lunedì 16 marzo 2015

Il settimo figlio ...ma l'ho visto davvero?

Come cose inutili riaffiorino alla mente, mentre roba importante si dimentica sempre: Ogni tanto mi annoto le cose da fare, roba da gente vecchia che perde i colpi. Così sul mio taccuino da, che dico, sei settimane buone ho una annotazione del tipo: "Parlare del Settimo Figlio, non confondere con gli Iron Maiden...". Ogni settimana dimentico di spuntarla perché io del Settimo Figlio ho un ricordo vaghissimo.
C'è, mi pare, Jeff Bridges pettinato male e che parla in qualche stretto dialetto yankee. Ma Jeff Bridges da Il Grinta a Crazy Heart a R.I.P.D. è sempre pettinato male e parla in qualche strano dialetto yankee. C'è Ben Barnes, che non è Percy Jackson (la mia mente non vuole capirlo, anche se Gianluca mi ha minacciato con una sedia quando per la nona volta ho ribadito che è l'attore di Percy Jackson), ha fatto Il principe Caspian e Dorian Gray (che mi era pure piaciuto), ma che a me di faccia non rimane impresso, ed è interscambiabile con qualunque attore principale/spalla di young adult degli ultimi dieci anni. Sicuri che non è il tizio che fa Percy Jackson? C'è poi Julianne Moore, che fa la strega, che urla e dice cose folli, ma lo fa più o meno negli ultimi dieci film della sua carriera, potrei anche qui confondermi. E poi c'è una gnocca di nome Alicia Vikander che forse farà qualcosa per cui la ricorderò in futuro, tipo Ex Machina o Operation U.N.C.L.E. ma che per ora, anche perché ho gusti burini,  ha fatto solo roba che non ho visto. Tutto il contesto fantasy, infine, ha ormai insediato e livellato tutti i media. Dal cinema ai videogame, fumetti, moda, cucina e corsi medioevali di danza tradizionale. Tutto pare fin troppo familiare. Allora è dura davvero ricordare qualcosa che pare visto, ma visto altrove mille volte almeno, soprattutto quando un prodotto si genuflette ai canoni. Perché giuro, fino a pochi secondi fa, fino all'illuminazione (ma ci torniamo dopo), non mi ricordavo davvero di aver visto questo Settimo Figlio. Che dire poi del regista, Sergej Bodrov? Ha girato il celebre Mongol, unico waxia della storia che mi sono perso. Ma come è possibile che proprio nulla di nulla mi si palesasse alla mente? In effetti un morbo strano che deve aver colpito anche la Legendary Pictures, che si era (storia vera) dimenticata di fare uscire questa pellicola a febbraio dell'anno scorso con la scusa che: "Ma non l'abbiamo già fatto uscire? Sicuri?".
Probabilmente ora che nelle sale si sta diradando la sua programmazione, non ha nemmeno un senso parlare del Settimo Figlio ma oggi, dicevo poco sopra, mi si è accesa una lampadina, roba stile Memento di Nolan. Come avessi trovato un post-it tatuato sulla chiappa destra. Dovevo accendere il fuoco per far bollire l'acqua (storia vera), accendi-gas come sempre bagnato-non funzionante-pacco. Cerco fiammiferi e niente. Ravano nel cassetto e ti trovo un accendino a canna lunga stile lanciafiamme.

Il mondo si blocca. Nella mia mente compare Ben Barnes! Quello di Percy Jackson! No, scusate, non è che si può sempre ricordare tutto di tutto... Compare Jeff Bridges, quello che amerò sempre per Il Grande Lebowski e La leggenda del re pescatore. Con la sua faccia tutta ispirata storta degli ultimi suoi venti film in cui parla strano.


Dicevo, mi compare Jeff Bridges con in mano "quel" ridicolissimo bastone di plastica colorato male, con annesse lucine stile spada laser giocattolo, direttamente uscito da "cose brutte e finte" stile Barbarians Brothers (ricordare il drago fatto a scala mobile?). Con quella cosa triste e gommosa Jeff sta cercando di dare fuoco a delle comparse travestite da mostri scartati dal rooster di Mortal Kombat, roba indegna di una puntata di Ultralion. Ma fierissimi della loro ributtanza. Con attori che ci credono davvero nella loro performance drammatica

quest'anno l'oscar è mio!
E allora tutto, piano piano, ritorna. Come la peperonata.


Sinossi: Jeff Bridges è lord/sir/master/chisseloricorda Gregory, una specie di cavaliere Jedi (in questi mesi è il terzo o quarto personaggio che tra cinema e videogame richiama al ciclo arturiano, la fantasia è ufficialmente morta) che difende i villici di un generico mondo fantasy da zombie, diavoloni, orchi, draghi, non-morti, divinità indiane, dinosauri e in genere roba strana frutto di pericoloso abuso di redbull. Di fatto Sir Gregory sarebbe un mago e siccome siamo in un mondo maschilista-misogino è l'unico che può affrontare il nemico femmina per eccellenza, la strega, la "fata corrotta", probabilmente dall'arrivo delle mestruazioni, che in virtù del classico amore malato possessivo femminile (ma sto solo interpretando il film) è in grado di distruggere il mondo di un uomo diventando peggio di Satana. Così Jeff Bridges, malauguratamente,  si rompe di stare con la paranoica-possessivo-compulsiva fatina-stile-trilly Julianne Moore, che diventa in breve una strega che non ti dico, capace di perseguitarti ogni momento controllandoti su facebook e leggendo i tuoi sms e se scopre che sei andato con amici a Lugano ti ribalta casa, spacca il modellino di Gundam e brucia il cane. Per contenerla, perché le donne incazzate sono meta-umane e immortali, Jeff la imprigiona in una specie di trullo gigante di Alberobello e va a festeggiare ai Pin Up Cafè tutte le sere nei successivi cinquant'anni.
Poi arriva però la vecchiaia, e Jeff deve passare il fardello del mago locale a degli apprendisti, tutti scelti con un rigorosissimo metodo scientifico: un settimo figlio di un settimo figlio, anche se non ha fatto il classico e colleziona cacca di mosca. Ma la Moore, che per anni e anni dal suo trullo ha riempito twitter di frasi di odio nei confronti di Jeff, ora è diventata così potente da scappare dallo stesso con il minaccioso proposito di fargli pagare ogni scappatella per poi costringerlo a forza alla fedeltà eterna, a letto dopo Insinna, basta calcetto, niente coccole che ho ancora le palle che mi girano. Donne. Per rendere più concreta la minaccia Julianne va a ricomporre il suo piccolo esercito di seguaci stile cattivi dei Power Rangers. O riavrà il mago o darà fuoco al mondo. Ma Jeff non è solo. Ha trovato un nuovo settimo figlio di un settimo figlio, proprio nel momento in cui quello che aveva precedentemente in uso aveva rotto il contratto per andare a girare roba più redditizia, come il memorabilissimo "Pompei" di P.T.Anderson. Lo scettro del grande mago, un tubo di gomma con una fiammella finta e triste all'estremità, passerà quindi, dopo un proficuo addestramento all'attore di Percy Jackson. Cioè di Caspian. Uff... ma riuscirà il nuovo mago a non innamorasi a sua volta di una fatina prima dolce dolce come trilly e poi incazzata nera e mortifera alla prima scappatella?

Ben Barnes sul dizionario alla voce "carisma"
Mamma mia: Che poi la storia, stringi stringi, è davvero tutta qui. Tutto sto mondo non esisterebbe se non fosse per Bridges che non vuole trombarsi la ex. E cosa accade per tutta la durata del film? Insegnamenti alla Karate kid? Magari! Una convincente evoluzione-emancipazione del nuovo mago Ben Barnes? Ci sarebbe piaciuto. Un po' di sano splatter che non possiamo dire mai di no? Ma manco per sogno! Bridges e Barns, vestiti malissimo, che vagano a caso. All'improvviso appare un mostro. E loro vanno a farci botte. Punto. In un mondo fantasy a caso dove tutti i mostri sono privi di personalità al punto che non venderebbero neanche come giocattoli. Non c'è uno studio grafico o direzione artistica, ma manco la classe di un concorso di monster design con i disegni di bambini delle elementari. Cose che capitano a caso legate da una trama che serve a giustificare l'inclusione di continui nuovi mostri da sfidare, mostri che devono entrare nella trama perché sono stati comprati all'ingrosso, alcuni realizzati da artisti, altri da veri cani. E il problema non è forse manco il livello altalenate, quanto il fatto che questa struttura non diverte. Ci sono trovate visive interessanti e i draghi parrebbero pure da non buttare via, la trama non è tutta-tutta-cacca, Jeff Bridges che è garanzia di stare vedendo qualcosa di "valido", lui e la Moore danno un po' di credibilità al tutto,  ci sono le botte, le trasformazioni, le ri-botte, ma giuro, siamo davanti alla cosa più anonima e raffazzonata degli ultimi tempi, quasi in grado di scalzare dal trono dell'inutilità quel terrificante 47 Ronin con Keanu Reeves. Tutto è generico, dozzinale, già visto, e meglio, altrove. Il film è bulimico di contenuti che non è in grado o non è capace di sviluppare bene. Non una goccia del carisma fracassone di Hansel e Gretel - cacciatori di streghe, non un approfondimento alle tematiche sentimentali marchio di ormai tutti i young adult (ma cito Beautiful Creatures per stare in tema), non una trama solida o per lo meno sognante quando Stardust. Non siamo nemmeno dalle parti del "dozzinale di lusso" stile i due film sui Titani, gli effetti speciali hanno cali paurosi di realizzazione da un momento all'altro. Manca pure quell'autoironia, anche solo involontaria, da farne un guilty pleasure di serie Zeta. Il settimo figlio è irrimediabilmente moscio. Serioso, noioso e moscio. Ben Barnes è una pippa totale (e con gli anni pure più bruttino), non sa cosa sta facendo, non ha voglia di farlo o sta pensando ad altro. I suoi combattimenti con i mostri sono brutti, ma quando impugna l'accendigas magico diventano pura spazzatura. Non aiutano i costumi di scena pacchianamente orribili, su tutti i livelli. Scarti di qualche palio rionale a tematica medioevale che si svolge nel bergamasco e saldi fuori stagione di un sexy shop romagnolo.
A noi piacciono le poverate, le poverate sono "vita", puro spirito ribelle contro la macchina dei soldi degli studios, pietre angolari liberatorie della settima arte. Ma questo film non ha nemmeno quella piccola scintilla per farsi apprezzare come poverata, pare una marchetta su commissione afflitta produttivamente da continui tagli di budget e riscritture, tipico marchio di fabbrica di un produttore esecutivo pazzo.
Ad una prima visione può anche divertire, grazie soprattutto alla Moore, a Bridges e all'orco con il faccione palesemente di gomma, ma tutto il resto floppa, i giovani attori floppano e la trama non prende mai. Riguardarlo è una fatica indicibile, uno sforzo crudele che reca l'amara sensazione che se fossero stati concentrati meglio gli sforzi, di scrittura quanto di rappresentazione, su scene più mirate, qualcosa di buono si poteva anche cavare. E cacchio avevano in mano una saga fantasy di base. Potevano girarla come cavolo volevano e farci un brand. Si vinceva facile. Tutto qui non funziona ed è sentitamente assurdo che siano stati buttati tanti soldi in questo progetto, quanti per l'orribile Conan di Mamoa, da un'etichetta poi che ti esce con cose tipo Godzilla di Gareth Edwards, Pacific Rim di Del Toro. Follia pura.
L'orco non parla perchè il trucco non lo permette!!! Una poverata quasi commovente...
Il brutto bastone-accendino d gomma, che sognava di essere lo scettro di un mago, rimane il simbolo dell'incompiuto, non voluto, sottopagato, trascurato, sfigato, perdente bel film che sarebbe potuto essere. Un film che è destinato purtroppo al veloce oblio.
Ma di cosa stavo parlando?
Ma è quella cosa con il tizio di Percy Jackson?
Ehi, è un sacco che non vedo Ultralion!

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