lunedì 10 agosto 2015

Le Storie n. 34 - L'innocente

Testi: Gianfranco Contro - Disegni: Francesco Ripoli


Coltonbridge, deprimente, tetra e lugubre cittadina nel Nord Est dell'Inghilterra. Lady Eleanor Kilgorne è vestita di nero, in un giorno di pioggia, al funerale di suo marito, il povero Lord Winterhouse, morto in un combattimento navale in una guerra troppo lontana da casa.
Non è la sola tragedia ad aver colpito casa Kilgorne, la ricca famiglia intorno alla quale ruota il piccolo mondo di Coltonbridge. I genitori di Eleanor sono scomparsi mentre lei era ancora giovane, il nonno che l'ha cresciuta, Erasmus Kilgorne  è rimasto vittima di un incidente con il cocchio, con la carrozza che è caduta in un burrone. Le miniere dei Kilgorne poi sono recentemente crollate con dentro un gran numero di lavoratori. Serve un nuovo lord in grado di salvare la cittadina. Eleanor è istruita, capace, amante di Shakespeare, esperta erborista e introdotta alle arti mediche da Erasmus. E' lei a gestire il ricco patrimonio e possedimenti da sempre, essendo il marito spesso all'estero per la guerra. Ma rimane nonostante tutto una donna. È necessario che abbandoni presto il lutto e convoli a nuove nozze, per il bene di tutti. Il tenente Twimberton, amico e compagno d'arme di Lord Winterhouse, viene chiamato dalla governante Mrs Thornrbridge all'uopo. È un giovane devoto, pronto a riaggiustare la famiglia dell'amico in questi momenti tempestosi. Eleanor convola presto a nozze, un rito riservato date le circostanza. Ma presto ombre inquietanti ricominciano ad avvolgere il castello Kilgrove. Una notte il nuovo lord incontra nel soggiorno una creatura putrescente e decomposta, un bambino che non dovrebbe essere mai nato. Il trauma lo inchioda a letto mentre una lunga catena di morti misteriose richiamano l'attenzione delle forze di polizia, nella persona del tenente Christopher Lacombe, ufficiale del corpo dei Constables di Leeds.


Castelli maledetti, nebbia, pioggia, fantasmi e non morti. Il nuovo numero delle Storie è un rinfrescante horror gotico, davvero inquietante, splendidamente disegnato da Francesco Ripoli, già autore per la testata di quella perla horror di Il lungo inverno, già recensito nel blog. Il suo tratto è elegante, i suoi personaggi quasi eterei, dagli occhi sempre espressivi, gli abiti ricercati nella ricostruzione storica e ricchi di dettagli, i luoghi godono di architetture complesse, quasi resi vivi dai continui fenomeni meteorologici che li coinvolgono. L'azione è spesso accennata, sottile, con indizi da ricercare nelle tavole; e poi ci sono i mostri. Bellissimi e in grado di regalare momenti davvero suggestivi. Ripoli attua qui inoltre una particolare colorazione dei neri, probabilmente a matita, in grado di gradarli di mille sfumature. Il bianco e nero bonelliano si arricchisce quindi di sfumature. Dal nero leggero dei guanti da lutto di lady Kilgrove al nero sfumato, appiccicoso, dei vestiti bagnati dall'acqua. Dalle tavole pittoriche e quasi sognanti che descrivono i flashback ai neri che sfumano i volti pallido dei personaggi. Un lavoro davvero suggestivo che ci butta in un attimo nelle atmosfere di Sleepy Hollow di Burton o del recente Woman in Black della Hammer. Questa è l'atmosfera giusta per l'horror, amerei una serie sulle inchieste di Lacombe.
Gianmaria Contro allestisce una trama horror con venature investigative intrigante, plumbea e disperata con un magnifico twist finale. Vi consiglio per una volta di non leggere subito la paginetta introduttiva, fatelo dopo o una mezza sorpresa ve la rovinate ed è un peccato. Tutto è inserito in un meccanismo di alta orologeria, nessuno dei dettagli narrati è secondario e vengono sfruttate appieno tutte le pagine disponibili per il migliore allestimento possibile degli eventi. Certo i nomi inglesi scelti sono una vera tortura, scioglilingua terribili che da bestione becero mi facevano tornare a capire "chi è chi". Certo era meno poetico dire in luogo di "è morta lady Greenpitchermellison/Parker" un banale "è morta la vecchia". Ma consiglio/ mi auguro per il futuro nomi più brevi, per venire incontro alle mie modeste capacità mentali (cit.). Fesserie a parte un numero davvero intrigante, suggestivo, romantico e decadente . Ci piacerebbe fossero tutti così. Ho letto che la collana non è troppo seguita. E questo è decisamente un peccato. Ci sono storie meno intriganti di altre ma i piccoli capolavori non mancano. Supportiamo questa bella realtà editoriale. 
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