mercoledì 20 aprile 2016

Dylan Dog n. 354 : Miseria e Crudeltà


Londra. Qualcuno vuole male ai senzatetto, li aggredisce nell'ombra e li uccide in modi complicati e rituali come il pazzo del film Seven. Lo chiamano "il fantasma dei vicoli", è inafferrabile, ha l'ubiquità e lascia addosso alle sue vittime una firma sempre riconoscibile: lingotti, collane in perle e dobloni. La polizia brancola nel buio, il fantasma è imprendibile,  ma uno degli homeless, Billy, sa a chi affidarsi. A una sua vecchia conoscenza, un poliziotto che ora è diventato detective e che ora ha studio in Craven Road. Ed è così che Dylan Dog entra in azione, supportato a Scotland Yard da una sempre più collaborativa e complice Rania, libera di "blochizzarsi" in assenza di Carpenter e di passare significativamente più tempo in compagnia dei nostro eroe. C'è forse qualcosa in pentola. Dylan ha il numero di casa privato di Rania, Groucho la tempesta di mail con foto di gattini con il suo Smartphone Ghost 9100, vediamo Rania e Dylan in momenti molto intimi. Prima o poi qualcosa scatterà, anche perché entrambi sono carinissimi in questo numero, ma torniamo alla trama. Se c'è un fantasma che attacca i senza tetto l'unico modo per scovarlo è vivere per strada, insieme agli homeless. Essere costretti a fare l'elemosina anche solo per fare una telefonata, inventandosi giacigli di fortuna per la notte in zone pericolose, combattendo una guerra quotidiana per preservare dagli altri i propri beni migliori, le scarpe, prendere un mare di botte per invasione di territorio altrui. La strada è brutta e Dylan deve starci un bel po', in attesa di scorgere anche lui il terribile fantasma dei vicoli.
Vi pongo un giochino sociologico. Sapete quanti sono i senzatetto in Italia o anche solo nella zona in cui vivete? Non state troppo a pensarci, sparate un numero "a sensazione". Il giochino (un po' infame) non punta ad una corretta rappresentazione numerica di questo tipo di "popolazione", quanto a una "percezione del fenomeno" da parte vostra. La risposta ve la metto qui sotto SPOILER  
i senzatetto in Italia sono 50.000, nella mia zona , Milano, sono da soli intorno ai 3000 
FINE SPOILER  
Che voi abbiate immaginato un numero più altro o più basso, il problema della povertà è uno dei "veri" mostri del nostro tempo e tende sempre più ad allungare i suoi tentacoli. Ce lo ricorda bene Recchioni nella paginetta del Dylan Dog Horror club, ragionando in modo "rock" tanto di povertà quanto di crudeltà umana fornendovi pure citazioni niente male per un tatuaggio sul braccio. Tutti possono diventare poveri da un giorno all'altro, non è un guaio che capita solo "agli altri". L'unico modo di contrastare il fenomeno è essere pro-attivi, allungare la mano ai bisognosi, partecipare a iniziative di volontariato, anche solo offrire il proprio contributo con i banchi alimentari. Così facendo si creerà  una "rete di fronteggiamento" sempre più ampia e in grado di rendere felici non solo i bisognosi, ma anche le stesse persone che si dedicano al volontariato, che troveranno un significato migliore della vita. Un equilibrio migliore del mondo, che la società non è in grado di offrire. E se non abbiamo né tempo né voglia di dedicarci agli altri, dovremmo per lo meno considerare come un tesoro nazionale quelle persone che, sottopagate se non a titolo sempre più gratuito, si mettono a disposizione, anima e corpo, nelle iniziative rivolte al sociale. Soprattutto se rimaniamo inerti di fronte al problema.


Per questo ho un po' di problemi con questo albo 354. Non riesco ad afferrarne il significato. Da un lato, come è giusto e già si è fatto in passato, si parla dei problemi di vita dei senza tetto, cercando di farvi immergere nel loro mondo. Magari in modo un po' didascalico, ma "se ne parla" e per questo è sempre utile farlo, anche perché questo è un fumetto che finisce nelle mani di molti giovani. Non è un mistero che Dylan Dog parli spesso di sociale. Dall'altro la storia ha una deriva davvero curiosa. Una deriva per la quale immagino rimaneggiamenti in corso d'opera, magari per coprire uno sviluppo troppo "forte" 
SPOILER 
comprendo che ci siano persone che utilizzano la beneficenza per farsi vanto, se non per coprire condotte poco limpide, pubblicizzando il loro coinvolgimento  in iniziative umanitarie a monte di un sacrificio economico per loro sostenibilissimo ottengono enorme pubblicità e prestigio, almeno di facciata. E ciononostante non mi sento affatto di demolirle in questo se, qualunque sia il loro "fine ulteriore", con i loro fondi si riescono ad azionare misure concrete di intervento agli indigenti. Ma trovo del tutto inimmaginabile il comportamento, in questo albo, dei due Hennings, madre e figlio, spiegato a pagina 97 come "psicopatologia genetica", senza ulteriori approfondimenti di trama. Non senza un "passaggio ulteriore di trama" che potesse far quadrare la cosa, di cui preciserò dopo. Ok: "è brutta gente". Non sapere perché si comporti in questo modo fa forse, pure, maggiore paura. Ma possono queste persone, per un periodo di almeno 9 anni, dedicarsi a una mensa per poveri, tutti i giorni della loro vita, salvando così la vita di migliaia di persone, con l'unico scopo di trovarsi un alibi per uccidere tre dei senzatetto? Non possiamo capire tanto la loro volontà omicida quanto l'affidabilità quasi decennale del loro impegno sociale  ma "lo fanno", quindi prendiamolo come dato acquisito e non ci curiamo più dei loro problemi mentali. Andiamo all'aspetto potenzialmente più grave. Quali sarebbero le conseguenze della cessazione del loro servizio mensa? La storia, per scansare il dubbio, salva capra e cavoli "morali" con un intervento esterno (la lettera del preside suicida che smaschera l'assassino e lo fa arrestare evitando il confronto diretto con l'eroe) e con una postilla, affidata sempre alla speaker del telegiornale di pag 97 che accenna al fatto che "dopo le scorribande degli Hennings, la fondazione si sarebbe occupata di continuare il servizio mensa". Con questa doppia manovra si lascia di fatto poco a Dylan, giusto un contentino da eroe sul finale. Ma senza interventi esterni e la rassicurazione finale, considerato che gli assassini sono solo "funzioni della macchina del caos" da accettare così come sono, Dylan poteva davvero diventare protagonista forte della storia. Perché si sarebbe potuto trovare davanti a un terribile e interessantissimo (perché nel mondo reale "succede" e perché sarebbe stato davvero il punto più horror del racconto) dilemma morale. Un aggiornamento del dilemma sul "male minore" noto come "del trolley"




Seguendo questo ragionamento, Dylan sarebbe "venuto a patti" con i due assassini per veder garantito il loro supporto al centro degli homeless? Mi sarebbe piaciuto vederlo davanti a una scelta di questo tipo, una scelta che non ha per sua natura una risposta giusta. Qui c'è "troppa delegazione" e contestuale (ricercata) protezione del personaggio da una scelta che, girala come vuoi, poteva essere impopolare.
Poi ci sono un paio di dettagli minori poco chiari, ma secondari. 
Perché le punizioni elaborate tipo Seven, con tortura e marchio dell'assassino? E perché l'homeless a pagina 6 non riconosce chi gestisce, da almeno 9 anni, la mensa dei poveri locale conosciuta da tutti i suoi amici? Ma, ripeto, sono cose secondarie 

FINE SPOILER

Bene, dopo che avrete letto il fumetto vi invito a leggere tutto il casino che ho scritto qui sopra. Fine. 
No dai scherzo. 
Ci metto pure la faccina : ) 
La storia scritta da Simeoni a parte le questioni rilevate nella "zona spoiler" funziona abbastanza come ritmo. E' un giallo da risolvere, che si basa su un gioco di prestigio che sarebbe piaciuto al compianto Wes Craven. Vede un Groucho in ottima forma, battutaro ma anche compagno di vita  unito, in modo sempre più "bromance", a Dylan, nella buona e pessima sorte. Vediamo, soprattutto, l'evoluzione del bellissimo rapporto tra Dylan e Rania. Un rapporto che si vuole fare a piccole tappe come i fidanzamenti seri. Giochi di sguardi, prime osservazioni "anatomiche", complicità, forse le chiavi per aprire il diario segreto. Ci piacciono. 
Belli i disegni di Tanzillo, ci ho visto (poi magari mi sbaglio) delle similitudini con il fumetto argentino. Tavole molto dinamiche cariche di dettagli, belle le due splash page, molto sensuali e ammiccanti Rania e Dylan. Un plauso alla rappresentazione degli homeless, figure credibili e non le caricature dickensiane a cui troppo spesso siamo abituati. Ma Quello a pagina 84 è per me sputato Antonino Cannavacciuolo! Che mi sta pure simpatico e quindi tutto ok! 
Un numero quindi che per me poteva dare qualcosa di più. Una storia che riesce comunque a scorrere e appassionare per il lato più sentimentale. Disegni validi. La copertina di Stano, legata al titolo "miseria e crudeltà" (invero bruttino) mi ha fatto chissà perché venire alla mente i film di Totò. Pure l'assassino misterioso in copertina mi è parso la "forma diabolica" del principe De Curtis. Questa "combinazione" mi ha fatto rimandare la lettura di settimane, non avevo davvero "il coraggio di affrontarla". Ma queste sono mie menate personali. 
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