giovedì 8 marzo 2018

Vengo anch'io - il film di Corrado Nuzzo e Maria Di Biase - la nostra intervista telefonica!




Abbiamo visto "Vengo anch'io", il primo film scritto, diretto e interpretato dalla coppia Nuzzo Di Biase. I due attori hanno un sodalizio artistico di lungo corso, che si è espresso nei programmi di culto della Gialappa's Band e in Zelig, sono su Radio 2 nella ciurma di Blackout e ora cercano di affacciarsi al cinema anche come autori. Il loro film è un piccolo e sincero, quasi intimo, viaggio lungo le autostrade d'Italia che quattro personaggi "acciaccati dalla vita" compiono insieme per uno strano gioco del caso. Con l'ironia caustica che da sempre è marchio di fabbrica della coppia, il gruppo affronta, in una cornice di surreale normalità italica on the road (imperdibili un Francesco Paolantoni romagnolo doc o la farmacista Ambra Angiolini che caldeggia l'uso delle droghe pesanti in luogo dei farmaci antidepressivi), anche delle tematiche sociali importanti. Si svelano nei personaggi aspetti tanto profondi che inaspettati e di colpo ci si accorge che ci si sta commuovendo più che ammazzarsi da ridere. Abbiamo parlato di questo aspetto curioso della pellicola con Nuzzo e Di Biase, che sono stati così gentili da rilasciarci una intervista telefonica.

Nuzzo: Pronto?
Talk0: Pronto? Parlo con la signora Di Biase o con il signor Nuzzo?
N: Sono il signor Nuzzo!
T: Buon giorno signor Nuzzo, sono Paolo e scrivo per un piccolo blog di cinema che si chiama Le conseguenze del troppo tempo libero.
N: Che è bellissimo ah ah ah. Mi piace! Già mi piace! (ride)
T: Grazie! Ho visto il film!
N: Bene! E...?
T: Ed è interessante! È un film che parla di tanti argomenti sociali e mi ha anche sorpreso un po', devo essere onesto. Forse perché mi aspettavo qualcosa di molto più divertente e spensierato, magari (rido). E invece sa essere molto melodrammatico, ma in senso per me positivo! Quindi mi è piaciuto da quel punto di vista! 
N: Si'. Abbiamo alla fine mischiato molto questo aspetto con la comicità. Si ride ma c'è anche una vena più malinconica e poetica che ci piace.
(intanto raggiunge l'apparecchio anche Maria Di Biase) 
Di Biase: Ciao! Sono arrivata ora!
T: Buon giorno signora Di Biase. Vi do del tu, del voi, come mi regolo? 
D: Come vuoi!! Ma dacci del tu, ovviamente!
T: Va bene! Stavo dicendo a Corrado che il film per me non è male soprattutto perché sa essere anche qualche volta drammatico. Non pensavo che questa componente venisse fuori quasi più di quella comica e invece l'ho trovato un approccio particolare, che per me dà un punto in più al film. 
D: Anche secondo noi! Ci eravamo immaginati dei personaggi molto borderline, molto particolari. La loro emotività durante la recitazione è venuta fuori quasi da sola. 
N: Ci hanno sorpresi!
T: Da dove nasce questa epopea on the road di un gruppo formato da un assistente sociale aspirante suicida (Corrado Nuzzo), da una ex carcerata (Maria De Biase), da un ragazzo affetto da sindrome di Aspeger (Gabriele Dentoni) e da un'atleta di canottaggio salentina (Cristel Caccetta)? E qual è il più sventurato? Forse l'atleta salentina? 
D: L'idea del film nasce dal voler raccontare il "diritto alla felicità" che dovrebbe avere ogni essere umano. Anche quello che si sente più disperato o ha vissuto una vita difficile ha diritto alla felicità e gli può capitare di trovarla quando riesce a fare gli incontri giusti...
N: ...che non sono poi gli incontri migliori! Perché non devono per forza essere gli incontri migliori quanto gli incontri che possono trovare una rispondenza con il tuo passato e...
D: ...anche farti vedere, sotto una luce diversa, sia te stesso che la tua vita, che magari fino a lì ti sembrava che non girasse proprio. Ognuno di loro ha una grande difficoltà a comunicare con gli altri e allora ci è piaciuto mettere accanto al mio personaggio e a quello di Corrado un ragazzo con la sindrome di Asperger che avesse difficoltà a comunicare proprio in ragione della sua malattia. In realtà tra tutti i personaggi lui risulta quello messo meglio tra tutti noi. E funge un po' da grillo parlante...
N: ...infatti abbiamo dato a lui il compito di aprire e chiudere il film. Ci tenevamo e questo personaggio specialmente, lo adoriamo. È quindi un viaggio on the road... un "piccolo" viaggio on the road. Loro partono quasi senza valigie. Maria ha questa busta di plastica gialla e basta. È un viaggio poco organizzato, ma abbiamo cercato di riempirlo di sentimenti. E sono sentimenti positivi soprattutto! Perché i personaggi sono sì borderline, però alla fine hanno un'anima.
T: Nel film si vede quasi una famiglia in costruzione a cui partecipano attivamente i quattro personaggi. Mentre la loro "famiglia di base" in tutti i casi appare un po' disastrata c'è una voglia di "riassemblarsi in corso".
N: Sì, è una cosa un po' rivoluzionaria e sembra strana, ma in fondo è il "rimedio della nonna" (ride). I personaggi hanno bisogno di stare insieme, di credere al fatto del gruppo...
D: ...la puoi chiamare famiglia come la puoi chiamare in un altro modo, però è un sentimento di amore che li tiene insieme e che permette ad ognuno di loro di superare le debolezze...
N: ...per noi una famiglia non è solamente una famiglia di sangue, quanto un luogo in cui si può stare insieme per superare le difficoltà. Loro poi non trovano una vera pace...
D: ...non è che trovano una "grande felicità" alla fine quanto una quiete. Alla fine si acquietano. E vuol dire tanto, quando sei una persona agitata o hai vissuto male fino a quel momento. 
T: Ho trovato una certa tensione tra i personaggi, di tipo intergenerazionale. Le illusioni dei personaggi più giovani (il ragazzo con l'Asperger, Aldo, e la ragazza che fa canottaggio, Lorenza) che si scontrano con le certezze/disillusioni degli adulti (Quelli di Maria e Corrado). Abbiamo quindi il personaggio di Aldo che ha molta fiducia nel fatto di essere intelligente e di non poter mai mentire (e quindi essere in questi termini un "puro").
D: ...la cosa bella secondo me nella costruzione del personaggio di Aldo è che non abbiamo voluto "mettergli addosso" tutti gli stereotipi che in genere le persone (come il personaggio di Paolantoni) attribuiscono a chi è affetto da Asperger. Aldo pensa di essere bravo in matematica, ma durante il viaggio scoprirà di avere altre qualità. È bello quando gli altri considerano che tu sei geniale per una cosa quando invece tu scopri di essere geniale e unico per un'altra.
T: C'è però della tragedia all'ingresso di Aldo nella vita adulta. Mi ha colpito il fatto che fa diciotto anni, un attimo dopo brucia la casa, si ritrova da solo, non riceve il regalo del padre e da allora non può più sapere se mangerà puntualmente alle 13 di ogni giorno. Con la vita adulta in qualche modo "muore la sua serenità". 
N: Vero! C'è una certa scena in cui si festeggia un certo successo dei giovani quasi per "circostanza". Infatti il mio personaggio subito dopo aggiunge: "sono giovani..." (ride) e Maria aggiunge: "sì sono giovani... credono ancora all'amicizia". I nostri personaggi sono disincantati e disillusi, ma anche attraverso gli occhi di quei giovani i nostri personaggi un po' scoprono o riscoprono che la vita ha un senso. Soprattutto il mio personaggio, che all'inizio del film non dà più alcun significato al senso della vita... questo gruppo di squinternati lo porta a distrarsi da questa negatività e a cercare per una volta di vincere ..
D: Non spoilerare!! (ride)
T: Una cosa che mi ha colpito, non so dove la avete trovata, e complimenti, è il canottaggio usato come metafora esistenziale. Il fatto di andare avanti guardando indietro, una specie di costruzione del futuro sulla base di un passato che è stato edificato prima (insieme ad una famiglia unita, anche se può essere valido solo per chi ha avuto la fortuna di avere un tale passato felice). È un'immagine che voi puntate in parte a scardinare. 
D: Viene da un aforisma che abbiamo trovato su internet. "La vita è come il canottaggio, per andare avanti bisogna guardare indietro". Abbiamo cercato l'autore ma non lo abbiamo trovato. Appena abbiamo trovato quella frase abbiamo pensato: "Nel film dobbiamo metterla su qualche muro!" (Ride)
N: Abbiamo voluto fare in modo che il racconto fosse scandito da delle frasi scritte sui muri. Capita tutti i giorni di leggere sui muri delle frasi e qualche volta queste possono avere una rispondenza con quello che tu sei quel giorno, con l'emozione che provi. La abbiamo trovata una cosa interessante. È nato tutto perché avevo visto una scritta sulla facciata del carcere di Roma, che quando siamo andati per girare era stata già tolta...
D: ...durante un sopralluogo avevamo visto una vecchia foto del carcere con la frase: "è inutile che vivi fuori se sei morto dentro"...
N: ...e da lì ci è venuta l'idea di proseguire il corso del viaggio scandendolo con delle frasi. Come "Dio ti odia, noi pure. Un'altra che mi piace molto è "Non accettate sogni dagli sconosciuti", che avviene subito dopo l'incontro di Aldo con il padre, interpretato da Alessandro Haber. 
T: Ma quindi avete fatto rimettere la scritta sopra al carcere? 
D: Abbiamo provato a proporlo, ma alla fine lo abbiamo fatto in post produzione (ride). 
T: Parliamo un po' della scena topica del film. Un quadro quasi botticelliano con Corrado Nuzzo che nudo abbraccia un albero. (ridono). Come è stata scelta la location?
N: Lo abbiamo fatto solo perché il film esce l'8 marzo!! (ride)
D: Era per invitare le donne a non andare a vedere quegli squallidi spogliarelli ...
N: Vieni al cinema e vedi un vero uomo (ride)
D: ...un vero uomo che cerca di acquietarsi facendo silvoterapia...
N: ...è una scena che serve per raccontare il contrasto che vive all'interno il mio personaggio. È uno che vuole mangiare benissimo per evitare il colesterolo ma poi ha manie suicide e si inventa questa silvoterapia che è una cosa quasi surreale da come sta combinato. (ride) 
T: Spero che comunque l'albero fosse consenziente.
D: Per me poco (ridono).
T: Diciamo che è stato preso un po' sul momento. Ci sono molti attori, come abbiamo già citato Haber, che prendono parte in piccoli ruoli nella pellicola. C'è Francesco Paolantoni, Aldo Baglio... C'è un ricco cast di supporto, oltre ai ragazzi molto bravi che avete scelto per i ruoli di Aldo e Lorenza. 
D: Si', c'è anche Ambra Angiolini e molti altri che si sono prestati anche per piccolissimi cammei. Loro sono stati bravissimi e hanno accettato volentieri, erano contenti del lavoro. 
N: È stato per noi un grande attestato di stima, non smetteremo mai di ringraziarli.
D: Non so se segui i nostri social, stiamo in questi giorni pubblicando dei video che abbiamo realizzato con loro. Per gioco ognuno di loro ci offende e parla male di noi. Facciamo l'anti-pubblicità (ride). 
N: Stiamo seguendo anche in questo il nostro modo di essere. Siamo scorretti, ma di una scorrettezza sana. (ride).
T: Adesso cosa farete "da grandi", dopo questo film.
N: Vorremmo fare una vacanza e poi farne subito un altro. Il sogno è quello perché fare questo ci è davvero piaciuto tanto. Noi facciamo radio, TV, tantissimo teatro. Ci siamo approcciati a questa nuova esperienza umilmente e speriamo di aver tirato fuori un prodotto credibile. Noi lo amiamo questo prodotto...
D: Non lo chiamare prodotto che è brutto! È un'opera! 
N: Noi amiamo moltO quest'opera e quindi ci siamo esaltati molto...
D: ...siamo contenti del risultato e sentiamo che ci rappresenta. 
T: Direi che ho tutto! Grazie mille per la cortesia e di questo tempo che mi avete dato.
N+D: Grazie anche a te

Nessun commento:

Posta un commento