette strizza". Poi ci fa pure divertire tra le righe, in poche e sparutissime righe, ma soprattutto mette strizza. Il film descrive / interpreta una strana urban legend legata delle pratiche della malavita attiva nell'Italia, conosciuta come "la coppatura". In pratica se un povero disgraziato acquista casa in una zona abbastanza sfortunata, potrebbe ricevere una visita poco desiderata da parte di loschi figuri. Questi gli porteranno in salotto dei pacchi da custodire, trasformando l'abitazione in un autentico deposito a cui accederanno diverse volte nel corso della settimana. Esiste una "coppatura leggera", in cui sono coinvolte poche persone per poco carico e poche visite, che si può concludere nel giro di qualche giorno. C'è poi la "coppatura pesante", in cui tutto è moltiplicato e non è certo che i proprietari della casa alla fine del "servizio magazzino" restino vivi. Chiamare la polizia sembra inutile e in alcuni casi può far credere agli agenti che i proprietari di casa siano complici dei delinquenti. Anche solo parlarne con qualcuno è pericoloso, perché c'è sempre qualcuno dei criminali in zona o un ascolto con le sue talpe. Si dice che molti misteriosi omicidi - suicidi di famiglie apparentemente normali siano dovute all'interrompersi di un servizio di coppatura. 
Il film parla di una coppatura pesante.
Rocco Papaleo e la Morante hanno deciso di cambiare casa per permettere alla figlia di vivere nel loro appartamento insieme al futuro marito. Il trasferimento è anche un'esigenza impellente in quanto Maria, il personaggio della Morante, è ossessionata dal fatto di vedere ovunque per casa dei bacarozzi. Roberto, il personaggio di Papaleo, sogna invece di tornare a vivere in una roulotte come quando era giovane e passa tutto il giorno nostalgicamente a parlare con radioamatori che hanno deciso di vivere su quattro ruote. La nuova piccola casetta in cui Maria ha deciso di vivere è in una brutta periferia, ma sembra ci siano vicini simpatici e in fondo per loro due "va bene". Poi arriva la coppatura, e il film si fa subito pesante. I loschi tipi che entrano nella nuova casina della coppia sono pericolosi e per niente buffi e nonostante il film cerchi sempre, affidandosi anche alle molte frecce comiche di Papaleo, di raccontarsi come leggera commedia surreale, l'intento fallisce e si respira aria pesante come catrame. Roberto e Anna all'inizio giocano con questa situazione, cercano di trasformare il loro incubo domestico in una specie di ritorno alla trasgressione adolescenziale. Si chiedono cosa conterranno mai pacchi, se aprendone uno potranno cambiare vita, se riusciranno a nasconderli dalle telecamere del vicino di casa impiccione e dall'occhio poco sveglio del genero che per lavoro fa la guardia giurata. Roberto troverà la grinta per opporsi a un capoufficio cretino. Maria da psicologa non proprio "modello", cercherà di forzare un ex detenuto che ha in carico a raccontarle i trucchi del mestiere. Si sentiranno dei piccoli "criminali vivi" al posto della triste coppia di "borghesi morti/dentro" che viveva nella casa di prima. Ma queste suggestioni non bastano a sollevare la coltre di tensione quasi kafkiana in cui entrambi sono precipitati. 
Il film per me ha e mantiene tinte Horror, senza alcuna voglia di schiodarsene o chiosare con il più classico dei "volemose tutti bene". E per questo più che la classica commedia all'italiana mi ha ricordato Get - Out : Scappa di Blum House allo stesso modo in cui Brutti e cattivi di Cosimo Gomez mi ha ricordato i film di Alex de Iglesia. Se questa nuova commedia italiana ama sempre più contaminarsi con i generi, come ne è un esempio anche Smetto quando voglio, devo ammettere che mi piace molto, la trovo stimolante e con qualcosa di anche nuovo da dire, ma forse il film di Prisco non funziona commercialmente al cento per cento. Gli interpreti sono bravi, l'atmosfera è abbastanza claustrofobica da essere credibile, lo stesso spunto narrativo è "potente" e a un produttore oculato potrebbe pure dare la spinta per arginare in termini di franchise. Un produttore oculato potrebbe ragionare sul fatto che "si deve poter ridere di più", magari stereotipare i cattivi fino a renderli dei mascheroni da slasher Horror (io di base gli averi messo in testa le maschere di pulcinella, Maradona e Nino d'Angelo). Un produttore più oculato poteva usare questi e altri mezzi per rendere più paradossale la situazione, per fare in modo che il film non affogasse nel realismo più cupo che poi come spettatori ci si porta a casa. Un film piccolo, lineare e forse pensato senza troppe pretese, ma con un buon ritmo e una interessante carica thriller che gli dà decisamente qualche punto. 
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