sabato 8 marzo 2014

The Lego Movie



Un mondo di regole ed eccezioni. Nell'universo parallelo dei mattoncini Lego esiste un manufatto pericoloso che contiene una forza distruttiva potente edinarrestabile. Il saggio Vitruvius lo conserva da tempo in un tempio segreto, tuttavia il malvagio Lord Business (doppiato da Will Ferrell in originale e Pino Insegno da noi, mi pare) dopo uno scontro feroce che dura pochi secondi senza troppo entusiasmo, riesce ad annichilire il Vecchio (doppiato in originale da Morgan Freeman, mica noccioline) e a impossessarsene. Ma il custode battuto rivela al marrano che un giorno arriverà qualcuno, “quello speciale”, che insieme a un manipolo di eroi e con l'ausilio del “pezzo forte” riuscirà a contrastare e distruggere il prodigioso manufatto. É inevitabile, è già scritto, il giorno della rivalsa arriverà. Giusto 8 anni e mezzo dopo conosciamo Emmet (in origine doppiato da Chris Pratt... che oggi non vi dice nulla ma in futuro assocerete con Star Lord...). 

Emmet è un operaio specializzato di Lego City, un fedele gioioso ingranaggio di un mondo oliato e ordinato come un orologio svizzero. Ogni giorno vive di perfetta routine, dagli esercizi fisici alla mattina, alla visione del programma tv “Dove sono i miei pantaloni”, al turno di lavoro al cantiere cui segue la serata con i colleghi. E tutto è così perfetto, tutto è così meraviglioso, che Emmet ama alla follia la sua vita piena di istruzioni, routine, ordinate code in autostrada. Al punto che “seguendo il flusso”, con imperituro stampato il sorriso ebete, è divenuta la personcina gialla più indistinta e banale della sua città, un volto che a fatica si distingue dalla massa, qualcosa di avvertito come una sorta di deja vu (per dirla alla Men in Black). Così, alle pendici della ordinata e meravigliosa vita di Emmet , non esiste una famiglia al di là del lavoro (tragicomicamente divide la colazione in compagnia della sua pianta da arredo) e perfino le persone a lui più vicine non sanno esattamente chi lui sia. Una vita semplice con poche gioie, ma avvolta da inconsapevole ottimismo, pronta però a mutare quando il nostro fa la conoscenza di una fascinosa ragazza in nero. Non prima di essere per puro caso incappato nel “pezzo forte”, l'elemento che fa di lui automaticamente la persona più importante del mondo. La ragazza infatti cerca l'eroe della leggenda per conto di Vitruvius, e l'eroe non può che appartenere alla casta dei cosiddetti “mastri costruttori”, individui in grado di sovvertire gli elementi della realtà (i mattoncini lego) per creare in piena autonomia di regole e buon senso qualcosa di nuovo e rivoluzionario. Qualcosa di fatalmente pericoloso per l'ordine costituito, perfetto e ordinato, di Lord Business. Ma saprà Emmet, l'uomo più comune degli uomini comuni, pur in possesso del “pezzo forte”, dimostrarsi anche un abile mastro costruttore?

Quello Speciale. Creazione, condivisione, fantasia. Credo di aver rubacchiato da qualcos'altro 'sta frase. I mattoncini danesi della Lego sono a ragione diventati negli anni uno dei più ambiti must per bambini di ogni età. Renato Pozzetto in “Da Grande” entrava nel negozio di giocattoli puntando al “Lego Grande” (mi pare fosse un monorotaia spaziale... bellissima) e ancora oggi milioni di persone corrono all'assalto dei mattoncini. Gianluca, che di Lego ne sa più di me, mi ha detto che intorno agli anni '90 la società ha avuto una piccola inflessione, ma che da quando si è potenziata con nuovi colori e pezzi, acquisendo poi importanti licenze come Star Wars, è di fatto inarrestabile. Oggi brand come "I pirati del Caraibi", "Simpsons", "Il signore degli anelli", ma anche case di comics come DC e Marvel, nonché da ultimo Disney in toto, fanno letteralmente a botte per avere una loro opera trasposta in set collezionabili di mattoncini.


Peccato che il gioco sopra citato di fatto non esista... Non solo! Anche i videogiochi tratti dalle “versioni lego” di questi marchi, dove al fianco dell'estetica è sempre presente una componente di costruzione creativa dei mattoncini, vendono tantissimo e si sono in parallelo sviluppati anche cartoni animati.


Anche questo un lavoro eccelso che vi obbligo a guardare su "Youtube" integralmente... Mancava però un film che portasse sugli allori il mito dei Lego “in sè”, dotato di personaggi autonomi (o quasi) e di una trama che sapesse al tempo stesso racchiudere il significato dei Lego, il “perché”questo prodotto venda tanto bene, il cuore dietro alla plastica assemblabile. Un film-manifesto unico, pensato e realizzato al meglio. Un film speciale.
I Mastri costruttori. Se il mondo dei mattoncini non conosce confini, assemblare una pellicola convincente e mirata sul Brand Lego non è cosa da poco. Servivano professionisti di peso per fare in modo che l'intera pellicola fosse fatta esclusivamente da Lego senza tradirne le regole. Occorreva in buona sostanza mesciare i seguenti elementi. Una tecnica che cogliesse l'ironia alla South Park per rendere al meglio i limiti fisici e gestuali dei personaggi Lego, incapaci a rappresentare cose troppo complesse sulla carta. 

Per valorizzare il realismo dei mattoncini non c'è nulla dei mattoncini stessi e quindi occorreva un uso accurato della complicatissima, costosissima e artigianale tecnica dello stop motion, campo in cui l'inglese Aardman di "Galline in Fuga" è maestra. Combinare il tutto in uno splendido colpo d'occhio attraverso la tecnologia 3d. Mica facile. Per la regia vengono così scelti Phil Lord e Christopher Miller, gli artefici del bellissimo, coloratissimo e divertentissimo "Piovono Polpette" (e del divertente remake di 21 Jump Street), una piccola grande gemma in grado di far innamorare chiunque ci si sia avvicinato, anche solo per caso. Allo script lavorano insieme ai registi anche Dan e Kevin Hageman, già sceneggiatori del molto simpatico (salvo per le sezioni da discoteca) e visivamente bellissimo "Hotel Transylvania". Un buon team supportato da uno stuolo di grossi attori a prestare la voce in originale, tra cui Freeman, Ferrell, Charlie Day (di “C'è sempre il sole a Philadelphia”), Elizabeth Banks, Liam Neeson, Will Arnett (che in italiano non a caso è stato sostituito da Claudio Santamaria). Come è venuto alla fine 'sto film dei Lego, quindi?
E' meravigliosoooooooo! È meraviglioso far parte di un team! Una Bomba!. Un film stracarico di humor, azione e colpi di scena (uno davvero G-E-N-I-A-L-E). Una assoluta gioia per gli occhi durante la prima visione, un film carico di mille sfaccettature e dettagli che scoprirete solo nel tempo. Un film manifesto anarchico ma rispettoso delle regole, che fa ridere ma alla fine fa commuovere, dedicato ai più piccoli ma soprattutto ai più grandi. Un film che vi fa venir voglia di uscire dalla sala e andare a comprare dopo vent'anni una scatola Lego (magari anche piccola), oppure vi spingerà a ricercare in casa i mattoncini che avete nascosto in casa dentro il vostro vecchio sacco dei giochi e dei ricordi di bambino. Si torna piccoli. Si è felici. Guardate lo skyline di Lego City, la pulsante e brulicante vita che si respira tra le sue strade. Ammirate il mare di mattoncini realizzato step by step con la tecnica passo a uno. Stupitevi per il fascino che sa produrre la bella Wildstyle in una scena realizzata semplicemente con un gioco di luci e muovendo il mattoncino che rappresenta la sua capigliatura. Sorprendetevi di come, per realizzare scenette buffe, elementi e paesaggi siano goliardicamente realizzati facendo uso di costruzioni di scale differenti con un numero minore di pezzi. Artigianalità che si sposa con mega dettagli, tocchi di classe su tocchi di classe a profusione. Perfino una critica sociale sulla routine che spesso investe anche il divertimento. Wow. Cosa si può volere di più?

Ciao Superman! Sono Lanterna Verde, ti ricordi di me? Abbiamo detto sopra come Lego abbia branderizzato un sacco di serie famose incrementandone il pubblico. Con questo film, complice l'etichetta Warner che possiede molte delle licenze, è arrivato il turno di pagare l'obolo. Sarebbe criminale rivelare tutti i cameo che questo film offre, ma già dal trailer qualcosa si vede. Lui soprattutto non può esservi mancato. Con il suo mantello nero, battute tamarre e straordinaria presenza scenica, il cavaliere oscuro, da quando entra in scena, riesce a catalizzare su di sé tutta l'attenzione dello spettatore. Al punto che possiamo quasi dire che The Lego movie sia uno spin-off di Lego Batman. Quasi. No dai, diciamolo proprio. E la cosa va benissimo ed è indovinata, pechè Batman diviene a tutti gli effetti co-protagonista ma anche motore di tutte le più belle gag della pellicola. Ma vi dirò di più! C'è pure un bel po' di Justice League ed è quasi più credibile e adatta al pubblico di quella proposta dagli ultimi cupi film di Nolan e dal pasticciaccio sulla lanterna verde. Un bello smacco.

È meravigliosoooo! Se sogni con nooooooi!! Certo dopo la prima visione si può anche ragionare a mente più fredda (no! Barbacciaio è Poliduro sono troppo dei personaggi epici!!! Ora mi ripiglio...), notare tra mille trovate visive dei piccoli squilibri di trama, come una narrazione un po' forzosa nella prima parte e un colpo di scena che se fosse stato utilizzato “prima” poteva davvero dare maggiore vigore narrativo. Ma sinceramente, chissenefrega. Lo spettacolo è così appagante che gli si perdona un po' tutto e si è pronti per averne una ulteriore dose. Si parla di 2017... Ninja permettendo...

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