giovedì 5 marzo 2015

Le Storie vol.29: La Battaglia di Marengo. Disegni Saudelli, Testi : Ruju

Spinetta Marengo, ai giorni nostri. Quattro ragazzi decidono di andare nei luoghi dove si è svolta la storica Battaglia di Marengo, il 14 giugno 1800, tra le armate di Napoleone e l'esercito austriaco. Il bel tempo, gli abiti striminziti e le belle forme femminili descritte da Saudelli con la riconosciuta consueta maestria, tutto fa pensare che da lì a poco "si trombi". Cosa che infatti una delle coppie si appresta a fare. Solo che l'altra ragazza inizia a dire che quel luogo è legato al passato della sua famiglia, c'è dietro tutta una storia bellissima che non ti dico, lunghetta ma che ne vale veramente la pena di sorbirsi, integralmente, invece che trombare, per tutto il resto dell'albo. Un ragazzo sano di mente, considerato il posto magico e pieno di verde e le belle forme femminili, come sopra già detto splendidamente descritte dal tratto di Saudelli ecc.ecc, le avrebbe ficcato la lingua in bocca alla seconda nuvoletta parlante/delirante evitandoci la mattonata. Ma lui no, lui è un esperto di storia a livello maniacale, uno che non si limita ad andare al museo storico cittadino di tanto in tanto ma ci "sverna proprio", al punto che gli addetti lo conoscono, se non lo vedono si preoccupano. Così mentre noi increduli speriamo in una qualsiasi svolta narrativa "di qualsiasi tipo" ma comunque atta ad ammazzate un racconto di cento pagine, la ragazza inizia a raccontare una storia d'amore stile Harmony tra un ufficiale, una bella damina e un cacciatore con tanto di rivisitazione del popolare, tutt'oggi amatissimo (???), sceneggiato rai "La freccia nera"...
No.
Il mio giudizio su questo albo potrebbe tranquillamente iniziare e finire con queste due lettere, accompagnate da un punto esclamativo per sottolineare la mia irritazione: "no!"
Ruju mi è totalmente uscito pazzo. E dire che su Dylan Dog spesso lo ho profondamente apprezzato. Ma forse gli hanno assegnato l'ingrato compito dall'alto e lui ha dovuto solo eseguire. Lo spero.

no Martin, anche se sai la risposta a noi non ci frega e tu per noi puoi sempre morire male!!!
Nell'anno di grazia 2015 è inconcepibile una struttura narrativa che si basa su un didascalismo tale che avrebbe fatto arrossire la redazione de "l'intrepido". Tanto per cominciare. I due ragazzi "non trombanti" oggi, anagraficamente, non possono esistere. Voglio un sondaggio su base nazionale per stabilire quanti giovani ventenni hanno visto lo sceneggiato rai anni '60 "la freccia nera" (perché la rivisitazione con Scamarcio non l'ha vista nemmeno la madre di Scamarcio) e conseguentemente gliene è fregato qualcosa.  Più di due non ne trovi e uno di loro vive tipo nella casa dei bisnonni, dove assembla galeoni in legno e vede in dvd "I cannoni di Navarone". L'altro è pazzo, vive in uno scatolone in autostrada. Ma i due eroi del racconto sono pure esperti delle armi d'epoca, hanno studiato la tattica militare della battaglia, compiuto ricerche sulle uniformi e sul ruolo delle truppe di retrovia. Probabilmente, a vent'anni (quindi precocissimi e geniali), stanno già ultimando l'università  facendo una tesi di un corso avanzato di storia o sono, semplicemente, degli intollerabili saccentelli stile Martin e Lisa, i secchioni dei Simpson, che tutto sanno e tutto appuntano. 
Il fumetto storico esiste ed è prospero, soprattutto in Francia, ma anche nel nostro ridente paese. Le Storie serve anche allo scopo di rappresentare eventi storici. Solo che oggi si tende a costruire storie che sono ambientate direttamente nel periodo storico di interesse (ma già dai tempi de Un uomo un'avventura) e che di conseguenza ampliano il coinvolgimento del lettore, dandogli la prospettiva di visitare, con gli occhi del protagonista di un racconto immaginario, ogni volta un mondo nuovo per tradizioni e usanze. Faccio un esempio recente di modo bello di trattare la storia: l'ultimo Tex di Serpieri. Nell'albo vengono presentati sommariamente dei fatti e descritti oggetti che sono spiegati nelle note, messe fuori dall'albo. Allora uno legge, si incuriosisce, piglia le note e scopre che il coltello di Tex è una replica di quello usato ad Alamo da Jim Bowie, che il contesto storico sono le guerre indiane ecc, ecc. L'interesse per questi oggetti ed eventi consegue all'interesse per la lettura. Qui assistiamo a due tizi ventenni che invece che fare "du zompi", al suono delle cicale, ci fanno una lezione di storia, sul pretesto, dicevo, di un romanzetto harmony di cui pure a loro sbatte pochissimo,  dicendo ogni due per tre "ma questo è avvenuto perché il moschetto..." e "ma questo è quello che dicono essere...", "il ruolo del tamburino era quello di...", " le donne che seguivano l'esercito francese avevano nomea di zoccole" ecc. ecc. .
Tutto questo, immagino consistente, lavoro di documentazione, pur astrattamente interessante viene mortificato dal dialogo tra saputelli". Non serve e spesso è ripetuto e ripetuto quasi si ritenga il lettore colpito da deficit dell'attenzione, sottolineare poi ogni minima cosa. Posso capire il quadro generale di un'opera su commissione destinata magari a una scuola di Marengo. Ce la vedo, la lettura di questo albo su dei banchi di scuola con annesso tema da svolgere sulle "tue impressioni". A me si sarebbero triturate le palle a svolgere quel tema. Ma poi cosa abbiamo come intrattenimento? Una storia che dice: "oh, sto copiando la Freccia Nera per spiegare un po' una battaglia di anni ed anni fa". Ok, questa è onestà intellettuale, la apprezzo. Comprendo altresì che l'intento magari nascosto di Ruju è cercare di attualizzare la storia, dirci che se sai la storia puoi magari abbordare una bella straniera. Ma è lui stesso a non crederci fino in fondo, appena ci presenta l'altra coppia che "collima", mentre i nostri due protagonisti si "smaronano" e noi con loro e il piccolo twist finale non è per me in grado di dare quel "di più" che l'intreccio necessitava.
I disegni di contro sono molto belli, molte scene di massa, molti paesaggi. Le scene ambientate nel passato sono colorate a mezza tinta e sono suggestive, calde. Lo stile di disegno dei volti e le fisionomie sono un po' schematici ma permettono ai dettagli di uniformi ed oggettistica di essere riprodotti al meglio. E poi ci sono i corpi femminili di Saudelli, che tutti ci resero già ciechi in giovine età e qui ritornano come smagliante marchi di fabbrica. 
Concludendo. Apprezzo l'impegno e il coraggio nel cercare un modo diverso dal solito che possa essere accattivante per suscitare interesse nelle nuove generazioni su importanti avvenimenti storici del passato. Tuttavia ritengo che non sia stato centrato a pieno l'obiettivo, pur nella splendida cornice artistica ritratta. Forse non è adatto al mio palato e ad altri potrà sicuramente piacere di più.
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