mercoledì 8 gennaio 2014

Le Storie vol. 15: “I fiori del massacro”

Disegni di Andrea Accardi per testi di Roberto Recchioni

Medioevo giapponese. Jun, figlia del consigliere del Daimyo fissa l'acqua scura dal bordo di un ponte con la dannata voglia di buttarsi già. Il padre per denunciare la corruzione della corte aveva da poco compiuto seppuku, ma il regnante e i suoi ministri avevano reagito con scherno a questo estremo gesto, prorompendo persino in risate. Jun, impotente e inseguita dal Daimyo come sua promessa sposa, decide quindi di tuffarsi quand'ecco che in suo soccorso giunge il vecchio Zatoichi, leggendario spadaccino errante. Il fenomenale guerriero le prospetterà due strade da preferire alla morte. Se la donna vorrà tornare a vivere, lui la porterà in un luogo sicuro dove poter ricominciare da capo, essere felici, costruire una famiglia. Se la donna vorrà vendicarsi, Zatoichi le affiderà la sua spada e la porrà sotto le cure di un'insegnante particolare, una donna che potrà forgiarla come un'arma sterminatrice.


Recchioni e Accardi dopo “La redenzione del samurai” ritornano ai personaggi e ambientazioni di quella storia, utilizzando Zatoichi come filo conduttore. Il personaggio cardine o “anfitrione” è sempre lui, il massaggiatore cieco, una delle più riconoscibili icone della letteratura giapponese cui ha dato corpo anche Kitano in un film omonimo. Se il motore centrale del racconto rimane l'onore, non troviamo però una storia sui samurai. Abbiamo qui una nuova protagonista, una figura in bilico tra luce e oscurità che bene si presta a incarnare la figura del ninja. Ma dimenticate Naruto e tutte le riproposizioni recenti di tali figure, Recchioni e Accardi scavano dalle parti di Sasuke e del primo Tetzuka alla ricerca dei loro lati più perversi e sgradevoli. Assassini che vivono nell'ombra votati all'auto-distruzione, persone che fanno della vendetta, dell'omicidio occulto e senza onore, l'unica ragion d'essere. Demoni se non creature miserrime. Recchioni esplora con precisione questa figura, arricchendola di tratti anche forti, pur non allontanandosi troppo dal mito. Jun è un ottimo personaggio, sofferente ma determinato, mossa da giustizia ma ebbra di vendetta. Un personaggio che spero di rivedere in futuro. Se c'è una pellicola a cui deve molto la caratterizzazione della protagonista (Recchioni “ama ispirarsi”), al di là delle opere citate nella rubrica storyteller, quella è proprio Zatoichi di Kitano, dove è presente un personaggio (anzi due) che è piuttosto similare. Molto belli i disegni di Accardi, una rilettura grafica convincente e coinvolgente del tratto manga in cui ogni tavola risulta perfettamente bilanciata tra personaggi e sfondo, dando così vita a un'opera dalla forte connotazione pittorica. A questo punto non possiamo che augurarci una continuazione del filone giapponese delle Storie ad opera di Recchioni e Accardi.
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