martedì 27 febbraio 2018

Vita da vampiro - What we do in the shadows


La recensione della Horror - comedy di Jamaine Clement e Taika Waititi - una bella idea per una "doppia visione" insieme all'imminente home video di Thor Ragnarok



- Sinossi fatta male: Com'è la vita di un vampiro? Un perenne e struggente dramma greco sul tormento del sangue, la seduzione decadente, la lotta contro la luce e contro altre similari creature tragiche, licantropi in primis? Forse. Certo qualcosa di vero c'è, di sicuro i film a qualcosa si ispireranno, ma quella non è davvero la routine di tutti i giorni. Per la maggior parte  i vampiri potranno poi essere di fatto dei solitari e decadenti nobili che vivono in castelli diroccati, ma c'è tra loro gente che ha cercato di modernizzarsi e, per esempio, ha scelto di andare a vivere insieme in un appartamento in Nuova Zelanda. Non sempre le cose sono facili, soprattutto quando i vampiri sono nati in epoche diverse. Ti ritrovi in casa un vampiro di ottocento anni che parla poco, dorme in cantina e non pulisce mai la sua stanza dal sangue e viscere delle sue prede. Se c'è un uomo del Medioevo, quello potrebbe amare vestirsi con terribili pellicciotti alla Vin Diesel, esibirsi in terribili balletti folcloristici e non avere nessun rispetto per i turni di pulizia in cucina. Se hai in giro un vampiro "ribelle e dannato", questo potrebbe considerare eccitante raccontarti di come ami trasformarsi di notte in un cane per fare sesso nel parchetto. Se poi c'è un vampiro dandy vittoriano amante del pulito, preparati perché potrebbe facilmente deprimersi se quando morde al collo una vittima, pur essendosi premurato di coprire i mobili per non sporcarli, gli capita di beccare una arteria che schizzerà  irrimediabilmente di sangue tutta l'abitazione. 

In effetti i vampiri moderni hanno anche più problemi che i "classici". Se non vengono invitati, i vampiri non possono entrare nei locali notturni e, se vestono e si comportano come dei matusa, nei locali più fighi non li fanno proprio entrare. Dei servitori poco attenti possono fare casini con la spedizione della bara e il vampiro può girovagare per anni come un bagaglio abbandonato. E poi le donne che chiedono sempre di essere trasformate in immortali, le trasformazioni che con l'età non funzionano più bene, i problemi a rimorchiare le vittime con internet, i nuovi vampiri che fanno i fighetti come in Twilight, quei Rompipalle fanatici dei cacciatori di vampiri... Insomma, ci sono un sacco di casini per i vampiri moderni. Certo i licantropi se la passano pure peggio, con i loro corsi per il controllo della rabbia, i pantaloni della tuta che si rompono nella trasformazione; l'uso delle parolacce che scalda troppo gli animi quindi è vietato. Ma stiamo sui vampiri. Per capire come se la passano davvero una piccola troupe ha deciso di realizzare un documentario per svelare una volta per tutte cosa fanno questi figuri mentre stanno all'ombra del mondo.


- La miglior commedia horror da un casino di tempo e manco me la fate uscire al cinema? "Chi diavolo è Taika Waititi? Portatemi la sua testa!! Thor non può essere buffo!! Thor un dio metal!" Questo è un po' il commento più pacato dello spettatore fan-indignato-medio dopo la visione del cinecomic Thor Ragnarok, diretto proprio da Taika Waititi. Il fan-indignato-medio probabilmente è uno che ha magari saltato le storie di Peter Milligan, Walter Simonson, Garth Ennis, Mark Millar (omissis)... e quindi, impreparato, ci è rimasto male al fatto che Thor potesse "anche" essere un eroe divertente. Chi non è uscito di sala da fan-indignato-medio invece si è divertito parecchio con l'approccio action/comedy dell'ultimo Thor (alcune scene sono per me davvero spassose), andando a ricercare magari qualche altra opera di Waititi in home video, senza trovarla. Ci viene incontro Midnight Factory, che va a recuperare questo What we do in the shadows, tradotto in modo scarsamente fantasioso e opaco in Vita da vampiro. Ed è una bomba, ve lo anticipo già da ora, uno dei film più divertenti che ho visto negli ultimi anni. Waititi e Clement prendono almeno quattro degli archetipi vampireschi più noti (diciamo anche cinque, ma non voglio fare spoiler). Il vampiro Viago (Waititi stesso) e il vampiro Deacon (Jonathan Brugh) sono i dandy decadenti alla Ann Rice, il vampiro Vladislav (Clement stesso) è il succhiasangue per antonomasia di Bram Stoker, il vampiro Petyr (Ben Fransham) è un pelatone sinistro dalle parti di Murnau, il vampiro Nick (Cori Gonzales-Macuer) con la sua voglia di volare per aria e vestirsi da ragazzino sembra uscito dall'opera migliore di Joel Shumacher e ama "giocare con il cibo" come i "ragazzetti" di Stephanie Meyer. Insomma, qui stiamo facendo la summa e la sintesi della storia della letteratura e del cinema "vampirico", con un'ironia e genio non inferiori a quelli di Wright e Pegg in Shaun of The dead e quasi in zona Mel Brooks. Perché non si scappa, tra momenti di finta epicità, vita comune e satira pungente, i nostri vampiri sono tutti degli amabili cretini, perennemente fuori dal loro tempo, goffi, pure teneri, molto autoironici e con i piedi così piantati per terra che te li potresti trovare in coda alle poste. Si ride e a fine visione si vuole ricominciare, in loop, segnandosi le battute più divertenti e i momenti più scemi. 
C'è un'assurda musica gitana di sottofondo, stile Bregovic, che unita a una scenografia e a costumi amabilmente dimessi fanno sembrare di trovarsi in un film di Kusturica. C'è poi la tecnica di ripresa e lo stile narrativo da mokumentary, che continua a inseguire una assurda logica realistica (anche con una tecnica di ripresa artigianale ma rocambolesca, per quanto "buffa") che non fa che accrescere la ilare follia del tutto. C'è una scena, quando i vampiri per picchiarsi tra di loro si trasformano in piccoli e incazzati pipistrellini grandi quanto palline da tennis (e che si comportano quasi di conseguenza), che è da mettere di diritto nell'antologia del cinema. Ma il film di cose così ne è pieno. Se non siete degli eterni "musoni", questo è un film da non perdere per nessun motivo. C'è ironia, tenerezza, molta "umanità", attori davvero bravi è una regia serrata, complice e divertita. In fondo anche in Thor Ragnarok Waititi fa lo stesso. Prende degli dei spaziali fuori dal tempo e li caccia nel nostro mondo moderno, mettendoli davanti al fatto che ora "vivono lì ". E se sono conosciuti e amati come delle rockstar (sulla Terra e non) è naturale che inizino a sentirsi tali, rinnovino il loro lessico e inizino a ragionare sul fatto che ora sono quasi dei wrestler, destinati a combattere prima o poi con un tizio verde. Vederli passare "da divinità a wrestler" per alcuni spettatori è stato un passo troppo grosso, ma per me ha favorito a mettere in luce l'umanità dei personaggi. Esattamente come accade a questo manipolo di sfigati e dolcissimi vampiri che vivono sotto lo stesso tetto in Nuova Zelanda. 
Midnight Factory confeziona un bell'home video, con all'interno l'ormai consueto libricino pieno di curiosità sulla produzione della pellicola. L'immagine è molto buona, peccato che oltre il trailer non ci siano altri extra sul disco. Ma il fatto che sia arrivato in Italia (al di fuori del circuito dei festival), seppur in stra-ritardo, è una vera manna. 
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