giovedì 28 maggio 2015

Dylan Dog - gli spiriti custodi

La signora Crawley è la nuova cliente di Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo di Craven Road. La donna lamenta nella sua immensa magione, Rock Manor, la presenza di svariati spiriti, ma sostanzialmente si trova davanti al nostro eroe per salvare il suo imminente divorzio. Di fatto i fantasmi, con cui la Crawley ha di recente abbastanza legato, essendo tutti "spettri di famiglia", temono che l'ormai prossimo ex marito, un pagliaccio arrogante e ipocrita (Italiano e con i baffi come Super Mario... che esclama pure "Mamma Mia!!" Stiamo iniziando a prenderci in giro da soli), possa non arrivare vivo, per questioni di debiti di gioco contratti con oscuri figuri, al giorno del divorzio. Con la conseguenza che verrebbe ad abitare come spirito errante, per sempre, a Rock Manor. Cosa che romperebbe le palle a tutti. Così il nostro eroe, che riesce a sentire i fantasmi meglio della signora Crawley perché "esperto del ramo", dovrà collaborare con tutti gli abitanti di Rock Manor al fine di salvare la vita all'ex marito della sua cliente. Riusciranno a salvare il divorzio?
Ci hanno raccontato i fantasmi in molti modi.
I fantasmi vivono nelle case dove sono cresciuti insieme a tutti gli altri che ci sono vissuti prima, fino a creare un affollatissimo condominio, come ci ha ricordato nel recente la prima stagione del bel telefilm American Horror Story e i qui più appropriati film "fantasmo-comici" anni ottanta come High-Spirits Fantasmi da Legare e BeetleJuice - Spiritello Porcello. Non tutti i fantasmi sono cattivi, come nell'altrettanto comico, ed anni ottanta,  S.o.S. Fantasmi con il grande Bill Murray e spesso continuano ad andare in giro per il mondo, anche uscendo di casa, ma seguendo peculiari abitudini che avevano in vita,  come nel Jacksoniano Sospesi nel tempo o in Quattro fantasmi per un sogno con un Iron Man imberbe. Molte volte, come i fantasmi dei casati di Harry Potter, custodiscono i loro manieri preservando e proteggendo la salute degli inquilini. A volte si pongono a difesa  di qualche mortale cui sono legati, magari anche solo dal destino, come in Ghost. Insomma, salvo il minimo comune denominatore che i fantasmi non possono andare nell'aldilà fino a che hanno problemi in sospeso, il cinema e la tv li ha espressi in ogni modo e ogni forma, anche nelle declinazioni "fantasmi da ridere", oggetto, fin dalla copertina di Stano, che fa molto famiglia Addams, di questo nuovo numero, scritto da Mignacco e disegnato da Gerasi. E Gerasi sembra aver visto e voler citare un po' tutte le pellicole sopra menzionate (la questione degli "specchi" però è interessante e per me originale).
I "fantasmi da ridere" salvo poche eccezioni, alcune già nominate formalmente nel post, a me, personalmente, non fanno poi molto ridere.
Nel senso che per il sottoscritto la tragica figura dal mantello bianco per funzionare deve avere comunque, anche in un contesto divertente, delle motivazioni, pur in minima misura, tragiche. Ed allora è riuscitissimo Beetlejuice, dove i fantasmi vanno oltre al basilare, cioè la volontà di "non volersi staccarsi dal mondo perché attaccati alla loro roba", in senso Verghiano del termine, con la casetta appena restaurata con amore vittima della futura invasione di nuovi inquilini. Il talento di Burton in Beetlejuice sta nel rendere i fantasmi consapevoli che tale attaccamento è in fondo una cosa cretina, nel fargli accettare che la loro vita è finita, un argomento che spaventa e destabilizza lo spettatore che si immedesima più di mille bambine giapponesi dai capelli lunghi che escono dalla tv. Il fantasma può essere giocherellone, ma anche il piccolo Casper prima o poi deve scomparire, tragicamente. Oppure i fantasmi sarebbero solo dei buffi supereroi aggiustatutto, che passando tra i muri aiutano i loro parenti a salvarsi da qualche spaventoso "estraneo-invasore". High Spirits, in cui i fantasmi aiutano a rimettere in pista l'albergo di famiglia diventando loro stessi attrazione come personale di un "castello stregato" a me non fece per nulla ridere.
E mi convince pochino anche questo albo di Dylan Dog che ci prova con tutta la passione del mondo a risultare buffo, simpatico, sopra le righe. Probabilmente Mignacco ha visto High Spirits e a lui è piaciuto. Qui i fantasmi passano i muri, leggono nel pensiero, si mutano all'occorrenza in modo mostruoso, sembrano i dannati X-Men. E' un male? Potrebbe non esserlo, potrebbe piacervi come impostazione, in molti troveranno simpatici i fantasmini della magione con le loro idiosincrasie e umorismo alla Monty Python. Questo numero sono sicuro che piacerà a molti, che lo troveranno una boccata di aria fresca nella plumbea narrazione degli ultimi numeri. Ma all'esito di una narrazione per me troppo allungata, garrula negli intenti ma per me moscetta, la storia non mi ha convinto, come non mi ha convinto il twist finale (che cita anche lui qualcosa nell'elenco dei film scritto sopra), che per me è troppo affrettato e involuto. Un finale che disperatamente vuole in due righe dare un gusto diverso alla storia, fallendo nella tempistica, ma pur provandoci, il che è comunque onorevole. Servivano più pagine... ormai lo scrivo con una frequenza disarmante su questo blog... anche quando parlo di videogames. In questa storia, un po' abbozzato risulta anche il nostro eroe e il suo mondo. Dylan in pratica serve solo a guidare, meccanicamente,  le scene action. Non si pone nessun problema sulla natura spettrale del gruppo, dei motivi che lo lega alla magione, dannazioni eterne et simila, ma questo può starci nella visione comica di insieme dell'albo. Certo che sembra spesso che il nostro eroe sia sulla scena unicamente per "vedere meglio i fantasmi", risultando ininfluente alla trama. Più che un personaggio un collirio per gli occhi.  Qui se al suo posto c'era chiunque altro era dannatamente uguale e il tentativo di inserire Rania e Carpenter in due tavole mi è parso un po' meccanico (peraltro le "premesse" del loro arrivo sulla scena non si potevano davvero liquidare in due pagine!! Leggere per credere; ma in fondo era forse anche questo un aspetto umoristico della storia), come l'ultima pagina del numero peraltro, foriera di una battuta finale di Groucho che forse è l'unica cosa che mi ha fatto ridere, amaramente, in tutto l'albo. Mi è piaciuto invece, e tanto, il sicario e la sua storia, un elemento narrativo niente male. I disegni di Gerasi sono belli e pure discretamente complessi, tra architetture elaborate, personaggi espressivi e dinamici (ottimi anche per lo stile umorstico), oggetti e veicoli molto curati e l'effetto di trasparenza dei fantasmi. C'è pure una notevole scena di inseguimento che mi ha ricordato S.O.S. fantasmi. Un ottimo lavoro.
Alla fine, un numero che potreste trovare molto divertente. Oppure siete degli ombrosi misogini come me. 
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