venerdì 17 luglio 2015

Orfani - Ringo vol 8: la carne e l'acciaio



La strada verso il nord è ancora lunga e impervia, ma il futuro per Ringo e i suoi cuccioli non può che essere lì, da qualche parte, forse, chissà. E dopo averci proposto le più belle cartoline dell'Italia post-apocalittica, il viaggio fa tappa obbligatoria sulla principale meta di vacanza degli italiani, l'Autostrada del Sole. Tutti ci facciamo almeno un paio di giorni annui, per lo più in coda, in questo posto bellissimo. In attesa che la benzina finisca per poter valcare le porte dell'oasi, la spiaggia mistica tanto cantata da Max Pezzali (che furoreggia nelle citazioni del blog per coincidenze astrali): l'autogrill. Ora, trattenetevi che l'emozione sarà forte, tutto questo numero di Orfani è ambientato in un favoloso autogrill. Tra birra e Camogli e senza fidanzate troie (Pezzali. Cit.).
E quindi l'autogrill, sarà per il panino alla cotoletta perennemente freddo, sarà per la coca gigante ghiacciata e la lavanda transgenica che emettono i wc, può diventare anche luogo dell'anima. A me è spesso successo! Anche se mi sono sempre mancate le palle di quelli che si mettono sulla balconata con la siga a rimirare il futuro inalando tubi di scarico di diecimila auto in corsa. Ma ho sempre voluto essere così hard-core.

Anche per i nostri orfani l'autogrill, seppur dimesso, senza Camogli e senza il salubre afrore delle auto in corsa, è il posto giusto per fare una pausa. Una delle tante pause di questa serie. Ma stanno sempre in pausa in questa serie? Aspettano l'uscita mensile per la pausa e gli altri giorni ci danno dentro a macinare chilometri? Mistero. Comunque, nella calma statica, il passato bussa forte alla porta dell'anima dei personaggi. Rilascia incubi folli, mette a nudo lo scopo della vita dei nostri piccoli eroi. Tutti in fondo in cerca di amore, tutti determinati con le loro poche ma ostinate forze a tenersi stretto quanto c'è di più caro. Non deludere gli amici. Trovare l'approvazione del padre. Ma non è solo il gruppo di ringo a perdersi negli incubi, anche i corvi stanno vivendo un doloroso, forzato reset di memoria, una procedura che cancella il loro passato per farne, forse, armi più efficienti. Ed è così che una rinata Mocciosa tornerà in cerca del suo grande amore per un nuovo, terribile, confronto.
Recchioni punta la lama della sua penna dove fa più male. Spoglia di difese i suoi personaggi, li lascia nudi a fronteggiare i loro incubi peggiori . Davanti al futuro tutti cadono come marionette a cui hanno tranciato i fili, vivono sogni di inevitabile sconfitta, tanto che siano fatti di carne, gli orfani di Ringo, quanto siano composti di sangue, gli orfani della Juric. Una dicotomia interessante, volta a svelare uno degli aspetti più interessanti dell'intreccio, che non voglio però svelarvi, perché mi ha colpito e quasi eccitato. Davvero una interessante svolta narrativa, in grado di far ventilare a qualcuno l'ipotesi di una seconda lettura. Ai disegni il nostro sempre amatissimo Bacilieri, che si alterna a Dell'Edera in alcune tavole. Bacilieri è sempre morbido, con una equilibratissima direzione della tavola. I suoi personaggi appaiono sempre stralunati, a volte caricaturali (alla  Tin Tin)  ma "vivi", concreti, plausibili. Da una tavola arriva poi una bella citazione dei Pink Floyd e la cosa mi è piaciuta un sacco. Dell'Edera è stilisticamente agli antipodi. Il suo disegno è ruvido, tagliente, ombroso. Le splendide matite della Aquaro e della Pastorello donano calore e "amore" alle tavole di Bacilieri così come amplificano per la parte di Dell'Edera il freddo, la luce artificiale e la follia che risiede negli occhi dei personaggi più inquieti del racconto.
Il lavoro funziona davvero bene. I colpi di scena non mancano e riguardano anche un aspetto inedito come la colorazione. Davvero un buon numero. 
Talk0 
Ho trovato solo un Nugget di pollo...

Nessun commento:

Posta un commento