sabato 12 settembre 2015

Absolutely anything - Un'occasione da dio



In passato abbiamo mandato nello spazio una capsula per venire in contatto con altre forme di vita (questo pezzo l'ho già scritto di recente mi pare... Starò invecchiando?). Qualcuno l'ha trovata, quattro alieni ultra-potenti in computer grafica  (con le voci dello storico gruppo comico - satirico inglese dei Monty Python) che viaggiano per il cosmo su una mega astronave a forma di murena - piovra spaziale. Gli alieni vogliono testare se siamo davvero degni di loro e per questo scelgono di donare dei pazzeschi poteri cosmici a uno di noi scelto a caso. Il fato punta sul depresso insegnante inglese di scuola media, Neil Clarke (Simon Pegg). Docente di una classe che lo odia, sfigato cronico in perenne balia di bulli, single che vive solo con il suo cane Dennis (con la voce in originale del grande Robin Williams, una delle sue ultime performance, da noi doppiato dal suo solito bravo doppiatore Carlo Valli) sognando un giorno di diventare scrittore e magari far innamorare di sé la sua bella vicina di casa Catherine  (Kate Backinsale). Un raggio cosmico parte dalla piovra spaziale ed ecco che Neil si trova con poteri inimmaginabili, degni di un dio. Gli alieni sono in osservazione ed esamineranno cosa farà Neill con tali capacità sorprendenti. Magari il pianeta è un posto che vale la pena non radere al suolo. E per questi severi alieni potrebbe essere anche il primo pianeta che non distruggeranno.

Che cosa fanno insieme i mitici Monty Python, l'attore inglese del momento Simon Pegg, la bellissima Kate Beckinsale, il compianto genio comico Robin Williams, il compositore di film da premio oscar George Fenton e una pletora di effetti speciali ?
Un film di merda.
Chi legge questo blog sa bene quanto ami trovate il lato buono in prodotti indifendibili, quanto ami valorizzare l'impegno e il lavoro di registi, attori, fumettisti, animatori e creatori di videogame. Noi non siamo gente che giudica a priori, non siamo schizzinosi e abbiamo la mentalità totalmente aperta a qualsiasi forma di intrattenimento che riesca a intercettare i desideri di chiunque. Mai abbiamo assistito a un simile spreco di potenziale, se non forse in Comic Movie. Questo film urla vendetta per il tempo che ci avete perso dietro.
La trama, a firma Terry Jones, che ci ha regalato capolavori come Brian di Nazareth e Il Senso della vita, è orribile nel suo rigirarsi a vuoto, incapace di strutturare qualcosa oltre a a siparietti comici della durata di tre minuti e che non fanno mai ridere. Mai. Tutto quello che il film ha da offrire in termini visivi e di contenuto si vede già ampiamente nel trailer, il resto è puerile, moscio, vecchio nella messa in scena, patetico, frammentario, illogico, dimenticabile, urtante per l'intelligenza, urticante per il divertimento. Tra tutte, per la pessima gestione, la storia della "adorazione" del collega di Neil, ma c'è davvero per certe scene solo il mucchietto viscido dell'umido. La sceneggiatura ha delle autentiche voragini (ma quando la Backinsale ha incontrato il collega di Neil per poterlo poi riconoscere?) con un imbarazzante numero di situazioni che vengono buttate nel mucchio (come la giornalista che odia recensire libri) senza essere sviluppate o completate (ma il libro di Neil, di cui ha recuperato le pagine, che fine fa? Lo scrive?). La soluzione a ogni possibile pericolo, svolta narrativa o colpo di scena  è sempre la stessa (con la mano un cenno e si esprime - resterà un desiderio) ed è una trovata francamente sempliciotta, svogliata, l'equivalente drammaturgico di un rutto. 


Da fan dei Monty Python viene quasi da pensare che si sono scientemente sforzati di realizzare il film più brutto del mondo per entrare magari nel libro dei Guinnes. Un tempo erano tipi che ci credevano in assurdità come queste. Ne sarebbero stati fieri e avrebbero esposto l'attestato in soggiorno, da mostrare a tutti durante l'ora del tè. In una parte della mia testa vorrei credere che sia realmente così, sono sempre stati comici d'assalto che graffiavano, pescavano dall'humour più nero, sputavano in faccia alle idiosincrasie della società moderna, scardinavano i bastioni dell'assurdo irridendo scienza, costume, religione e storia. Non riesco nemmeno a immaginarmeli, nonostante li abbia appena visti con questi miei occhi, tanto scarsi, decadenti, insipidi. E se la storia è orribile e la regia riesce pure a essere peggio, in questa brutta copia di Una Settimana da dio con Jim Carrey anche tutto il resto viene travolto. Gli attori (e Pegg è di quelli bravi e versatili) provano a impegnarsi ma non hanno gli spazi per costruire qualcosa al di là di una estemporanea, brevissima, improvvisazione. Tutto sembra gestito da uno storyboard rigido e idiota. Il compositore dello score di Ghandi (di Ghandi, cacchio!!!) sembra un ubriaco che si è impossessato del pianobar e molesta le nostre orecchie per tutta la durata del film con le melodie più schizofreniche che potreste immaginare. Gli effetti speciali sembrano direttamente usciti dalle pubblicità degli anni '90 di dentifrici e detersivi smacchianti, plasticosi, fasulli e irritanti. Tutto è brutto. Si salva Londra, un paesaggio sempre suggestivo, vivo e diversamente sgargiante a cui non si può volere male. Si salva la performance di quel genio pazzo che fu Robin Williams, che crea un cane parlante ultraeccitato, pragmatico, saggio quanto stupidissimo. La Backinsale si salva sempre perché è bona come er pane e qui ci fa pure intravedere mezzo reggiseno. Si salvano un paio di scene con poliziotti rosa e piedi di papera, un istante in cui ci sembra davvero di vedere un film del Python . Mi va bene il messaggi di fondo, mi piace. Il potere alla fine serve solo a rendere infelice chi non li possiede e nevrotico chi ce l'ha. Ma è davvero troppo poco per i Python, una delle colonne portanti della comicità della storia umana. Mi viene un po' da piangere. 
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