lunedì 8 agosto 2016

One-punch man - la prima uscita dell'anime in Italia by Dynit!


Iper-sinossi a opera della opening firmata dal supergruppo dei JAM Project: certo non devo essere io a dirvi chi sono i JAM Project e quanto sono immensi, ma Wikipedia può farlo:


Sappiate che anche per One-Punch hanno sfoderato un dannato capolavoro che per truzzeria e potenza esprime al 1000% lo spirito di questo anime. Pertanto vi invito subito alla visione, correlata ai sottotitoli italiani. Il succo di tutta l'opera è nel testo di questo brano... ed Hironobu Kageyama è figo quanto Brian Johnson...


Sinossi fatta male: Saitama è un deprimente disoccupato con la faccia da "uovo" di venticinque anni che vive nella deprimente città Z, in un deprimente micro appartamento con la sola compagnia di una deprimente pianta grassa (in questo ricorda un po' il Leon di Luc Besson). I fondi per il suo sostentamento (lo finanzieranno i genitori?) devono essere pochissimi o in ogni caso deve essere un deprimente super tirchio, sta di fatto che il nostro eroe ha una vera e propria deprimente ossessione per ogni tipo di promozione  e "sconti tre per due" sui prodotti alimentari pubblicizzati dai volantini dei deprimenti supermercati locali. Saltare una sola offerta comporta in lui assurdi stati di rabbia, depressione, persino fasi catatoniche. Nei pochi deprimenti metri quadrati in cui è racchiuso l'universo quotidiano del nostro eroe c'è sempre accesa la tv. Ma è sempre collegata al canale dei notiziari, "l'occhio" con cui Saitama guarda il mondo. Perché Saitama, il deprimente Saitama, ha un hobby per il quale è fondamentale informarsi in modo fulmineo per subito entrare in azione. Nel suo tempo libero (libero "da cosa" è il vero mistero, almeno per il momento), in un mondo distopico in cui attacchi alieni, meteoriti, scienziati pazzi, organizzazioni segrete e anarchici palestrati ogni giorno cercano di distruggere tutto, Saitama  è il simbolo più forte del bene, il supereroe più forte in assoluto. Colui che indossato un costume giallo e un mantello bianco, abbinati da un daltonico con stivali e guanti rossi, incarna al meglio lo spirito della giustizia e dell'altruismo. Colui che ha preferito a una vita da impiegato quella del supereroe e per farlo si è sottoposto a un super allenamento segreto che lo ha reso calvo. Colui che è diventato tanto forte da essere in grado, con un solo singolo pugno, di porre fine a qualsiasi minaccia. Nonostante  la potenza e tutto il bene che fa per il pianeta,  nessuno riconosce mai il deprimente Saitama per strada, nonostante combatta senza alcuna maschera. Vuoi forse per il deprimente vestito da supereroe, un po' economico e dai colori male assortiti. Vuoi perché steso l'ultimo alieno cattivo arrivato in città lui se ne va diretto, ancora con indosso il costume, nel mini-market più vicino a collezionare i punti fragola. Vuoi perché a lui non importano la pubblicità e le medaglie, è un lupo solitario fiero di esserlo e agisce spesso per pura ebbrezza della lotta. Quello che maggiormente deprime Saitama della sua carriera di supereroe è il fatto che essendo così assurdamente forte non trova alcun godimento nell'affrontare anche le sfide apparentemente più estreme, con gli avversari più forti e apocalittici. Un pugno e tutto finisce, deprimendolo. E dopo aver salvato il mondo, per l'ennesima volta, la sera torna nel suo micro-appartamento, a dare l'acqua alla sua pianta grassa con l'annaffiatoio a forma di elefantino, prima di mettersi a studiare ossessivamente gli sconti del mini market per pianificare le offerte del giorno dopo. La solitudine dei numeri primi alla ennesima potenza. 
Ma qualcosa sta per cambiare! Il cyborg  Genos, un eroe solitario in cerca di vendetta contro cyborg malvagi, dal carattere invero piuttosto deprimente incontra Saitama nella "caccia alla zanzara" più assurda di sempre. Riconosciuto il suo valore, è pronto a diventare suo discepolo e forse unico amico. Ma soprattutto lo informa di qualcosa che potrebbe cambiare la sua vita. Gli eroi registrati, e Saitama non lo è perché non ci ha mai pensato, vengono pagati. 



Di colpo il supereroe pelato decide di andare a farsi conoscere nel vasto e variegato mondo dei tizi in calzamaglia. Diviso equamente tra gente potentissima e pazzi mitomani. 
Ma quindi è un manga/anime deprimente? Assolutamente no, è da spisciarsi dal ridere, crea una certa dipendenza e contiene alcuni dei combattimenti più Fighi che abbia mai visto!

io sarei una immagine cristologica? ma fatela finita!!

Da One a Mad House passando per Murata, perché i tizi in calzamaglia oggi spaccano pure in oriente: Arriva finalmente in home video uno dei più recenti e meritati successi internazionali del fumetto e animazione giapponese. O almeno arriva per quelli che lo hanno prenotato On-line o presso i negozi autorizzati, tutti gli altri sono liberi di deprimersi aspettando una eventuale versione "non deluxe" (che prima o poi arriverà, forse). One-punch Man nasce più o meno nel 2009 come fumetto digitale a opera dello scrittore e disegnatore esordiente One, diventa nel 2012 fumetto cartaceo stra-bello grazie alle matite e allo stile ultra - cinematografico di Murata (già arrivato al quinto volume nella buona edizione italiana by Planet Manga, con la jappo che è arrivata a quota 11 e continua ancora a registrare un successo pazzesco di critica e pubblico) e infine, con la supervisione di One stesso, diventa nel 2015 un anime a opera del prestigioso studio Mad House, diviso in 12 episodi (che coprono più o meno i primi 7 volumi) che vanno a formare una virtuale "stagione 1" (si pensa a una seconda intorno al 2017) che ora Dynit porta in Italia in home video, in tre uscite, dopo la ormai consueta e seguitissima programmazione simulcast sul canale VVVVID. One-Punch Man guida la recente nuova ondata di "manga supereroistici" che sta sbancando un po' ovunque, filone che annovera anche  My Hero Academia, da poco diventato anime per lo studio Bones, e quel bellissimo e purtroppo da noi ancora inedito Tiger & Bunny (Dynit , se ci sei batti un colpo. So che in passato hai rifiutato Tiger & Bunny perché dicevi essere "troppo giapponese"... E lì ci hai visto bene quanto Ray Charles... Ma sei sicura che non venderebbe un botto assurdo ora che al cinema e nei manga siamo nella "Era dei Supereroi"? Pensa che ci sta per girare un adattamento cinematografico Ron Howard, tanto è "giapponese"!!!). 


E' in effetti strano vedere opere giapponesi che riprendono il genere americano per antonomasia e di sicuro questo è il risultato dell'attacco mediatico che ha oggi posto gli eroi in costume ai vertici della popolarità. Ma è interessante vedere come si fondino in modo originale manga e comics. In My hero Academia c'è una scuola di eroi che richiama l'istituto degli X-Men (mi ricorda un bel ciclo di "Wolverine e gli X-Men" con Logan preside) intesa  però come il classico istituto politecnico dove si ambienta il classico manga scolastico di formazione (ovviamente molto action), ma soprattutto dove "i più grandi poteri (qui chiamati "quirk") da cui derivano grandi responsabilità" devono essere passati alla nuove generazioni, perché anche gli eroi invecchiano e forse muoiono (un concetto di Legacy caro anche in DC comics). Tiger & Bunny paragona gli eroi agli sportivi professionisti, facendone costante oggetto di gossip e ricoprendoli di spot sul costume (accadeva anche a Booster Gold della DC...),  ma focalizza l'attenzione su un eroe vecchio e malconcio, quasi alla Rocky Joe, che fa squadra con un giovane fighetto, insegnandogli il senso di sacrificio e i valori di una famiglia. In Tiger & Bunny si legge tra le righe che non c'è troppa differenza tra gli eroi mascherati alla Kamen e i supereroi americani, se non il fatto che i lettori moderni si sono dimenticati di questa connessione. One punch-Man invece prende virtualmente i supergruppi stile la Justice Leage o gli Avengers e ci legge all'interno la società moderna sempre più individualista e raccomandata, quella che bada solo al suo "orticello", cioè l'esatto contrario della logica del "super gruppo" (l'affrontare insieme le minacce più grandi) quanto dell'essere altruisti. Ma da questa premessa ribalta le carte, muovendosi su un solco già tracciato alla grande da Akira Toriyama (Dragonball) e che non dispiacerebbe a Garth Ennis (The Boys). Perché le eccezioni a questa società distorta ci sono, anche se apparentemente agiscono per i motivi sbagliati. 
Di One-punch man sto leggendo ora il fumetto pubblicato da Planet Manga (e leggo in parallelo My Hero Academia della Star Comics. Consiglio anche a voi questa "combo") come sto vedendo ora il relativo anime distribuito by Dynit. Sono partito quindi in stra-ritardo rispetto ai fan duri e puri delle scan e dei sub, ma sono in palla. Saitama è grandioso come un po' tutti gli eroi strampalati di questo mondo. Menzione di stima al "ciclista della giustizia", di cui parleremo più avanti. Mi sto divertendo un casino, come non mi succedeva da un sacco di tempo, ho davvero una voglia maledetta di vedere/leggere nuovi episodi anche se so, mannaggia, che non ce ne sono ancora tantissimi e che One minaccia di essere parecchio lento nel proseguire la storia, se è dal 2009 che scrive e ancora non ne esce una seconda stagione animata da dodici episodi. 


Un anime ultra-dinamico, ultra satirico e con i fighetti che fanno la figura dei fessi.  La prima cosa che mi ha colpito sono i disegni spacca - mascella di Murata, autentici "story board semi-animati" che vengono pedissequamente ripresi in animazione da Mad House scena per scena. Questa è un'opera almeno al 75% "visiva" e infatti il problema ulteriore a una serializzazione lunga è che l'autore ci mette magari tre mesi a disegnare cinematograficamente una storia che poi l'anime si "mangia" in mezz'ora. Visivamente convincono tanto nelle scene action che quelle umoristiche. Le scene action rappresentano orgiasticamente il sogno bagnato di ogni fan dei fumetti action tanto dei manga quanto dei comics americani, dai main-stream agli indipendenti (c'è pure una componente splatter che mi ha fatto pensare a Luther Strode della Imagine comics). Mostri giganteschi che mutano in continuazione diventando più grossi e aggressivi, città rase al suolo con palazzi che cadono ogni tre vignette, roba che esplode, fuoco, fulmini, un caos visivo degno della mezz'ora finale di Man of Steel. E poi c'è la parte grafica "comica" che irrompe in scena sempre dove non ce la sia aspetta, con Saitama che si esibisce in facce da imbecille da antologia e con i peggiori mostri spaziali che da una scena all'altra appaiono come dei pagliacci. La "caccia alla zanzara" del secondo episodio è solo uno dei mille esempi di come action e commedia si amalgamino alla perfezione.  La seconda cosa che mi è arrivata dopo un tale big bang visivo è ovviamente, per esclusione, la trama. Dissacrante a dir poco. Narrativamente One prende l'epica moderna (cosa sono in fondo i comics supereroistici oggi?) e la fa dialogare col mondo reale. Il male di vivere, la politica dei raccomandati, la disoccupazione giovanile e il consumismo. Prende tutti questi problemi e con la forza della satira ci piscia sopra in un modo così godurioso, allegro e ribelle (molto alla Garth Ennis) che è da applauso. Un altro aspetto  che apprezzo è One parla al mondo degli adulti. Si lo so, i perfettini direbbero: "Ovvio, il fumetto è classificato Seinen e non shonen... Ovvio che sia per adulti", ma quante sono di fatto le opere giapponesi che arrivano da noi con un personaggio principale effettivamente adulto, evitando le solite cacchio di trame pseudo-liceali col protagonista ragazzetto pseudo-sfigato piagnone? Per me sempre troppo poche. Per altri invece il personaggio timido- sfigato è così radicato, sclerotizzato nei gusti, che Saitama è stato invece subito sulle palle. Nonostante i grandi numeri delle vendite, perché è un'opera che si prende un po' "a prescindere", Saitama ha quindi diviso il fandom (il resto del cast no, ma lo vedremo in seguito). Saitama è esilarante, liberatorio, autentico. Non è il classico emo, in genere orfanello, bulleggiato, stressante nel solito percorso di crescita tra gioie e dolori, non ha la classica amica gnocca "al di là della sua portata, ma che lui non caga" a fargli da crocerossina, con un grande potenziale inespresso e un'intera vita di gioia futura davanti. Saitama "non c'ha più i brufoli in faccia",  è adulto, incompreso perché vive in un mondo spietato, con la faccia prevalentemente da scemo, senza una donna, abita in un monolocale brutto e c'ha pure il costume da eroe brutto. Si è impegnato, è arrivato al top del top del potenziale ma già non ce la fa più, si annoia, è ucciso dalla routine che ogni lavoro vero comporta, anche quello del supereroe. E per questo è diecimila volte più interessante, almeno per un "vecchio" come me, dei ragazzetti belli e dannati dei manga. Mi ci ritrovo in qualche modo. Ovviamente  alle ragazzine mangofile (almeno che io conosco) non piace quanto un Ken Kenichi o un Eren Jeager, ma per accontentare anche loro il manga gioca la "carta Genos", rendendole comunque contente.  


Saitama in fondo è come il Banana Joe del compianto Bud Spencer. Burbero e un po' infantile ma sempre positivo e invincibile. Uno che con i pugni (uno solo nello specifico può bastare) riesce a mettere a posto non solo il più tracotante dei cattivi, ma anche la più stupida e machiavellica società burocratizzata,  per poi tornare placido al suo nido, come niente fosse, a dedicarsi a mangiare una pentola di fagioli. Completamente al di sopra del sistema (e per questo adattissimo a criticarlo), cosparso di quella ingenuità un po' fessacchiotta che ha fatto la fortuna (e i detrattori) anche di Goku. E ugualmente a come accade in Dragonball il protagonista, uno che è un eroe vero, deve convivere con un mondo nelle mani di eroi "cazzari" stile Mr. Satan. Una intera legione di Mr.Satan malati di notorietà (laddove fare l'eroe diventa un lavoro retribuito e qualcuno è eroe solo a parole) che per alcuni lettori/spettatori sembrano molto più fastidiosi del mostro spaziale più tenace, ma che per Saitama sono semplici "figurine" inconsistenti da abbattere e ridicolizzare a turno. C'è poi tutta una sottotrama che riguarda i danni collaterali dell'azione degli eroi e dei loro doveri con la popolazione che arriva alle menate da panico stile Zambot 3. Un filone che trova un passaggio interessante nell'episodio dell'asteroide. Ma ne parleremo in concomitanza con la seconda uscita home video. 
One-Punch Man diverte. Un casino. Erano secoli che non guardavo-leggevo qualcosa di così leggero, appagante. Demenziale nei dialoghi quanto esagerato dal punto di vista grafico. Malinconico (stranamente e sorprendentemente) soprattutto nella descrizione dello stile di vita dell'eroe. Ludicamente liberatorio, nella capacità narrativa di One, simile in questo al Ryuhei Tamura del divertente Beelzebub, di abbattere tutti gli schemi convenzionali del manga action.

 
Il primo arco narrativo: Questi primi quattro episodi (più due oav speciali, compresi nell'home video, solo sottotitolati in italiano questi ultimi) ci presentano Saitama e il suo "side-Kick" Genos . Ci fanno interrogare, attraverso il capitolo sulla Casa dell'Evoluzione, sulla vera natura dei poteri del nostro eroe. Ci fanno conoscere il ninja fesso (ma fesso solo perché incontra Saitama, si potrebbe dire) Sonic il Supersonico.


Genos è ancora adolescente, disegnato come devono essere disegnati i ragazzi carini e taciturni (stile Rukawa di Slam Dunk), bello e tormentato. Effettivamente appena può cerca di rubare la scena e qualche volta ci riesce. Rappresenta il classico cyborg ultra-tragico alla Kyashan, sguardo triste e continuo senso di inadeguatezza. E se le ragazzine storcono il naso davanti a Saitama, con Genos si rifanno gli occhi. Genos è in effetti il personaggio un po' emo e disperato che "piace di default" e in altre circostanze potrebbe essere lui il protagonista di un manga seguitissimo, magari stile Tokyo Ghoul (e lo dico da fan anche di Tokyo Ghoul!). Ma purtroppo per lui si trova in un'opera dissacrante ed è costretto a fare spesso, proprio per la connotazione drammatica che lo identifica e che qui è veramente fuori posto, la parte del fesso. Un fiume in piena di parole, sempre in toni apocalittici. Seghe mentali infinite su quanto sia debole, su quanto deve essere riconoscente agli altri per essere arrivato dove è arrivato, su quanto deve impegnarsi per vendicarsi di qualcuno che ne ha decretato un tragico passato. E' cosi piagnone e dalla faccia "spenta" che sia nel fumetto che nell'anime c'è un momento in cui pure Saitama non gli sta più dietro. Gli si spegne il cervello stanco di ascoltarlo e lo implora di "sintetizzare" in dieci parole tutta la lacrimevole storia della sua esistenza. Nei combattimenti, pur essendo molto forte e determinato, Genos finisce sempre in pezzi e si trova costantemente a un passo dal premere il pulsante per la sua autodistruzione pur di salvare il mondo. In scene stile Sirio il Dragone dei Cavalieri dello Zodiaco. Di contro Saitama interviene a sabotare ogni spunto drammatico delle disavventure di Genos. Davanti a lui sventa in un minuto una invasione aliena per poi rammaricarsi di aver perso la promozione sul pesce al Lidl. Genos non capisce l'origine della super forza di Saitama e non capisce Saitama "in sé" (c'è a un certo punto una rivelazione sulla forza dell'eroe, ma ha quasi il tono di una truffa!) e annota febbrilmente su un taccuino tutto quello che sente e vede del suo maestro. Dal cibo che mangia alle sue letture dei volantini promozionali dei supermercati, dalla forma dell'innaffiatoio che usa per la sua pianta grassa alla disposizione dei mobili nel mini appartamento. Annota, compie calcoli matematici e fa grafici comparativi nella speranza di scorgere un senso logico che in Saitama non esiste. C'è tutto un oav in cui Genos si perde dietro all'analisi bio-chimica di una patata fritta che il suo maestro stava per consumare in un certo posto a una certa ora. Saitama vede questo girare a vuoto di Genos e cerca di tirare su come può il "cyborg che si sente un eroe inadeguato". Del resto è più grande di lui, è sopravvissuto all'adolescenza e vorrebbe fargli almeno da buon fratello maggiore. Così in tutta buona fede, con poca fantasia ma sentendo di fare qualcosa per aiutarlo, appena può se ne esce con qualche massima profonda, che suona però come una pillola di saggezza da accatto. Gli vomita addosso una tonnellata di ovvietà stile biscotti della fortuna che però sembrano sortire l'effetto giusto, visto che il ragazzo con aria concentrata subito le riporta nel suo taccuino degli appunti.  Genos e Saitama sono quindi una coppia pessimamente assortita, ma che proprio per la loro voglia di avvicinarsi, pur essendo agli antipodi, funziona alla grande. Di sicuro qualche lettrice ci vedrà pure del bromance, io solo tanto spasso.  


Anche Sonic potrebbe essere un personaggio di spicco in qualsiasi altro manga/anime, ma non qui. Ci viene presentato come un super cattivo capace di muoversi a velocità sonica che non si fa problemi a decapitare decine di persone. Belloccio e androgino al punto che all'inizio non è molto chiaro il sesso (se Genos pare Sirio, questo è decisamente Andromeda), quando uccide sfodera un sorriso da pazzo da antologia. 
Se Genos prova a capire Saitama, Sonic invece è ottusamente convinto di poterlo battere, anche davanti alla sua manifesta inferiorità. Per questo inscena uno scontro infinito su chi è più forte, destinato a protrarsi su più numeri e che ovviamente, data la tipologia di questa opera, non può che avere effetti comici. Il tema ricorrente che aleggia su Sonic è la sua virilità, che sarà messa alla berlina incidentalmente da Saitama stesso per poi essere fortemente minacciata dalle attenzioni del mitico supereroe "sesso-dipendente" Pri Pri Prisoner  (nel volume 4 del manga, episodio non presente in questo primo dvd) e poi dal signore degli abissi, che letteralmente lo spoglierà a unghiate. E' un personaggio che potrebbe crescere come antieroe magari. E poi è troppo fesso pure lui, non vedo l'ora che ricompaia. 


Creature frutto dell'inquinamento umano, superuomini sotto steroidi, ibridi umano-animali, criminali con corazze alla Iron Man. Tutti cattivissimi e tutti con qualcosa da dire di importante contro il "sistema". Nel mondo di One-Punch Man sono così frequenti e devastanti  mostri e super criminali vari che per salvare la popolazione ci sono dei veri e propri maxi rifugi antiatomici sempre attivi in ogni città e alcuni supereroi sono impegnati a tempo pieno per combattere nelle zone più calde. E' un mondo pieno zeppo di cattivi.
Ma appena incontrano Saitama tutto cambia e poverini non fanno in tempo a presentarsi ed esporre i loro importanti motivi per la distruzione del mondo che già sono ridotti in poltiglia. Certo a ben vedere sono tutti dei bastardi stragisti, ma fa specie constatare come appena attacchino con il classico "monologo altisonante" vengano letteralmente spiaccicati sul muro, ridotti a macchie di sangue, come zanzare schiacciate. Letteralmente a volte. Nell'anime per lo meno, come "contentino", il mostro appena spiaccicato legge la trama dell'episodio successivo nella preview post titoli di coda, ma il suo ruolo narrativo finisce lì. Se i dialoghi quindi "stanno a zero" in presenza di Saitama, quando l'eroe non è sul teatro dello scontro la situazione si capovolge completamente e i cattivi, anche se dall'aspetto buffo, sono in grado di spingere la trama quasi dalle parti del survival horror. Accennavamo sopra al corpo cibernetico di Genos che spesso si riduce in pezzi e questa condizione esistenziale non è dissimile agli altri eroi che provano a confrontarsi con i cattivissimi mostri di questo anime. Alla fine Saitama arriva, ma nel mentre infuriano zuffe colossali e incerte nell'esito. Mi sento anche in questo tornare ai tempi di Dragonball. Quando Crilin, Gohan e Bulma erano a raccogliere sfere sul pianeta Namecc circondati dall'esercito di Freezer. Ma questo è un tipo di situazione che si vedrà di più nel secondo "blocco di episodi", previsto in uscita all'inizio di settembre, quando entreranno in scena come comprimari di lusso i supereroi schizzatissimi che andranno a costituire un pantheon variegato di incoerente umanità. Da quel punto si andranno ad esplorare nuovi interessanti aspetti dell'essere "eroi". Ne riparleremo.
Questi primi quattro capitoli ci stanno bene insieme, descrivono un unico arco narrativo finito e fanno venire voglia di vederne altri ancora. Le animazioni sono uno spettacolo, la opening è uno spettacolo, i personaggi e la storia pure, ma mi sto ripetendo. Non mi sono dispiaciuti i doppiatori italiani scelti da Dynit e trovo in generale il lavoro della casa bolognese soddisfacente come sempre. 

Commento finale da puro fanboy: non ho la più pallida idea di come andrà avanti questa storia e temo fortemente che deragli dalla sua innata pazzia verso i pallosi binari della normalità degli action più "procedurali" , fatti quasi a tavolino. Per ora il viaggio è magnifico, l'umorismo quello giusto, l'azione esaltante come non mi capitava da parecchio tempo e forse solo di questo dovrebbe importarmi, di quello che provo oggi. Ho sempre amato i comics, soprattutto nei momenti di vita personale più difficili hanno costituito una valvola di sfogo sorprendente. Sono in debito di momenti bellissimi insieme all'Hulk di Peter David, al Daredevil e all'Ultimate Spiderman di Brian Bandis, agli Ultimates di Mark Millar. Confesso che ultimamente mi sono decisamente distaccato dai comics americani più main-stream a causa dell'ossessione attuale di costruire crossover infiniti e inutili, rimescolare i gruppi di supereroi e testate relative fino allo sfinimento e cambiare  continuamente i personaggi di razza e sesso alla disperata e insensata ricerca di un "politicamente corretto". Thor-versione-donna che limona duro con Falcon come in una copertina che gira adesso nelle edicole è decisamente troppo per me. One Punch Man e My Hero Academia mi stanno regalando la "normalità" di seguire dei gruppi di supereroi, senza dover saltare come un pazzo da una testata all'altra tra le mille incoerenze editoriali varie, con delle trame divertenti e disegni spaziali. Ho di nuovo la mia razione di supereroi e tanto mi basta, ma in più i giapponesi sono riusciti a metterci del loro in queste storie e soprattutto One, con One-Punch Man, riesce a illudermi (e spero che questo "abbaglio" duri parecchio) di riavere tra le mani un numero di Dragonball. Aprendo un nuovo albo mi sembra di tornare al 1996, quando ancora pischello di 19 anni, ero già un "pischello attempato", leggevo la saga di Freezer sul numero nuovo appena sfornato, alle 7.05 di un mercoledì mattina. Non vi nascondo che per un nostalgico come me questo è già il massimo e se poi aggiungete che la storia è splendidamente disegnata e divertente, come vi ho già scritto in una milionata di caratteri qui sopra, capite quanto mi stia piacendo. L'anime è in sostanza "il manga in movimento", quasi paro paro, ed è realizzato in un modo estremamente dinamico e appagante, con una animazione che supera di diverse asticelle il piattume sempre più dilagante tra gli anime moderni. Devono averci investito un casino e si vede. Continui campi e controcampi, inquadrature impossibili, disegni definiti, ottimi effetti speciali in computer grafica, fondali molto ricchi. Ottime scene action e ottimi siparietti "scemi". Il regista, Shingo Natsume, non a caso ha diretto anche lo stralunato Space Dandy (che purtroppo e colpevolmente è per ora uscito solo in simulcast), un uguale concentrato di umorismo e pazzia visiva dal ritmo travolgente. Non potevano trovare un uomo migliore per tradurre la "poetica" di One. La ciliegina è poi la opening dei JAM Project, una vera bomba atomica che fa gasare di brutto fin dal primo ascolto.


L'home video: Dynit fa il classico lavoro egregio cui ci ha sempre abituati. Buono l'adattamento e azzeccate le voci. La prima uscita regala un bel box dove contenere anche le altre due, ogni split-case incorpora una copertina da sfilare dall'alto sullo stile de L'attacco dei giganti e ha dentro oltre al dvd anche il blu ray, una cartolina e un bel libretto illustrato con anche delle interviste. La qualità audio e video è elevatissima, considerando anche che il master è recente e "bello pompato". Gli extra comprendono due oav, di una decina di minuti l'uno, dello stesso livello visivo degli episodi, presenti solo in lingua originale con i sottotitoli. Sono molto carini, hanno pure dei "mostri inediti propri" e vanno idealmente a espandere la trama degli episodi. Il prodotto è davvero valido. 

Il patetico pistolotto finale sulla crisi delle vendite, utenti insensibili e bla bla bla, ad uso e consumo di vecchi lettori nostalgici alla quinta birra dopo le due del mattino: Giusto una nota a margine sul sistema di pubblicare l'anime in sostanza solo "su prenotazione". E' un sistema interessante perché permette di recuperare subito i soldi per la lavorazione ma forse castra un po' il mercato, è difficile che si venda per il passaparola e in sostanza questo articolo l'ho fatto nella speranza che su Amazon o nelle fumetterie siano disponibili delle copie in più, per coloro che non sono così informati del mercato. Mi auguro davvero poi che molti "informati" non abbiano preso in considerazione l'acquisto solo in vista di una futura versione home video più economica. Perché quando leggo dalla mia copia numerata che di questa versione di One-Punch Man sono state stampate solo 1.500 copie mi sale davvero una tristezza infinita. Magari sbaglio io, sono un dinosauro che colleziona ancora cartoni animati quando ormai la regola è almeno da 15 anni quella di scaricarli subbati e la "moda del momento" è pagarli su Netfix. Però è un peccato che questo mercato, fatto di tanto impegno e passione, sia così ristretto, senza essere minimamente sostenuto da quelli che dovrebbero essere i fan dell'animazione giapponese in Italia. Anche perché il futuro potrebbe essere triste anche per coloro che sono abituali fruitori di fansub nostrani. Se realtà gigantesche come Crunchyroll iniziano a comprare tutto per tutto il mondo, continueranno a tradurre male come traducono ora se vedranno che il "pubblico non c'è" e la spesa sulla qualità non vale la candela. Forse i più mi risponderanno "tanto ci sono i sub  in inglese!" e avranno pure ragione, ma io ci terrei davvero che realtà come Yamato Video, Lucky Red e Dynit, che negli anni hanno alzato sempre più in alto l'asticella della qualità, pure riuscendo a portare gli anime al cinema, continuassero a esistere. Se la pensate come me e se, soprattutto, il prodotto vi piace, vi invito quindi sempre a sostenere gli editori nostrani.

E che dire della cover della opening a cura del grande  Jonathan Young?




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2 commenti:

  1. E come non concordare sulla postilla finale sull'home video?

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  2. Nonostante tutto, sono felice che la Dynit abbia deciso do dargli una change a questa grande opera!

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