giovedì 19 gennaio 2017

Sfondamento dei cieli - Gurren Lagann


Mondo del domani domani. L'uomo non ha trovato la via dello spazio, vive ancora sull'amato pianeta azzurro, anche se non è più in grado di vederlo alla luce del sole. Salvo pochi temerari, vive nell'oscurità, nel sottosuolo, come una talpa, tra gallerie buie e villaggi simili a formicai che lui stesso scava, grazie a delle trivelle a mano. La sopravvivenza è difficile, ma la speranza rimane incrollabile e a colpi di trivella si scoprono strade che portano a nuovo luoghi e uniscono tra loro i villaggi e i sopravvissuti. La terra offre ancora all'uomo i suoi frutti e le sue risorse, gli permette di sopravvivere con i corsi d'acqua, lo difende con la sua conformazione rocciosa, lo tiene lontano dai mostri che si aggirano sulla superficie del pianeta, gli uomini bestia. Creature simili ad animali antropomorfi dotate di tecnologie straordinarie e sempre a caccia di prede umane. Esseri forti e inarrestabili, che si muovono all'interno di robot corazzati dall'aria un po' cretina ma minacciosa chiamati Gunman. Ma sottoterra qualcuno non li teme. Kamina è un ragazzotto decisamente tamarro, uno scavezzacollo pasticcione ma anche un autentico concentrato di "palle". Non ci sta a stare sottoterra, vorrebbe andare a prendere a calci i mostri e reimpossessarsi del nostro pianeta. Non ha un piano che non sia cretino (una scala volante fatta da "cinghiali" per raggiungere la superficie non è un piano...) non ha i mezzi, anche se ha raccolto un discreto numero di seguaci tra i più giovani del suo villaggio. Ma vuole farlo comunque e il suo entusiasmo è contagioso. Simon è un tipo timido e introverso, non crede di sapere fare tante cose ma una gli riesce bene, scavare. E' giovane, gracilino ma determinato e tutto il giorno, senza mai lamentarsi,  scava cunicoli su cunicoli che possano servire alla sua comunità. I due si rispettano e stimano. Kamina è pazzo ma Simon gli vuole bene, anche grazie al contorto sistema che Kamina usa per infondergli un po' di autostima. Una cosa folle ma profonda che suona tipo: "Non serve che credi in te stesso ma credi in me, perché io crederò sempre in te". Se Kamina è un grande "incantatore di uomini", ha quindi il carisma del capo popolo ed è pronto ad una incosciente e mal gestita rivoluzione, Simon lo scavatore è il perfetto "uomo concreto", che tace e lavora per il bene comune, il perfetto Boris Stakhanov. Fino a che un giorno non trova un autentico tesoro. Una trivella che irradia una strana luce. E subito dopo si imbatte in un altra reliquia formidabile, quella che sembra la testa di un robot. In realtà poi il robot è davvero "tutto lì". Una testona che aperta la "calotta cranica" dà accesso a un posto di comando non più grande di una Smart. Non c'è nemmeno un vero corpo da attaccare al testone, perché dallo stesso fuoriescono delle gambette e delle braccine un po' tristi. Una cosetta abbastanza sfigata ma che incredibilmente  grazie alla trivella misteriosa "parte". Si può usare!




In un rapido susseguirsi di eventi Kamina e Simon riescono ad arrivare in superficie, superando le perplessità del capo villaggio. Di colpo incontrano per caso la bella sniper Yoko, che combatte contro i Gunman con il suo mega fucile di precisione e non ha paura di vivere in superficie. Lei diventerà presto la loro musa e i tre decideranno di partire per reclutare un esercito. In poco tempi pure Kamina riesce ad impadronirsi di un robot, buttando fuori l'uomo bestia che lo comanda. Un robot che è un po' come lui, un tipo "senza testa ma tutto palle".
Al quale però appone i suoi "segni di riconoscimento" dei giganteschi occhiali da sole e la bandiera che si è creato da solo, un teschio fiammeggiante.
Ma è qui che si scopre un inaspettato potere ulteriore della trillerà lucente e del misterioso robottino di Simon. Il piccolo testone può combinarsi con ogni altro robot creando un'arma bellica più potente. O anche solo agganciare una catapecchia per farne una roulotte che cammina. Dalla fusione dei veicoli di Kamina e Simon nasce così il Gurren Lagann, un robot così potente da mettersi a capo di un esercito di Gunman guidati dai terrestri, l'ultima speranza dei terrestri per riconquistare il loro mondi sottraendoli dagli uomini bestia. Ma questo sarà poi un bene? Perché gli uomini erano finiti sottoterra? Gli uomini una volta "liberi" non torneranno infine a compiere quegli stesso sbagli che in passato li hanno condotti alla rovina?




Gainax nel 2009 portava agli estremi la sua anima underground e sovversiva, quella nata da FLCL ed evolutasi in Gunbuster 2, mettendo in scena un anime dal tratto esageratissimo che esteticamente risultava il parto folle tra il genere robotica classico fine '70 (da Getta Robot a Zambot 3) e la graffiti art moderna. Uno stile unico, potente, eccessivo, squisitamente sgraziato e quindi ottimo per un contesto satirico-umoristico, che ha subito diviso le platee. Per quelli che ritenevano che Gainax fosse "solo Evangelion" cioè tratto raffinato, paesaggi realistici, mecha design chiaro, coerente e "fattibile", con forti tributi ad armi e veicoli esistenti vedere le immagini di Gurren Lagann è stato come osservare l'anticristo negli occhi. Personaggi dinoccolati sopra le righe che sembravano usciti da One Piece, congegni meccanici assurdi e illogici, scenografie irrealistiche e in genere una totale disinvoltura (per non dire "una sonora pernacchia") nei confronti di ciò che era scientifico o pseudo-scientifico. Gurren Lagann era pura potenza visiva senza costrutto, un atto di ribellione verso le gabbie mentali che hanno portato il genere fantascientifico robotico a parlarsi troppo addosso, in ragione di procedurali seriosità estetiche a discapito di un messaggio più alto, in genere accantonato a canovacci più rodati e logori. E questa rottura di schemi ha permesso a questa opera di esprimersi con autentiche "metafore firewall", cose folli e uniche. Parimenti nonostante la trama avesse parecchi nodi drammatici, fosse commovente quanto per nulla scontata, l'impostazione generale dell'opera era (come il tratto grafico) fortemente satirico - umoristica, almeno per un buon 70%. Insomma, se amate solo la fantascienza "seriosa" e ultra - deprimente e avete in particolare odio i robottoni anni '70 dall'animo semplice e dai "colpi finali", che più che astronavi da guerra erano armature metafisiche dei protagonisti, quest'opera potrebbe non piacervi da subito. Provate a vedere un episodio o due poi decidete se continuarla o meno. Non scherzo, ho visto un mio amico cadere in crisi epilettica urlando all'anime frasi isteriche. Insomma, il Gurren Lagann porta degli occhiali da sole giganti che usa da boomerang... Ve la sentire di passare sopra a dettagli come questo? Se sì potrete divertirvi con un'opera follemente sopra le righe, che saprà farvi sbellicare quanto commuovere e riflettere. E poi è piena di fanservice...




Non solo tante belle ragazze, ma anche i robot più assurdi ed esagerati di sempre, roba da orgasmo visivo multiplo. Non immaginereste mai fino a che punto potrebbe spingersi l'evoluzione del robottino protagonista, non immaginereste mai cosa potrebbe arrivare ad usare come "armi" nella sua ultima battaglia. 
Gurren Lagann è poi anche  tematicamente, pur nei mille eccessi, un'opera di genere robotico di altri tempi. E anche questo è un dato che farà la scrematura all'ingresso per gli spettatori. Hot blood, nemici implacabili, morti, onore e rivalsa. Ma al di là di tutto ciò che ci piace del "genere" che fu di Goldrake, tra eroi che si sacrificano e cattivi che diventano buoni, mondi da salvare, grandi amori e grandi armi finali, c'è qualcosa di più. Gurren Lagann soprattutto è un'opera che fa riflettere in modo non banale sulla natura umana. Nelle sue poche puntate incontreremo i nostri personaggi ancora imberbi e alla fine li lasceremo anziani, vedremo tutta la loro vita, le loro speranze e i sogni infranti, la loro adolescenza,  maturità e senescenza (guarda che termine ho mollato qui... Per pura bulleria...). Qualcosa che non si vede spesso.
Vedremo tristemente come il mondo abbia dannatamente bisogno di eroi ma alla fine del conflitto, Rambo insegna, non veda l'ora di sbarazzarsene. Anche perché chi sa solo combattere potrebbe non essere un buon capo, anche se ha le intenzioni migliori. L'idealismo è ottimo per porre le basi di una nuova società, quando si combatte contro un nemico comune è facile essere tutti dalla stessa parte, avere una stessa visione. Poi le guerre finiscono e in tempi di "pace" ci si accorge che ci stiamo tutti un po' sulle palle. Che i "burinacci" armati di clava, che sono un po' l'emblema dei soldati improvvisati che combattono qui la guerra contro i mostri di superficie, sarebbe meglio tornassero nelle loro grotte senza fare troppo casino. Che ora gli "adulti" devono amministrare il potere, pur in assenza di quella scintilla eroica dei tempi andato. Non male per un anime robotico stiloso quanto "vintage". Sembra di essere tornati di colpo ai tempi di Zambot, dove gli eroi che combattevano con i mostri alieni, almeno quelli che non morivano, si pigliavano al ritorno della battaglia gli sputazzi in faccia da parte della brava gente comune. Questo capovolgimento di toni si avverte con la seconda parte dell'anime, una autentica cesura temporale tra prima e dopo, la parte dell'anime più pensosa e meno ludica, quella che riesce pur nell'umorismo visivo generale a essere dannatamente seria. Il cambiamento travolge tutto i personaggi con una forza dirompente. Ed è bella, strana e triste l'evoluzione negli anni di un personaggio come Simon. Bello vedere come è cambiata e diventata adulta Yoko, come Kittan si rompa le palle, come Rossiou sia un po' impazzito. Come tanti personaggi inizialmente presentati come macchiette buffe e sopra le righe siamo diventati tanto pezzi grossi quanto reietti ai margini della nuova società. C'è quell'aria triste di dopoguerra tipica delle opere di Leiji Matsumoto, unita a quel suo gusto caricaturale - satirico dei personaggi.




Insomma, dopo tutto il "fight the power" (citazione della colonna sonora rappeggiante), bisogna affrontare anche le conseguenze. Ma su tutto, tristezza compresa, prevale la "bad -assity", l'inno alla forza vitale propria del massimo capolavoro di Ken Ishikawa, Getter Robot (la saga "cartacea" trasposta in parte in anime in Getter Robot - The last days) non semplice citazione (la trivella del getter 2) ma autentica opera - guida per tutto il corso dell'anime, dall'esercito dei robot fino all'apocalittico finale compreso. L'emblema un po' kitch di mondo in cui i robot erano per lo più involucri della forza di volontà dei piloti, che per poter usare un'arma dovevano solo urlarne fortissimo il nome per averla in quantità infinite. Un mondo più semplice e immediato ma depositario di un tratto distintivo importante, dai risvolti squisitamente politici: non si combatte mai da soli. Ed è solo dall'unione di più persone  (getter sta appunto per "unione") che si può costruire una società. Prima o poi la livella sociale torna a muoversi e le diversità si appianano. Peccato che amaramente succeda solo per far fronte a un nuovo nemico comune. Ma chi può dirlo, magari in futuro non sarà più così, forse.
Un'opera che parla quindi anche di politica.
Un'opera quindi molto più complessa di quanto inizialmente appaia. Dove sul finale si vorrebbero meno parole e più botte. Capace di farsi amare tantissimo da alcuni quanto a scontentare altri. Di sicuro un mattone imprescindibile di quella sempre più esigua collezione di anime che ci è concesso di vedere nel nostro paese. Gurren Lagann era uscito qualche tempo fa in due splendidi box dvd e in due film. I film sono di ricapitolazione ma presentano un sacco di scene (e mecha design) nuove. Sono interessanti da vedere perché riescono a mettere in evidenza le due anime del cartone animato. Se amate la parte più "scanzonata" dell'anime potete vedere i primi 13 episodi e poi sintetizzare la seconda parte con la visione del secondo film, dove si parla di meno e si picchia di più e dove si esagera pure le trasformazioni enfatizzando sull'azione a manetta. Se preferite la parte più riflessiva, potete partire dal primo film per archiviare le "bufferie" (vedi episodio 6) e scazzottate della prima fase per poi vedere il secondo blocco di episodi più riflessivi. Ora che Dynit ha tirato fuori i blu ray della serie, ci piacerebbe facesse lo stesso anche con i film, magari in un'unica soluzione. Da sottolineare il prezzo davvero popolare di questo box, intorno ai 50 euro per tutta la serie, con contenuti cartacei extra che non replicano quelli già presentati nella precedente edizione . La qualità video è decisamente alta e il sonoro sempre ottimo. In attesa dei film, un bel pezzo da collezione.
Ed ora le 10 cose mi sono piaciute di più nell'ultima visione integrale di questo anime!
N.10: Attenborough - l'artigliere




Uno dei più Fighi dell'armata Gurren. Un simpatico psicopatico vestito da mimo che è nella postazione dei missili dalla corazzata Dai - Gurren in poi. Continua ad urlare "fuoco fuoco fuoco fuoooco" mentre pigia bottoni. Mi fa ridere come un cretino.
N.9 Rossiu




È una delle pochissime persone sensate presenti nella serie, quasi un asceta, perennemente in balia della stupidità generale dei suoi compagni. E' molto protettivo nei confronti dei piccoli Gimmy e Darry. E' la voce della ragione, in genere non ascoltata più di tanto e quindi involontariamente comica. Ma poi... Diventerà un personaggio davvero complesso.
N. 8 Jorgun e Balibow




Altri cretinissimi-tostissimi piloti di Gunman (i robot della serie "scippati" dagli eroi agli uomini bestia). Si esprimono a fatica e ripetono concetti in modo ossessivo, hanno problemi a capire le cose, ma in battaglia ci mettono un sacco di entusiasmo. Troppo truzzi...
N.7 : l'idiotissimo episodio 6




Siccome i nostro eroi "puzzano", i nemici gli tendono una trappola robotica a forma di... Centro termale. Il novanta per cento dell'episodio è un tentativo continuo di scavalcare il muro che divide i bagni maschili e femminili. attraverso spinte propulsive provocate da immissioni anali di "cose" che permettono ai nostro eroi di decollare di diversi metri e guardare in volo i bagni femminili... Molto giapponese... Nel cofanetto è presente anche una versione censurata dell'episodio per la messa in onda televisiva... chissà perché...
N.6: Boota la talpa




In genere si nasconde in uno dei posti più belli dell'universo. È la mascotte indiscussa della serie e porta occhiali da sole ultra cool.
N.5 : King Kittan




È il Gunman di Kittan, uno dei personaggi più carismatici della serie, un combattente nato spavaldo e irresponsabile (un po' come tutti) Il suo robot a forma di stella ruba sempre la scena, troppo ganzo.
N.4: Lord Genome o Re Spirale




Personaggio chiave della serie, uno dei più belli, le cui vere intenzioni sono all'inizio avvolte dal mistero. E naturalmente non poteva che essere un pelatone culturista dal petto villoso.
N.3: Viral




Uno degli uomini bestia più tenaci, una specie di samurai con un elevatissimo senso dell'onore. Dopo che Simon e Kamina gli hanno rubato l'elmo del suo Gunman Enki, Viral cercherà all'infinito di riaverlo sfidandoli in combattimento. Non è un caso che l'elmo ricordi il classico a mezzaluna indossato dal samurai Masamune Date. Viral è diventato presto uno dei miei personaggi preferiti.
N.2: Nia




Altro personaggio ultra-misterioso e bellissimo che da un certo punto dell'anime arriverà a riscaldare il cuore di qualcuno, dopo uno dei momenti più drammatici della serie. Vorrei dirvi qualcosa di più ma non posso.
N.1: Yoko - Kamina - Simon




La vera magia di questo anime è la sinergia che nasce tra questi personaggi. Simon diventerà l'uomo che si vede nei primissimi minuti del primo episodio grazie a questo legame di profonda amicizia, rispetto e amore. Un rapporto a volte conflittuale, irrisolto e spesso idealizzato, come a volte non corrisposto, spesso infranto da circostanza drammatiche. Le puntate 7 - 8 e 9 sono l'apice di un mix emotivo inconsueto e profondo che splendidamente descrive un percorso di crescita emotiva, facendo direttamente da fionda verso la seconda parte dell'anime, quella più pensosa e adulta.
Ora sarebbe il massimo se Dynit annunciasse pure il film successivo di questo "filone" Gainax, il divertente ed esuberante Kill LaKill. A tutti coloro che non hanno ancora avuto la gioia di vedere Gurren Lagann non posso che augurare buona visione. 

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