mercoledì 22 gennaio 2014

L'impeccabile di Keigo Higashino

L'anno scorso mi sono imbattuto in Sospettato X, giallo nipponico proposto da Giunti nella collana Mystery. Un thriller serrato, sorprendente, carico di personaggi profondi e contorti. Un'ottima lettura alla cui nostra recensione vi rimando. Quest'anno Giunti propone una nuova opera dello stesso autore e io ovviamente mi ci butto con salto carpiato.
Un imprenditore e un'autrice di coperte fashion (!) sono in rotta. La coppia, benchè formata da un paio d'anni, è in crisi e decide di farla finita con il matrimonio. I figli non arrivano. Lui li vuole, lei non può dargliene. Lui decide di cornificarla con la prima vagina che ha a portata, l'assistente della moglie, e glielo dice praticamente in faccia. Una sera ci sono a cena degli amici e la sua assistente, guarda caso si parla delle gioie di avere figli e la nostra mogliettina va fuori di testa, progettando un piano omicida. Con la scusa di andare a trovare la madre malata, la sarta parte per una misconosciuta località termale lasciando marito e assistente soli nel week end. Lui ovviamente chiama l'assistente per copulare, ma il giorno dopo del nostro si perdono le tracce. Non risponde al telefono, non va sul luogo di lavoro. L'assistente ha le chiavi di casa della coppia, furbescamente affibiatele dalla sarta prima di patire, apre la porta e trova l'uomo riverso al suolo con ancora in mano una brocca di caffè. Avvelenamento. Panico, chiama la polizia, riordina i pensieri. Un atroce dubbio. Come è possibile che lei sia sfuggita all'avvelenamento, avendo lei stessa preparato e bevuto dalla brocca di caffè che il cadavere ha ancora in mano?
Il libro è di 330 pagine e parla quasi integralmente di questo cavolo di avvelenamento col caffè. Che tipo di caffè' ? Ma macinato o tostato? Da supermercato o su ordinazione? Infuso come the (roba che apprendo amino i giapponesi... drogati!) o preparato con la moka (come Dio comanderebbe)? Ma che acqua è stata usata, quella del rubinetto, di quale rubinetto o quella minerale nel frigo? Ma prima di essere consumato è stato messo dentro del miele o un cucchiaio di Nutella? Ma se il marito non sa fare il caffè (!!!!!!) come ha fatto a prepararselo da solo e auto-avvelenarsi?
I detective indagano, partono per noiosissime e inutili spedizioni per scoprire, come già a pagina 2, che la coppia non può avere figli e si sta cornificando. Torna in scena seppur sfuggevolmente il Detective Galileo (mattatore di Sospettato x), ma la coppia di detective che si divide le indagini sono il solito detective bolso-distratto-idiota e una nuova spocchiosissima e saputella recluta alla detective Conan. La sospettata è collaborativa, tranquilla e serena, perfino accondiscendente nei confronti dell'amante, ma è evidente che sia lei l'artefice del tutto, da pagina 3.

Ho amati i dialoghi cerebrali e i colpi di scena di Sospettato X, l'intrigo era proprio figo, articolato e i pezzi del puzzle ben difficili da scorgere ma possibili, credibili. Un romanzo appagante, preciso, dotato perfino di punte drammatiche convincenti. L'impeccabile è monomaniacalmente legato all'indagine di un solo elemento. 330 pagine a parlare di caffè. Accattivante, originale magari, ma 330 pagine sono pure una mazzata. Il ritmo narrativo sarà pure buono, interessanti i personaggi, ma 330 pagine a parlare di caffè (frase ripetuta a sottolineare il concetto)... Non che il finale sia male, anzi. A molti in ogni caso il romanzo è piaciuto e pure parecchio ed è innegabile che l'autore cerchi in tutti i modi di rendere dinamico l'intreccio e desta l'attenzione del lettore con estro e trovate anche originali. Io in ogni caso ho visto mortificata sul nascere la vena thrilling-drammatica dell'opera, aspetto che in un giallo può anche essere non essenziale o non esserci del tutto, ma che per me è importante per empatizzare. Ma direi la stessa cosa per una puntata qualsiasi della Signora in Giallo o Detective in corsia, storie di pura componente enigmistica aggravate da personaggi cui ho augurato le morti più atroci per supponenza, anaffettività, superficialità e cagacazzaggine. E la detective Uzumi di questo libro è l'esatta stronza alla Signora in giallo, tanto “vincente” quanto caratterialmente orribile per monomaniacalità nell'analizzare tutto e tutti. Insomma il libro ha i suoi meriti e mi è piaciuto abbastanza. Ma mi ha anche un po' rotto le palle per i limiti sopra espressi. Se amate il caffè consigliato. 
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