martedì 9 giugno 2015

Dragonero n.24 - Attraverso l'Erondàr - a.k.a . Tecniche di seduzione dell'Erondàr

E' di nuovo tempo di farsi una bella scampagnata con gli scout, amici. Approfittando della bella stagione, ribollono anche le passioni amorose e dietro a qualche missione estremamente pericolosa può forse nascondersi un peccaminoso intento predatorio. In senso sentimentale, bene inteso. E pare che qualcuno sia interessato a dividere la giostra degli innamorati con ognuno dei nostri eroi!! Riusciranno gli spasimanti nell'intento o saranno prontamente friendzonati?
Sera pianterà in fronte a qualcuno il noto due di picche elfico? Ian si convincerà ad uscire con una nota bionda della serie (miracolosamente non ancora caduta in un burrone... cosa assai frequente in Dragonero) perché ama le persone che amano gli animali? Gmor riuscirà a resistere a dei muscoli femminili, peraltro più grossi dei suoi, perché in fondo sono "altri muscoli" da guardare, come quelli di Ian? Ma soprattutto riuscirà lo scout Russel a ottenere la spilleta del "soccorso agli anziani" aiutando il signor Fredrikson a raggiungere le cascate Arcobaleno con la casa volante sospinta dai palloncini?
Eccoci a un nuovo arrembante numero di Dragonero!
E siamo già a due anni di programmazione!!! Yeeeeeeh!!!Certo i ritardi di pubblicazione rimangono biblici e già il numero nuovo incombe, un numero nel quale un'amica del passato riemerge per rendere noto a Ian una recente questione inerente il copyright... qualcuno pensa che assomigli a uno stregone...
Cucù! Chi è nato prima?
Ma passiamo oltre per il momento, che già pubblicare un post è complicato, figurarsi due insieme (cosa peraltro appena fatta con gli ultimi numeri di Dragonero, ma tiriamo, di nuovo, avanti).
Per celebrare l'evento di due anni della nostra critica cretina a questo fumetto fantasy, ecco un numero con non una, non due ma bensì tre storie autonome, atte a esplorare alcuni personaggi solo formalmente secondari del vasto mondo di Enoch e Vietti. E parliamo in questo caso di storie che riguardano tre dei tanto amati scout imperiali "minori" più amati. Tutti in qualche modo coinvolti con i nostri eroi, per l'appunto, in questioni che sembrano decisamente sentimentali. Quindi un numero dedicato al mood of love.

Almeno così io l'ho capita.
Per certi versi tutta la questione mi rievoca in una strana fantasia il docu-serial di MTV Ginnaste - Vite Parallele. Quello che ho davvero capito da quella serie, oltre al fatto che quella del ginnasta è una vita dura piena di sfighe e sacrifici, costellata di allenatori con l'accento dell'est Europa, è che è un mondo popolato da ragazze mezze nude e alcune pure carine. Per motivi legali tale affermazione si riferisce unicamente alle ginnaste maggiorenni, ci specifica il nostro consulente. E quando parliamo di storie con protagoniste ragazze mezze nude e uomini muscolosi, spesso parliamo anche di racconti un fantasy. Stesse meccaniche in fondo. Se vuoi rimorchiare una ginnasta il fatto di essere anche tu un ginnasta, in qualche modo, aiuta. E credo funzioni uguale anche per i nuotatori. Solo che non hanno una propria serie tv. E tra eroi in armatura e donne in perizoma eroine in armatura è uguale. Certo non è la scoperta dell'acqua calda, il concetto si estende a tutti i tipi di relazioni che nascono in ambito professionale. Avere qualcosa in comune riesce, a volte, a far rompere il ghiaccio. Certo, non tutto il ghiaccio. Se tu vendi frigoriferi e per abbordare una collega, che vende frigoriferi pure lei, parli tutta una sera dello sviluppo della tecnologia no frost, e sai che palle... e che tristezza... insomma, non è il massimo. Poi metti che sei poco preparato, non conosci il tempo di refrigerazione e lei ti cazzia, ti vede come un perdente e ti rovescia in faccia un cocktail...Una serata da dimenticare. Con atleti, nuotatori e guerrieri medioevali dovrebbe essere più semplice, basta meno.
Metti una relazione tra atleti, che nasce tipo tra le inquadrature di Ginnaste - Vite Parallele. Ma solo tra maggiorenni. Un atleta uomo, invece del collega venditore di frigo, oltre ad avere di base un fisico potenzialmente più interessante,  puoi esordire dicendo: "Guarda, ieri alle parallele mi sono fatto uno sbrego sul fianco lungo così..". E se c'è chimica o una possibile e futura reazione chimica in fieri, l'atleta donna può dire: "Dai, fammi vedere", magari muovendo la linguetta tra le labbra con espressione porca. E allora entrambi iniziano a spogliarsi esibendo come medaglie le botte subite (un po' quello che i vecchietti ricordano succedesse in Indiana Jones e Arma Letale). Con la storia del No frost l'abbordaggio viene indubbiamente più lungo. Dalle cicatrici si arriva in un secondo a un turbine di sesso acrobatico, favorito dalle competenze ginniche. Certo, una scena così non l'ho mai vista su Ginnaste - vite parallele, non so se MTV potrebbe trasmetterla (non credo) ma devo ammettere che diverse puntate le ho perse (e su Mtv ci sono trasmesse cose che voi umani non potreste mai immaginarvi). Ma il feeling tra atleti, anche in virtù di un certo cameratismo che pervade la vita di queste persone, è evidente, l'affetto nasce spontaneamente per chi "soffre e si impegna con te".
Ecco, per me gli scout imperiali devono vivere qualcosa di simile. Basta l'approccio giusto, immediato, niente storia del no frost. Poi è tutta discesa. Ma una miccia comunque serve, tipo la storia della botta mentre si facevano le parallele. Certo che nel mondo narrativo di Dragonero le logiche di inter-relazione, sono diverse. Parliamo di una terra in cui devi sempre guardare il cielo temendo che una viverna debba espletare in volo i suoi bisogni corporali. Le tecniche di abbordaggio devono in qualche modo essere declinate al contesto. E questo numero 24 fornisce un piccolo vademecum. La fiera risposta di Vietti a Ginnaste: Vite Parallele.
Ma allora come funziona tra scout imperiali?
Certo intonare come le Lanterne Verdi "...diverso è il viaggio, uguale il cuore" aiuta di base, magari nelle situazioni più etiliche è sufficiente (Ian lo ha già dimostrato in passato con Briana pertanto... ricordate il numero?), ma quei matti degli scout sono in grado di robine più complesse e i tre racconti di questo albo illustrano tre spunti interessanti di approccio. Con la premessa che un minimo di attrazione reciproca sia sempre presente-pre-esistente ecc.ecc.  
Partiamo con l' analisi da quello che sarebbe per noi l'approccio più comune, (roba da film di Moccia o alle brutte da Scream di Wes Craven...) per poi apprezzare la "variant" degli scout imperiali.
1) Come abbordare una secchiona timida con obbligo del coprifuoco
Le brave ragazze hanno un fascino speciale, sono timide, spesso generose, altruiste e se va bene gnocche. Potrebbero non avere piercing alla lingua, ma non è un problema. Purtroppo spesso sono inaccessibili a causa della ultra-vigilanza dei genitori, i fabbri della loro cintura di castità,  per i quali voi (maschi predatori sessuali) siete il principale ostacolo per la carriera universitaria della pargola. A volte la vita stessa è il principale ostacolo alla carriera universitaria della pargola, al punto che i genitori creano una coltre di fantomatici pericoli atti ad impedire il distoglimento dallo studio, nel caso la bimba si allontani dalla retta via.

Il piano d'azione è in questo caso tosto, tripartito:
a) con l'adeguata intelligence (magari chiedendo a un'amica) accertarsi che i genitori non siano in loco per la vitale ronda atta a preservare il futuro universitario della pargola. Solo allora mettersi in comunicazione con la stessa. Il piano non è realizzabile senza questa premessa. Certo ai tempi odierni si può bypassare tutto grazie alla tecnologia, ma negli anni '80 stavamo ancora nel medioevo e non era per niente facile. Telefoni a gettoni, vicini impiccioni, amiche di lei possessive. Era un incubo kafkiano...
b) fare presa sul suo amore per lo studio unito alle sue doti di generosità e altruismo. La ragazza non si distoglierà mai dai libri a meno che non le si chieda di darci una mano con lo studio o con il lavoro, facendo leva sulla sua superiore competenza in materia. Lei magari potrebbe sbolognarvi con degli appunti da fotocopiare e allora bisognerà aggrapparsi a cose strampalate per assicurarsi la sua presenza continuativa, magari il fatto di essere stati momentaneamente accecati da una granata... Sì, non funziona sempre; utile sarebbe dire che è questione di vita o di morte, che se va male quel momento, in cui solo lei potrebbe aiutarvi, si potrebbe essere costretti a emigrare all'estero per diventare lavapiatti in Bolivia. Insomma, fare più pena di un cucciolo di gattino sotto la pioggia battente.
c) dimostratele che siete un tipo affidabile. Questo è vitale per garantire alla ragazza che voi non siete "il male" e può aprirsi a voi. Nel 99% dei casi basta dimostrare alla ragazza che la state ascoltando, con interesse e siete in grado di capire al volo i suoi discorsi. Lo so non è facile, provate almeno a non guardare unicamente le notifiche di whatsup per sei secondi. Lo apprezzerà. Sarebbe ad uopo utile conoscere bene, molto bene, l'argomento per il quale si chiede aiuto, ma è ugualmente vitale non svelare la cosa se non alla fine, come segno che avete capito così bene la sua lezione da riuscire a vivere senza più il suo aiuto. Siete al suo livello, competenti, alla pari, quando mezz'ora prima sembravate dei sub-umani. L'ideale sarebbe riuscire eroicamente a risolvere problemi che lei stessa non saprebbe affrontare, ma senza strafare, lei deve sentirsi necessaria.
Risultato tipico: è un approccio tortuoso, complesso e dall'esito pratico a volte davvero scarso. Non è automatico che l'altruismo femminile si converta in amore grazie al cosiddetto "complesso della crocerossina". Il rischio è cadere nel limbo della friendzone in eterno, con successivi atti di approccio visti come immotivata pazzia temporanea.
La versione del mondo di Dragonero: E' quello che succede nella storia iniziale, Attraverso l'Erondar. Il seduttore è l'elfo Ewyan. La vittima la povera elfetta Sera. Il punto a) si realizza  facile, l'approccio avviene in un momento in cui i genitori di Sera sono in missione. Se mamma Gmor lo sapesse!! Il pretesto altruistico di cui al punto b) fa presa sul fatto che Sera sia una esperta di botanica e robe agresti varie, e che quindi la sua presenza sia indispensabile per risolvere una questione impellente di Ewyan , che c'entra con l'onore della sua famiglia e parenti morti allegati, che ha a che fare con la botanica e robe agresti varie. L'incompetenza (velata) sulla materia da parte di Ewyan si manifesta nel fatto che sottovaluta la presenza di una minaccia che un esperto di  botanica e robe agresti varie troverebbe tipo mortale non sapere. Una minaccia che però, secondo il punto c) potrebbe/dovrebbe (per il grado di preparazione occulto) essere affrontabile, con gioia e riconoscenza della crocerossina-supplente-assistente elfetta. Come andrà a finire? Sarà raggiunto lo scopo finale? Di sicuro un approccio molto intellettuale, decisamente elfico...
2) Usa il suo amore per gli animali per avvicinarlo.
Se amate gli animali, potreste un giorno arrivare perfino ad amare i loro padroni. E' qualcosa di scientificamente provato. Avere un cucciolone, o anche solo giocherellare con il cucciolone di una amica, dimostra automaticamente di essere una persona in grado di provare sentimenti puri, con la voglia di accudire creature per natura più deboli e indifese. Potreste essere un ottimo padre, oltre che un compagno disposto a uscire alle otto e mezza di sera per andare al super a comprare il ciappi, è una questione di istinto primordiale.

Il piano d'azione qui è ancora più semplice. Certo, occorre avere un cane e che sia spaventosamente addestrato. E avere a disposizione una vittima che li ami alla follia. Dopo di che "basta" fare in modo che sia il cucciolotto ad affezionarsi all'obiettivo e per fare ciò è necessario tenere il cucciolo sempre presente durante gli incontri, mettendolo al centro di tutti o quasi i dialoghi. I cuccioli sono un ottimo argomento di conversazione, incredibili se si vuole cambiare l'argomento di una conversazione loffia. Se poi il cucciolotto vorrà giocare con il frisbee tirato dal vostro obiettivo, l'approccio è fatto. Ed è come se un figlio riconoscesse il padre naufrago da vent'anni, la famiglia è riunita. E potrete pure dire alla vostra preda: "Che bravo che sei!! Di solito lui non fa amicizia con nessuno!!". E sarà ovviamente una balla, ma lui avrà già gli occhi a cuore.
Risultato tipico: dipende tutto da quanto le persone amino più gli animali... rispetto alle altre persone. Se il possibile partner si dilungherà a parlare della regolarità della popò del vostro cane piuttosto che interessarsi dei problemi ai freni della vostra auto, più volte ampiamente segnalati, non c'è da stare troppo allegri. Se poi siete allergici al pelo è decisamente un approccio complicato.
La versione del mondo di Dragonero: E' quello che succede nella storia di mezzo, Il racconto di Briana. Il cucciolo è di fatto una lupacchiotta, non è un cane da compagnia, siamo in un fantasy, è piuttosto una cazzuta war-dog. Per avere l'effetto "gioco del frisbee" con una war-dog bisogna che l'animale si attivi per una missione eroica volta a salvare la sua padrona. L'ideale sarebbe farsi rapire da un mostriciattolo di infimo livello e mandare la cagnolona ad avvisare il collega scout più interessante. Si passa dal frisbee alla mini-quest, in senso dungeonsanddragonesco. Come andrà a finire?
3) L'approccio da palestra classico: la sfida fisica
L'esercizio fisico tiene in forma e permette di riempire i pettorali di goccioline luccicanti alla Twilight. L'esercizio condiviso, tipo fare una corsa al tapis roulant vicino a una persona dell'altro sesso interessante, è una sfida contro se stessi e un test attitudinale sulle capacità del possibile partner.

Piano d'azione: ore e ore di sudore vicini vicini... poi chiedi se vuole venire a prendere un beverone al distributore automatico. C'è chi propone pure il pastone anabolizzante personale, che ha amalgamato mesi e mesi come un sapiente monaco tibetano, ma qui entriamo nel feticismo.
Risultato tipico: se c'è testosterone alle stelle il contesto aiuta tantissimo, ma i muscoli sono spesso un piacere puramente edonistico e può capitare che il partner più che guardare voi, attraverso lo specchio davanti ai tapis roulant stia guardando solo se stesso. O abbia gusti diversi. Può sempre nascere, ovviamente, una bellissima amicizia.
La versione del mondo di Dragonero: Avviene nella terza storia. E non c'è niente di più facile da "convertire". Due guerrieri che aprono crani di mostriciattoli nella sfida a chi ne impasta di più. La barbara bodybuilder Yannah, attraverso il solito subdolo escamotage della mini-quest, coinvolge Gmor in un giochino del genere, con annesso viaggio lungo per permettere prima dello scontro di affusolarsi vicino sotto un falò (sotto tecnica già utilizzata nel primo racconto dall'elfo mandrillo). Come andrà a finire?
Ok, fine del cazzeggio.
Gli episodi narrati in questo albo, con i quali abbiamo scherzato come sempre, sono per me di importanza fondamentale per la saga fantasy Bonelli. Poche pennellate e passiamo da foreste maledette a umidi bassifondi, da fuochi del bivacco a caverne che rivelano ignoti mondi sotterranei. Mi ricorda una cosa che mi piace tantissimo in One Piece, delle tavole a inizio capitolo che fanno vedere "che fine hanno fatto" i personaggi non coinvolti nella trama principale. Danno la prova che anche le trame secondarie continuano, si evolvono e possono intersecarsi. Magari in un modo meno complicato di come accade nel Trono di Spade. La storia "breve" non è pertanto una novità sulla testata, ma anzi una consuetudine da me molto apprezzata, che per scansione di pagine avvicina tantissimo questi racconti autonomi al formato tipico e al linguaggio dei comics americani. Un formato che permette peraltro di non tirare troppo per le lunghe degli avvenimenti, con il solo scopo di arrivare alle cento pagine dell'albo bonelliano classico. Da d'altronde Dragonero ha sempre goduto di una straordinaria autonomia circa il numero delle tavole che compongono la narrazione delle sue saghe, aspetto che per me dona particolare freschezza alla serie.
Andando sullo specifico dei racconti, il Vietti in versione Moccia l'ho trovato alquanto divertente.
Il primo racconto funziona molto bene, al di là della quest abbastanza lineare, per le ottime dinamiche che si instaurano tra i personaggi. Mi è piaciuta un sacco la "traumatizzatissima" Sera, molto buffa e con le prime crisi sentimentali. Ewyan un ragazzaccio con la faccia da schiaffi, e infatti se ne approfitta. L'alchimia c'è, è palpabile e dona un nuovo spessore ai personaggi, conferendo a Sera una ingenuità adorabile, anche grazie ai bellissimi disegni di Giuseppe De Luca. Sera che arrossisce, tiene il broncio, si indispettisce, piange e salta i pasti. Non la avevamo mai vista in così poche vignette in un tale caleidoscopio emotivo, è la vera punta di interesse di tutto il racconto, splendidamente resa da disegni curati, morbidi e gentili nel descrivere il suo fisico ancora acerbo, di bambina non ancora donna. Davvero belli i paesaggi, ormai quasi un marchio di fabbrica della collana, sempre curati e carichi di dettagli. Ben riuscito il "mostro del racconto", bella la rappresentazione e convincente la sua dinamica di attacco grazie ad una perfetta sequenzialità delle vignette. Un bel racconto.
Il secondo racconto vive molto di atmosfera, facendo parlare i paesaggi e le scene d'azione allestiti dalle matite di Marcello Mangiantini. Vietti è qui per lo più silente, si limita a guidare con mano esperta la matita di questo ottimo disegnatore. Il suo stile è visivamente interessante. La tavola è carica di chiaroscuri che ampliano la tridimensionalità degli ambienti. Poche onomatopee a spezzare, ritmare, il silenzio di tavole mute dall'aria sognante quanto austera. Un tratto dinamico nel costruire una continua azione roccambolesca e un cattivo carismatico (meno carismatico senza maschera..), sovrumano, tutto di nero vestito ed anche un po' inquietante che prima annichilisce l'eroe e solo dopo, per la prima volta, parla. E dice: "Guardami". E questo scatena quasi un cortocircuito. Come se davvero non servissero altre parole per rendere onore a questo sontuoso racconto a immagini. Basta il dato visivo.  I più giovani magari "leggeranno" questo racconto come una sequenza visiva  tratta da un gioco di ruolo oscuro e difficile come Dark Souls. Davvero notevole. Briana ci viene presentata in un modo inedito, è più minuta e indifesa (anche per esigenze di trama), lontana dalla predatrice che ricordavamo. Il suo personaggio assume quindi nuove sfaccettature.
Il terzo racconto è quello che risente del numero più risicato di pagine, ma riesce ugualmente a dare lustro al particolarissimo, plastico, stile visivo di Gianluca Gugliotta. Un tratto unico, riconoscibile, perfetto per racconti horror quanto dark fantasy. I suoi personaggi sono acuminati quanto le armi che imbracciano. Ma acuminato è anche il mondo dove si muovono, tanto è rinchiuso in figure geometriche ardite, vertiginose, opprimenti. I suoi paesaggi riescono davvero a trasmettere il freddo, inumano, che pervade un mondo di solo ghiaccio. Yannah è un guerriero ma possiede una sua femminilità, nonostante un corpo traboccante di muscoli e cicatrici, nonostante scene di lotta che la vedono, con un volto da belva famelica come Hulk, all'attacco mentre brandisce la sua scure. Ma la Yannah più dolce la può scorgere solo chi riesce ad andare oltre all'apparenza. Gugliotta riesce in pieno a far emergere questa ambivalenza, la sua eroina ha un corpo e un volto irregolari, pieni di difetti e tratti mascolini. E in combattimento è una macchina di morte inarrestabile, credibile più di mille cosplayer di ragazzine con spada del 99% degli anime giapponesi. Ma grazie al modo in cui la inquadra in alcuni frangenti, grazie al modo in cui riesce a leggerne il volto da certe angolature, si scopre il vero volto dell'eroina. Insomma, il fascino cazzuto della Sarah Connor originale.
Questo viaggio attraverso l'Erondàr ci è decisamente piaciuto.
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