venerdì 7 novembre 2014

Chappie - il primo trailer del nuovo film del nostro mito Neill Blomkamp


Neill Blomkamp è uno dei miei registi preferiti e questo è il nuovo film di uno dei miei registi preferiti. Per me basterebbe questo, ma il post sarebbe già bello che finito ed è lecito contestualizzare. Blomkamp mi piace perché si pone delle domande che la fantascienza in genere tende a glissare. Il ruolo della malavita nel futuro, dove tutti i dati e progetti sono copiabili o emulabili. Cosa realisticamente accadrebbe se degli alieni buoni arrivassero sulla Terra. La sempre più profonda frattura, con basi odierne, tra ricchi e poveri. Una scienza e un sistema sanitario che può con pochissimo sforzo aiutare tutto il mondo ma non lo fa. A questi temi che, ripeto, sono non banali, Blomkamp aggiunge il suo peculiare, frenetico, stile di regia, tra guerrila-cam e blu screen. La scelta di ambientazioni sporche ma brulicanti, diretta citazione dei luoghi del sud Africa dove lui stesso ha vissuto nella sua infanzia, un caleidoscopio colorato quanto sporco, fangoso. L'uso di attori bravissimi in ruoli estremi, a volte viscidi burocrati a volte rudi post-cavernicoli confinati in un mondo futuro-remoto, dove spesso gli istinti più animaleschi prevalgono. Un amore viscerale nella rappresentazione, tuning e preciso funzionamento di armi, robot e attrezzature militari futuribili quanto grezze, usurate, sporche, oggetti veri-verisimili, alla Star Wars nati anche dalla sua passione per gli anime giapponesi. Anche lui è un bel nerd. E ce lo dice, nel commentario di District 9, di essersi ispirato per l'estetica del volo guidato dei missili del mech-alieno (come per il mech stesso) a Macross, come per la città nel cielo di Elysium di aver cercato di riprodurre le colonie di Gundam. Un po' Carpenter, un po' Verhoeven, un po' Cameron, un po' Kevin Smith. Gli hanno chiesto di dirigere un film su Halo, promettedo di coprirlo di soldi. Lui ha detto di no, che aveva le "sue" storie da raccontare e questo Chappie è il suo terzo, potente, grido di indipendenza. 


Chappie è un bambino. Un bambino un po' diverso dal solito, riporta il comunicato stampa di Sony, società produttrice del film. Infatti è una intelligenza artificiale, ancora grezza ma che riesce a pensare, a crearsi una rete di contatti. Nasce da una fabbrica, scopo militare, un proto-poliziotto robotizzato, non troppo distante dai robot-aguzzini di Elysium che picchiavano Matt Damon. Viene trafugata da dei malviventi del futuro (da sempre protagonisti assoluti tanto di District 9 che di Elisyum) che in qualche modo poi la perdono.

Fino a che un gruppo di abitanti dello slum- ghetto la trova (tra loro c'è anche il bravissimo Dev Patel di Slumdog Millionaire), la adotta e la cresce "come uno di loro", non badando al fatto che è una macchina. Sulle sue tracce si lancia già qualcuno (Hugh Jackman), il classico "cattivo-adulto-non-più-bambino" del film E.T. potremmo immaginare. All'intelligenza artificiale viene dato un nome, come in Corto Circuito il robottino diventa dal seriale  "Numero 5" un molto più simpatico Johnny 5. Per il robottino del film di Blomkamp il nome scelto è quello della classica "pappa per animali": Chappie. E con il tempo Chappie (interpretato in voce e movenze motion captured dall'attore-feticcio di Blomkamp, Sharlito Copley, molto versatile e anche lui un nome da tenere molto in considerazione di questi tempi, anche in riferimento al suo bel ruolo recente in Malefica), inizierà davvero a crearsi una vita autonoma, a crescere come un bambino moderno. Vedere i cartoni animati, dipingere, muoversi nel ghetto a passo di rap, farsi tatuaggi con bombolette spray, farsi tanti amici da brutta compagnia ma anche no. Fino a che dovrà per forza anche per Chappie arrivare il momento di diventare grande, dimostrare di essere un uomo, magari anche sacrificarsi. Il liento fine in Blomkamp del resto non è mai garantito.

Blomkamp è sempre sul pezzo. Oggi le Intelligenze artificiali sono all'ordine del giorno, già impiegate in ambito bellico quanto nella ricerca, con l'Italia peraltro impiegata in un importante progetto per la creazione-affinamento di un robot che imiti il ragionamento di un bambino di 3 anni. E qui parlo sul serio, non sto più trattando la trama del film! Oggi si può realmente "fare", almeno a livello embrionale, ci sono seminari di studio che parlano addirittura di "diritti civili" delle intelligenze artificiali (e se non fossi partecipato a uno di questi non ci crederei nemmeno io). Nel futuro sarà sempre più facile vedere macchine senzienti, ma già oggi del resto siamo circondati da macchine che ci semplificano la vita, basta pensare a quello che si riesce a fare oggi con uno smartphone! Siri distruggerà il mondo, come dicevo più indietro nel blog... Allora il punto di interesse "fantascientifico" si spostava, nel racconto di genere, tanto sugli adagi Asimoviani della convivenza uomo-macchina, se non sugli incubi postatomici di Cameron. Ma Blomkamp sembra cercare la via meno battuta e più consona al suo stile, quella umanista-sociale. Vede le macchine non troppo distanti dai suoi alieni di District 9, una nuova "razza", con cui convivere e spartire spazio vitale. E questo si traduce in una critica sui sempre più attuali problemi di buon vicinato e sul modo in cui, storicamente, i paesi più poveri siano di fatto quelli dove l'integrazione è più facile.

Non manca nel quadro d'insieme l'aria vintage tanto cara al regista, il suo nero-realismo-futuristico. Il suo Chappie assomiglia tanto a Johnny 5 di Corto Circuito, quanto a Wallie, per le nuove generazioni. Magrino, con un'aria timida, i meccanismi molto giocattolosi. Quasi un Bambi robotico che ogni bambino vorrebbe in camera sua.

Ma il suo aspetto riporta profondamente anche alla sua passione per i manga, in quanto Chappie è di fatto la versione meno "pompata" di Briareos, con tanto di orecchie, uno dei protagonisti di Appleseed di Shirow (autore anche di Ghost in the shell, ricordiamo). Certo che gli scenari di Appleseed, soprattutto nella nuova incarnazione filmica, l'alpha (in uscita in dvd e blu ray il 19 del mese), paiono davvero uscire dai flm di Blomkamp... e la cosa ci piace quanto ci inquieta...

Hugh Jackman come Steve Guttenberg? Vedremo!
Sono già entusiasta per questo nuovo progetto e felice di seguirne l'evoluzione fino alla data di uscita prevista per giugno del 2015. E voi?
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