venerdì 31 gennaio 2014

Dragonero vol.8 “Il fascino del male”



Ian e Gmor giungono a Merovia, ricca cittadina tra le lande montuose della catena del Suprelurendal. La missione è fare luce su strane sparizioni avvenute nei pressi delle vie mercantili, probabile opera di alcuni ghoul. Accertati i fatti ed eliminata la minaccia, i ricchi commercianti meroviani potranno tirare un sospiro di sollievo, ma perché nel mentre evitare di darsi un po' di lustro? Così il nostro esploratore preferito viene messo virtualmente sotto il comando di un rampollo locale dal curriculum un po' ”pompato” e una piccola pattuglia meroviana parte in missione esplorativa sulle tracce dei ghoul. La missione pare essere una passeggiata in tutta tranquillità, fino a che il nostro manipolo di eroe si avvicina a un isolato avamposto abitato da gente molto impaurita e poco ospitale. Il nemico forse si nasconde nei pressi del loro isolato maniero e potrebbe pure essere un nemico ben più temibile di un paio di zombie...

Quella del numero 8 di Dragonero è una avventura one-shot autoconclusiva, piuttosto gradevole e ben gestita. Anche in questo caso il fatto di avere in scena solo Ian e Gmor aiuta a rendere rapidi e concisi gli eventi e allestire ottime scene d'azione. L'orco rimane ad ogni modo il personaggio più incisivo e le scene che lo riguardano sono le più riuscite e godibili. Sia che Gmor debba fare i conti tutti i giorni con la sua natura di orco-disfunzionale oppure debba semplicemente far roteare la sua enorme ascia, l'eroe verde spacca e catalizza tutto l'interesse del lettore. Ian d'altro canto possiede un passato nebuloso e delle doti belliche nascoste e sproporzionate che rendono difficoltoso immedesimarsi in lui. Nei rapporti interpersonali è sempre messo su un piedistallo alla stregua di una divinità, adorata dagli uomini e di sicuro colpo sulle donne (siano bambine, anziane, umane, elfe, pure suore o in parte creature vegetali) nei combattimenti risulta essere “troppo” determinante, al punto da risolvere le situazioni più intricate in pochissimo tempo. Fortuna che c'è Gmor. Il resto dei comprimari è piuttosto funzionale ma non banale, mentre il lato forte di questo numero si dimostra nuovamente l'ambientazione. Vietti dimostra una cura davvero certosina nella descrizione di un mondo sfaccettato e credibile, definendo con precisione personaggi, bestiario, usi e costumi differenti per ogni diverso territorio. Questo lo si apprezza in tanti piccoli dettagli della trama, gestiti con leggerezza e mai tediosi, che vanno a formare un quadro di cui ci sentiamo sempre più partecipi. Sembrerà cosa da poco, ma già con il numero 8 inizio a riconoscere glifi magici, rimembrare alleanze tra ordini (come quello tra le suore guerriere e i Luresindi), comprendere le diversità di armamento (tra scout, soldati e guerrieri orcheschi), perdere tempo nell'osservare mappe (esamino le mappe locali, le confronto con la mega-mappa e valuto l'esatta coerenza con l'ambiente effettivo). Mi sta “prendendo”, decisamente. I disegni di Antonella Platano sono molto belli e tengono alta la media grafica dela serie. Mi sono piaciute molto le scene d'azione, caratterizzate da spiccato dinamismo, così come belli sono gli scenari, dove fa ampio uso di chiaroscuri e dipinge ambienti particolarmente ricchi di dettaglio. Qualche sporadica incertezza tuttavia l'ho denotata in un paio di disegni con al centro Ian nelle prime pagine, ma sono peccati assolutamente veniali e la caratterizzazione dei personaggi rimane del resto sempre solida ed appropriata, con una autentica punta di eccellenza nelle scene in cui appaiono i mannari e soprattutto la driade.

Dragonero prosegue più che bene il suo cammino editoriale, accrescendo di numero in numero l'interesse. 
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