mercoledì 20 gennaio 2016

Orfani: nuovo mondo - n.3 - Vertigine


Rosa ha trascinato il gruppo di sopravvissuti del cargo clandestino battente bandiera liberiana. Ne ha salvati quanti più poteva combattendo i mostri e i cagnacci robotici della Jiric e ora non ce la fa davvero più, è inerme, mezza morta, trascinata dalle acque di un fiumiciattolo presso forse la bocca di qualche pesce spaziale. Ma Vincenzo e Lora la trovano. E chi sono Vincenzo e Lora? Sono anche loro dei sopravvissuti allo sciagurato atterraggio di fortuna di capitan Caesar (personaggio sempre meno epico e sempre più scemo numero dopo numero, ma a cui vogliamo bene), scaricati come monnezza sulla giungla del Nuovo Mondo prima che il cargo prendesse fuoco sul numero uno della nostra serie preferita. A loro è andata meglio che a Rosa e soci, non sono stato scelti finora come pappa per mostri e sembra stiano già mettendo su una casetta abusiva in riva al fiume. Fiume in cui arriva come un sacco di patate Rosa e rieccoci quindi al punto di partenza. Lora, un bel donnone deciso quanto materno, si prende cura della nostra eroina; Vincenzo, ometto pratico quanto imprevedibilmente acuto, va a soccorrere il resto del gruppo. Ma i mostri li hanno seguiti dal numero 2 ed è di nuovo, subito, giunto il momento di mettersi in marcia. Con Rosa più morta che viva portata su una brandina, la carovana riparte e forse abbastanza presto un rifugio valido lo si trova. Una grotta che sembra fosforescente, sembra organica, sembra telepatica, sembra popolata di zombie fungiformi come in Last of Us. Un posto che sembra un casino di cose strane messe insieme ma soprattutto un posto che sembra "affamato". Ce la faranno i nostri eroi a cavarsela senza Rosa? 
"Corri, sgorbietto, corri!" Queste sono le parole che Rosa dedica al pesciolino che nuota ancora nel sul pancione di mamma, scritte sulla ormai familiare pagina del suo diario, che apre e segue gli avvenimenti di tutti i numeri della nuova serie di Orfani. La vita ci spinge tutti, spesso, a correre. Il buon Recchioni ce lo ricorda perché è vero e importante. Chi si ferma / accontenta spesso muore e questo può in effetti essere vero per noi terrestri quanto per i nostri naufraghi spaziali. Ma la vita non è una corsa solitaria, grazie al cielo ha più la forma di una staffetta. E siccome nessun uomo è un'isola, come diceva qualcuno, bisogna anche fidarsi di chi ci sta accanto, scegliere o anche solo accettare quello che c'è, delle uniche mani amiche che troviamo. E questo albo, scritto da Recchioni e Masi pone un forte accento sulla necessità di crearsi un gruppo, fornendo una azione sempre frenetica e convincente ma soprattutto corale. Tutti gli eroi del gruppetto sempre più vasto di Rosa sono importanti, unici, tutti sono a loro modo protagonisti e accompagnano la nostra eroina per una volta proteggendola. Anche la nostra emancipata amazone per una volta può quindi godere del trattamento standard delle principesse Disney. Ci piace vederla così indifesa ma anche così coccolata. Gli autori si inventano poi uno scenario davvero singolare, estremo, sanguigno. E la nostra cappuccetto rosso si ficca, nolente, spostata a braccia dal gruppo, in una versione da incubo della nota balena di Pinocchio. Un mostro così strano e incasinato che non può che essere uscito da un sonnellino post "peperonata dell'apocalisse". Ma è una peperonata che ci piace, vorremmo chiedere una porzione pure noi è magari anche la ricetta. In questo marasma tutti si impegnano, con un'eccezione che non sappiamo ci faccia più ridere o piangere, ma che troviamo appropriata. La storia sprizza azione e divertimento. Laddove invece trova senso il titolo di questo albo, Vertigine, è nei disegni di Genovese per i colori di Saponti. La giungla aliena del Nuovo Mondo si dimostra piena di precipizi e montagne gigantesche, così grandi e  spaventose che ci spingeranno a volte a cambiare in verticale il senso di lettura, ad arrampicarci noi stessi sulle tavole del fumetto. I disegni sono bellissimi, i "salti" tra un fossato e l'altro ripidissimi, la pancia della "balena" un overtour visivo psichedelico geniale, multiforme, soffocante e un po' pazzoide. Il numero ci è piaciuto. E' stato una bella corsa sulle montagne russe ma si è trovato anche lo spazio per l'introspezione. L'impressione è che la trama non ambisca per ora a correre a perdifiato, gli eventi "grossi" arrivano in tutta calma, ma se il divertimento si mantiene su questi livelli noi ci sentiamo "appostissimo" così.
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