domenica 11 ottobre 2015

Le storie n. 36 : Lysierum


Disegni: Leila Leiz; testi: Alberto Ostini.
Da qualche parte nello spazio esiste un pianeta sul quale si erge una città sconfinata di nome Lysierum. Il governo è nelle mani del Consiglio delle Ultramenti, una casta di anziani semi immortali che negli anni ha cercato di plasmare una società quanto più funzionale, duratura e sicura per i cittadini, grazie a programmi che ne inibissero le pulsioni più primordiali e alla manipolazione di flora e fauna. I fiori non hanno profumo, non piove, i fastidiosi insetti non esistono,  non c'è violenza, tutti sono vestiti con abiti standardizzati e colori tenui, i cibi sono insapori e calibrati per il fabbisogno alimentare minimo, tutto è insonorizzato, tutto è riciclabile, perfino i cittadini stessi. Attraverso la genetica, sconvenienti sentimenti come la felicità, l'ira e la paura sono repressi allo stesso modo con cui le malattie sono scomparse. Giunti al termine del ciclo vitale, i più anziani cittadini sono chiamati a spogliarsi ed entrare all'interno di capsule, a disciogliersi nell'arca di rigenerazione. Da questa usciranno al loro posto persone già adulte, con un nuovo nome e socialmente attive grazie all'induzione di un ciclo di psico-formazione che riassegna le professioni. Per evitare conflitti pure la sessualità è stata inibita, lo spirito di auto conservazione tuttavia, pur considerato un deprecabile istinto animale, non è scomparso. Per far rispettare la legge, che nella stragrande maggioranza del casi si limita ad azioni finalizzate alla preservazione della  procedura di "riciclo umano", con la prevenzione di possibili fughe, esistono i funzionari esecutori. Unici individui con un po' di muscoli che mantengono ancora geneticamente tratti atavici maschili, necessari per conservare istinti predatori e doti di aggressività. Soggetti tenuti per questo sotto costante controllo farmacologico e sottoposti a programmi psico-distensivi. Nihil è un esecutore efficiente e scaltro, però sta sviluppando un'indole malinconica e curiosa, da quando ha assistito a un evento apparentemente insolito quanto inimmaginabile. Un suicidio. Gli incubi lo tormentano, i farmaci non bastano e presto la sua vita potrebbe diventare un problema per l'ordine costituito di Lysierum. Nonostante tutti i controlli sembra che si siano sviluppati in città dei moti di ribellione che infine sono riusciti a sabotare l'arca di rigenerazione. Come conseguenza, da una delle sue capsule è uscito un individuo dalla sessualità femminile non inibita e dal percorso psico-formativo non ultimato. Un individuo che ricorda i profumi e i colori del tempo passato, capace di provare gioia e tristezza. Una creatura affascinante che riesce in breve a stregare Nihil, impegnato in prima linea nella sua caccia, che li porterà  alla scoperta di un mondo ancora più complesso di quello mostrato dalle Ultramenti.
Dallo sconfinato numero di paroloni strani da me utilizzati e dalla copertina del sempre eccelso Aldo Di Gennaro, appare chiaro che ci troviamo davanti a una storia di sci-fi. Una fantascienza dai toni esistenzialistici che cita parecchi Urania del passato, attingendo per lo più da Philip Dick e cinematograficamente dai Figli degli Uomini di Cuaron e soprattutto dal cupo THX di George Lucas. Le atmosfere sono intriganti (io ci ho visto pure una punta dell'anime Psycho Pass... Ma il discorso ritorna poi sempre a Dick), i termini e aggeggi fantascientifici snocciolati e utilizzati, stimolanti. La trama, in tre archi ipotetici, risulta ben sviluppata nella prima e seconda parte, quando dal contesto investigativo passiamo a una caccia all'uomo hi-tech squisitamente vintage ricca di trovate. Tuttavia l'epilogo tradisce un numero forse eccessivamente esiguo di pagine, non in grado di farci assaporare importanti capovolgimenti narrativi. Ostini, uno degli autori di Nathan Never, si dimostra espertissimo in materia sci-fi vintage e confeziona una storia comunque divertente per i molti inseguimenti, interessante nella rappresentazione dello stato d'animo dei personaggi e ricca per tematiche ancora oggi attuali. Ugualmente dal sapore retrò si dimostrano i disegni di Leila Leiz, che sviluppa un tratto spiccatamente Kirbiano non negandosi una punta di piacevole revisionismo pop. Uno stile cinetico e sintetico, quasi minimale nell'accentramento della scena ma sempre chiaro nella costruzione delle tavole e potente nella rappresentazione dei corpi e dei volti, leggermente caricaturali nelle espressioni, seppur eleganti. Un lavoro che mi fa pensare al Madman di Allred e che forse sarebbe stato maggiormente valorizzato dalla colorazione, in quanto il tratto molto chiaro e "per stile" non molto ombreggiato rende la tavola spesso eccessivamente bianca. Rimane comunque un disegno molto affascinante. Il numero 36 della collana si dimostra una piacevolissima lettura. 
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