lunedì 28 luglio 2014

Transformers: l'era dell'estinzione. Per le fan di Mark Wahlberg e chi ama tornare bambino


Premessa-cronistoria della strategia politica Hasbro-americana per il reclutamento truppe: I Transformers sono giocattoli creati dalla Hasbro a metà degli anni '80 per un pubblico di acquirenti di età scolare. Pertanto i prodotti legati a questo brand devono soddisfare il core business. In sintesi, vi invito a seguire per punti i grafici che seguono. Oppure saltate tutto che è uguale.


Sono giocattoli, cioè roba fatta per giocare, colorata. Giocattoli bellissimi dal design figherrimo. Ma prodotti così fragili in genere che basta un soffio di vento per farli crollare e rompere un braccino, perdere un missilino, distruggere lo stronzissimo diadema dalle mille antennine sulla fronte del pupazzo.  In sostanza si rompe e si ricompra per rompersi ancora e ricomprarsi, che tanto il denaro cresce sugli alberi. Questo è il primo grosso risultato. Ma c'è di più.


Sono i nuovi soldatini. Al grido di "collezionali tutti", che farebbe svenire ogni genitore, il pupo si scopre sedotto dai pupazzi per ben tre motivi. Ci sono le storie alla televisione, storie spaziali e potenzialmente cruente ma innocue. I pupazzi si trasformano, stimolando l'apprendimento (dicevano sempre negli anni '80 esimi psicologi... :) ), partendo dal più amato giocattolo di sempre, le macchinine. I pupazzi sono tutti armati di fucilini che per lo più sparano. Fucilini che come per i G.I. Joe vengono prontamente venduti in replica a dimensione reale, quando il trasformer stesso non diviene lui una pistola.


Strategia di reclutamento: Con un giocattolo si appassionano i bambini al mondo militare. Non una cosa nuova, poiché da sempre si fabbricano spadine in legno, ma una cosa potenzialmente utile a livello politico. La stessa cosa si fa oggi con i videogiochi alla Call of Duty, che dovrebbero essere vietati ai minori ma che di fatto sono per il 99% giocati da minori. L'arma attrae sempre, non c'è niente da fare, se c'è pure una storiella sotto di buoni e cattivi è pure meglio.


Effetto collaterale molto "Peace'n'love": Naturalmente a questa equazione di fondo è scappato un passaggio fondamentale, forse per colpa del buonismo dei cartoni animati americani, della torta di mele anni '80 e dei Duran Duran. Così, invece di un esercito di supersoldati con il fisico di John Cena, la natura ha evoluto i bambini degli anni '80 fan dei Transformers in simpatici collezionisti che pur hanno foraggiato per anni  la Hasbro. I bimbi soldato erano perduti, ma in futuro chissà, magari...

il primo Transformers in sintesi: donne e motori, stessa erezione
Rivoluzionare il brand con film cinematografici di Michael Bay, parte 1. Divenuto notorio che i Transformers non hanno più il successo di un tempo, anche per colpa di nuove serie che dagli anni '90 sono realizzate con computer grafica semplicemente orribile o grafica semplificata-economica alla Dexter's Lab, si attua a metà 2000 una strategia di rilancio cinematografico ad opera di Bay. Lo scopo è far tornare i ragazzini a comprare pupazzi, ficcando qua e là decise sterzate d'occhio, proprie del cinema di Bay, ai mille sogni di una carriera militare possibile. I transformers sono pericolosi robot alieni forti e bene armati, ma anche i soldati U.S.A. possono tenergli testa e il reclutamento prevede tanti amici, grande paga, pistole vere e posteggio in zone di guerra pericolose quanto club vacanze a Sharm el Sheik. Wow. Il ragazzo americano qualsiasi della pellicola possiede sì un autobot Camaro e frequenta una strato-strato-strato-gnocca come Megan Fox, ma lo spettatore scoprirà che i militari non sono da meno e se ti arruoli potresti avere come compagno di branda Tyrese! Emh... La pellicola ripropone il classico sogno americano, in cui a un giovane ragazzo attore cane e antipatico come Shia LaBeouf capitano solo cose fighe anche se non se le merita unicamente perché si trova in un film di Michael Bay. Pertanto in virtù di questi "doni" a un certo punto viene necessariamente (giuro) arruolato nell'esercito. Sì, lo so, non fa una piega. La storiella parla di come l'età adulta (militare, magari) inizi con l'acquisto della prima macchina e incredibilmente centra l'obiettivo. A corollario scontri tra robot ad libitum buffi ma cazzuti dove pistole giganti non mancano mai. Anche se poi la gente in sala odia LaBeouf come la scabbia, il film è così colorato e spielberghiano (dall'influenza del produttore) che gli si perdona ogni cosa, machismi americani compresi. Inoltre la scelta di utilizzare un registro comico alla American Pie e bravi attori come Jon Voight, Anthony Anderson e Turturro piace. Trama semplice e, dicevamo, paracula. I robot sono fighi, si muovono e trasformano così velocemente che non si capisce nulla, ma tutti esultano felici mentre il transformer Bumblebee piscia olio sulla testa di Turturro. Successone. L'esercito fa un figurone con le nuove armi da tracciamento laser.
il secondo Transformers in sintesi: egizi e scoregge fanno sempre (?) ridere
Rivoluzionare il brand con film cinematografici di Michael Bay, parte 2: anche causa sciopero degli sceneggiatori (un evento nefando che ha distrutto sul nascere capolavori come la serie tv Heroes) il polpettone cambia impasto. La storiella questa volta dice che bisogna andare al college per scopire cosa fare da grandi (ma si ha nel contempo una gran voglia di andare a sbirciare nelle caserme), ma il college è un luogo dove si fanno solo conoscenze buffe e si incontra materiale umano disposto al sesso. A corollario insostenibile menata robotica in salsa pseudo egizia.  Non funziona tutto bene come nella prima storiella.  Da qui e per le future pellicole, per evitare mal di testa, sarà necessario resettare il cervello sulla trama che riguarda i robot. Meglio dimenticare che aprire gli occhi davanti a spaventose falle di sceneggiatura e logica scaturite da battute tipo "la Terra è per noi un pianeta ignoto, mai visto". Combattimenti robotici ancora più estremi e cazzuti, dotati di fortissima componente splatter. Umorismo e ambientazione che ricordano Natale sul Nilo. Un LaBeouf e famiglia al seguito insostenibile. A rivederlo oggi risulta meno disastroso che in sala, ma è un film imperfetto che non ha fatto molto bene al brand, allontanando di fatto molti spettatori. Disordinato nello svolgimento, sostanzialmente privo di trama, svogliato nella recitazione, con un senso della commedia presa dal peggiore Adam Sandler (perfino i robot fanno battute scurrili e razziali, gli animali si inchiappettano di continuo, la madre di Labeouf va in acido e tristi cose di questo tipo), il film regala tuttavia scene action davvero estreme e spettacolari da vedere e rivedere al rallentatore insieme alle inquadrature zozze di Megan Fox. Di nuovo i robot sono fighi ma confusi nei movimenti e trasformazioni. Migliaia di fan svengono in sala vedendo in azione il componibile Devastator dotato di scroto o la versione upgradata di Optimus Prime. L'esercito suona le campane del reclutamento proponendo i nuovi mezzi blindati leggeri. Un flop "virtuale" però, poichè ha incassato una cifra stratosferica. Serve un ritorno a qualcosa di più classico.

il senso di Transformers 3: se vuoi la bionda devi avere almeno la macchina che vedi qui o superiore
Rivoluzionare il brand con film cinematografici di Michael Bay, parte 3D: Clamorosamente Megan Fox litiga con Bay e non è presente nella pellicola. La sostituisce una modella inglese completamente composta e rivestita in lattice di cui nessuno oggi si ricorda più il nome. La storiella vuole che dopo auto e college Shia LaBeouf si trovi effettivamente un lavoro, ma chi ti dà il posto di lavoro potrebbe essere una persona che non ti piace (mentre l'esercito è sempre una bella e grande famiglia e Tyrese è il nostro migliore amico). Scontri tra robot a piacere in salsa cospirazionista dal minutaggio spaventoso. Anche qui un reset di memoria sugli eventi passati dei robot è di rigore.  Se i film dei transformers sono lunghi in genere, questo è eterno. Davvero. Dopo i primi 90 minuti si avverte l'esigenza di andare a casa a dormire sereni. Anche perché i primi 90 minuti sono divertenti ma riempiono, stoppano, con un LaBeouf totalmente fuori controllo che vorremmo riuscire a picchiare grazie a un upgrade della tecnologia 3d. L'attore urla, picchia il muro, esaspera i suoi tic nervosi e dimostra ancora più che nel numero due la sua vera essenza: non serve a un cazzo all'evoluzione della trama dei transformers. Non serve perché nessuno si identifica in lui, nessuno vuole vederlo su schermo, nessuno capisce dove il suo personaggio voglia andare a parare. E lui recita orribilmente, con tutta la spocchia possibile a rendersi odioso. Il male del brand qui diviene così evidente che pare giusto l'accorgimento di segarlo definitivamente dalle future pellicole. Non mancherà a nessuno. Anche in questo caso a soccorso della pellicola arrivano i robot e diecimila effetti speciali al seguito tra palazzi in caduta libera, astronavi e teletrasporti interplanetari. Le animazioni dei robot sono spettacolari e finalmente l'azione risulta abbastanza chiara. Ma tipo l'Optimuns Prime volante era più figo nel film numero 2 e per idiozie di sceneggiatura il capo degli autobot rimane impigliato a dei cavi per 30 minuti di film a dimostrazione che la sceneggiatura è piena di cazzate era decisamente migliorabile.  Il carrozzone è immane e divertente se visto in due comode volte. Insostenibile tutto di filato. La novità per l'arruolamento bellico sono delle tute modello scoiattolo volante che permettono di paracadutarsi e planare (sembrano evoluzione di quelle sviluppate dal compianto De Gayardon), ideali per avvicinarsi in volo a Chicago mentre è in atto una invasione aliena. Queste tutine sono oggetto di una scena lunga, cretina e decisamente mal girata.  La trama è bruttina, probabilmente più di quella del capitolo 2. Ma c'è così "tanta roba" che per ogni passo falso ci sono almeno tre idee valide. Altro successone.
il più grande attore del momento
Rivoluzionare il brand con film cinematografici di Michael Bay, parte 4. Bay arriva al dunque. Ci mette un po', ma ce la fa. Cosa piace a grandi e piccini più delle auto? I dinosauri! Cosa vorrebbero migliaia di fan dei Transformes? Vedere morto-vaporizzato Shia LaBeouf ed eliminati gli insostenibili spottini dell'esercito. Anzi, vediamo per una volta l'esercito come cospiratore, brutto e cattivo, che non è poi un male. Ma il centro la pellicola lo fa con il protagonista. Mark Wahlberg. Wahlberg incarna alla perfezione il ragazzino che negli anno '80 vedeva e collezionava i Transformers. Un ragazzino cresciutello, ma non uno sfigato-obeso-"de-palestrato", che cerca ancora nel suo garage di assemblare robottini buffi. LaBeouf non ha mai compreso cosa significava parlare a tu per tu con i Transformers, perchè è figlio di una generazione che nemmeno li ha visti in tv i Transformers o comunque ha ben altri miti. Wahlberg è invece perfetto e il pubblico vero di riferimento, quello dei trentenni, a pelle, lo capisce. Questa è la chiave vincente della pellicoa, ma di questo parleremo più diffusamente qui sotto. Di sicuro possiamo dire che Bay per una volta non ha fatto da volantino per il reclutamento. Di questo gli siamo incredibilmente grati.

I brand di successo non muoiono mai
Rivoluzionare il brand con film cinematografici di Michael Bay, parte 5 . Già in produzione il quinto capitolo. La saga non sembra ancora avere alcun segno di cedimento e di fatto il capitolo 4 apre la strada ad almeno una nuova trilogia. Bene. I fan ringraziano. I detrattori invece hanno tutta la mia stima e simpatia. Arrivare a vedere un film che non gli piace per la quarta volta pur di dire, non retribuiti, che, per l'appunto, non gli piace, è un gesto che ha qualcosa di eroico, sovrumano. Non credo che la formula negli anni andrà a modificarsi molto, ma sono convinto che piccoli miglioramenti possano ancora esserci. Non troppi però, o le fan dei Linkin Park poi se la prendono..

immagine di puro trolling per addetti ai lavori..

Sinossi: Sono passati alcuni anni dalla maxi distruzione di Chicago a seguito di combattimenti tra robot alieni. Shia LaBeouf e la sua famiglia non sappiamo dove siano e cosa facciano, ma ce ne sbatte una sega. Uno pseudo Bill Gates (Stanley Tucci, bravissimo) ha raccolto qualche cadavere alieno e ci ha fatto esperimenti sopra allo scopo di creare nuova tecnologlia Ipad (ma non era la stessa cosa che faceva il Settore 7? Erano forse inetti?). Un militare cocciuto e potente (Kelsey Grammer, la amatissima star di Frasier, qui in un ruolo truce ma convincente) si è alleato con un oscuro cacciatore di taglie Transformer (dove l'ha conosciuto? Chat dei fan di Shia Labeouf?), Lockdown (con tanto di mega astronave dotata di ciurma e animali trasformabili), allo scopo di eliminare ogni traccia di robot dalla terra, buoni o cattivi che siano. Optimus Prime e soci vivono così alla macchia, fino a che il capo degli Autobot, in fin di vita, viene "acquistato" dall'inventore-redneck Mark Wahlberg. Un simpatico quanto improbabile genio autodidatta in canotta unta che cercherà di rimetterlo in sesto. Sarà un macello. Seguono botti, ri-botti, esplosioni, inseguimenti, trasformazioni, ri-trasformazioni, boooom e badabooom e cose così. E poi arrivano i dinosauri. E tutti in sala piangono di gioia.


Pop art cinematografica anno 2014

Cose Belle:  Parliamo di un film di Michael Bay con protagonisti dei robottoni parlanti. Per l'esattezza parliamo del quarto film della serie. Ripetiamo quanto sopra già espresso. Solo un pazzo masochista potrebbe spingersi in sala a lamentarsi, per la quarta volta,  non pagato, perchè è un film di Bay e ci stanno robottoni parlanti. Tuttavia se avete fino ad ora vissuto in pace e tranquillità senza Transformers e volete provare ad andare al cinema a vedere un film divertente, questa è l'occasione giusta. Non occorre aver visto le pellicole precedenti, la storia funziona molto meglio del solito, i personaggi si dividono per interpretazione tra bravi e simpatici. Gli effetti speciali sono bellissimi, i robot sono dettagliati come non mai e le loro animazioni sono per la prima volta davvero chiare e convincenti, certe scene sono così epiche che fanno tornare gli spettatori in sala all'età di 13 anni. Altra cosa buona, sono stati segati quei tristi-triti spottoni militaristi abituali dei film di Bay, per intenderci, le solite cacchiate-spaccone tipo "mandami la pioggia ", scoiattoli volanti e puntamenti laser vari, argomenti-pretesto-inutili volti solo a dimostrare che l'esercito americano reale ce l'ha più duro anche di implausibili robottoni alieni disegnati, con serie in tv alle tre del pomeriggio dopo Mio Mini Pony. La campagna arruolamento è sospesa, speriamo lo sia per sempre e ne siamo grati. Ma soprattutto rispetto alle altre pellicole dei Transformers non c'è lui, uno dei peggiori attori della Terra, il ragazzino scelto da Spielberg (produttore esecutivo) probabilmente perchè gli ricordava lui da bambino imposto a Bay e ficcato a forza pure nell'ultimo Indiana Jones. Manca il supponente, irritante, antipatico, odioso, insignificante, noioso, isterico, sfigato, apatico, diarroico, inetto Shia Labeouf.

potete prendere questa foto, stamparla e schiacciarla con un piede...avrete un buon effetto tridimensionale e relax..
Ora non ci crederete, ma togliere dai Transformers militari esaltati e Shia LaBeouf e aggiungervi personaggi divertenti e una trama semplice ma plausibile è un gigantesco passo avanti, quel tanto che basta a ridare credibilità e fascino a un progetto che, nonostante la presenza di attori di peso come Malkovich, Turturro e la McDormand appariva sulla carta, per limiti vari, già concluso. Al contempo sul lato dell'effettistica non si possono che elogiare significativi passi in avanti nella resa dei robot. Eliminate le ultra-complicate scene di trasformazione del passato e gli ultra-dettagliati vecchi modelli tridimensionali, oggi abbiamo una resa più realistica dei personaggi e, se possibile, dei robot di diverse lunghezze più belli da vedere (il tutto comunque avviene in modo organico, non troverete di punto in bianco un Optimus Prime diverso e la storia rende bene i vari passaggi di cambiamento del chara).  Bay ha saputo prendere il meglio da una serie che, ricordiamo, ha fruttato incassi miliardari ed è riuscito a dare nuova linfa al progetto. E lo ha fatto tornando umilmente sui suoi passi e tradendo alcuni suoi marchi di fabbrica, non una cosa da poco. Qualcuno dirà che Wahlberg e compagni sono poco ispirati, cosa opinabile, ma Grammer e soprattutto Tucci sono qui degli autentici fuori classe, capaci di catalizzare l'interesse su di una trama che, a pensarci sopra, è decisamente meno banale del solito, meno urlata e più intima, perfino più cupa. Nello specifico il personaggio di Tucci ha delle evoluzioni pazzesce, si pone effettivamente delle domande e agisce in modo meno ovvio di quanto all'inizio appaia. Mi auguro di rivederlo anche nei prossimi capitoli. Un bel lavoro.

Cose si fa a non invidiare almeno un pochino Michael Bay...qui con la biondina del film
Cose meno belle ma colorate: Resta il fatto che parliamo sempre di un franchise il cui core business sono bambini di 13 anni e che necessita un reset del cervello per ogni visione. Sì, perché non ci possono venire a dire che "La Terra è un pianeta a noi sconosciuto" quando ci cadono per caso da milioni di anni più volte, non possono dirci che bisogna decriptare dei messaggi alieni quando di fatto le comunicazioni avvengono, in perfetta tranquillità già da diversi anni, non possono venirci a dire che hanno un mega computer in cui è infusa tutta la loro storia ma che nessuno di loro ci ha mai fatto caso. Dal nulla arrivano l'All Spark, la leva di comando (o qualcosa di simile), il teletrasporto e il trasformium senza che nessuno spieghi come sono in relazione. E poi dal nulla compare sempre qualcuno di notissimo, fondamentale, che appena due minuti prima, per svariate ore di pellicola, non era stato mai neppure citato.  Vabbeh. Torniamo tutti tredicenni un po' distratti e godiamoci questi film per quello che sono, colorati ottovolanti, molto divertenti da vedere ma da rivedere a piccole dosi, dilazionati nel tempo. Del resto questo non è Il padrino, ma l'adattamento di un cartone animato pensato per bambini, anche se pieno di tocchi di classe e piccoli regalini "splatter" per far piacere agli spettatori più adulti.

sono Optimus Prime in una evidente metaforona fallica
Conclusione: Dopo questa stremante maratona ho una gran voglia di dormire per tre giorni. Il quarto film dei Transformers è divertente, forse il migliore film della serie o comunque a livello del primo. Finalmente possiamo assaporare oltre a sempre splendide scene di inseguimento e tramonti con in sottofondo i Linkin Park una trama che unisce abbastanza bene il tutto. Finalmente abbiamo a che fare con personaggi che possono assomigliare a qualcosa di umano, che esprimono sentimenti autentici e fanno cose coraggiose quanto a volte spiritose. E poi ci sono i dinosauri. Se non vi irrita la prospettiva di un finale così aperto da sembrare quasi non-sense e cercate qualcosa da alternare in sala allo splendido Purge-Anarchy e al prossimo film del Pianeta delle Scimmie in uscita il 30, l'ultima pellicola di Bay potrebbe fare per voi. Non ho parlato della componente femminile, mi dicono dalla regia. Beh, diciamo anche in questo film non siamo messi male, ma che i grandangoli sulle chiappe della Fox non ci sono più. Magari qualche ragazza ringrazierà. 

In realtà Shia LaBeouf l'ho schiacciato io in un momento di stress...sono sempre il vostro transformer preferito?
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