lunedì 20 gennaio 2014

Change! Shin Getter Robot: L'ultimo giorno del mondo (The Last Day of the World)


Getterverso alternativo (più che altro per la presenza di Musashi... ma potremmo considerare Musashi come Kenny di South Park e tutto sembrerebbe un unico Getterverso coeso al 97%), ma posto alla fine della saga di Getter G. I Raggi Getter, una sorta di energia “evolutiva” che gli scienziato hanno cercato di imbrigliare, hanno portato l'umanità a compiere un considerevole balzo tecnologico. Ma lo studio di tale fonte di potere ha causato nel contempo parecchi danni, facendo scoppiare ben due successive guerre tra la razza umana e i popoli che in passato abitavano il nostro pianeta azzurro. L'Impero dei Dinosauri e gli Oni non erano infatti estinti ma aspettavano il momento giusto per riemergere dal sottosuolo e autoproclamarsi unici abitanti (vivi) del pianeta. Ad affrontare queste minacce si è mobilitato un po' tutto il mondo, con la costruzione di armi varie e robot dedicati alla lotta, ma i campioni della Terra si sono dimostrati i piloti della squadra Getter del centro di ricerca Saotome, uno dei principali scienziati dietro lo sviluppo di questa peculiare fonte di potere. Sbaragliati dinosauri e oni, in un certo senso gli anelli mancanti dell'evoluzione umana (secondo l'ottica della serie bene inteso), la squadra Getter, non senza perdite, è riuscita a riportare il mondo verso la pace. Ma qualcuno trama nell'ombra, una razza ancora sconosciuta in grado di entrare nei corpi degli uomini e usarli come burattini. Un nemico che pertanto si è facilmente annidato nei principali luoghi di potere e si muove nel buio nell'attesa che il professor Saotome riesca a spingersi al massimo nello studio dei raggi Getter. Finchè non giunge il momento di attaccare. In una notte tempestosa il professore viene aggredito nel buio e colpito a morte. Sul luogo dell'incontro compare Ryoma Nagare, pilota del Getter team che viene accusato della morte dello scienziato.

1998, Dynamic Planning decideva con un forte investimento di riportare in vita Getter Robot. L'opera di Nagai e Ishikawa (per molti solo di Ishikawa) era da molto tempo assente in cartellone, ma non aveva ancora smesso di attirare un folto pubblico di appassionati, tanto per le sue serie, pur edulcorate, televisive (Getter Robot, Getter Robot G, Getter Robot Go) quanto per le molte e avvincenti, nonché sanguigne e splatterose, versioni e cross-over a fumetti. Un affetto e seguito del tutto legittimo, bene inteso. Getter Robot costituì primato storico, fu la prima opera a trattare di Robot Componibili. Nella specie metteva tre piloti alla guida di alcune navicelle che in volo si agganciavano e combinavano in modo differente andavano a formare tre distinti robot al cui comando si poneva il pilota della rispettiva navicella in posizione “di testa”. Robot diversi, forniti di un differente armamento, guidati da piloti con autonome, forti e contrastanti personalità, costretti a interagire tra loro per vincere. Già dalle premesse facilmente si potevano vendere un sacco di giocattoli in più (almeno 3 direi in luogo del classico singolo eroe di una serie animata), ma proprio la coordinazione tra i piloti, i loro rapporti, offrivano quel qualcosa in più alla narrazione. Se il messaggio di Mazinger era che l'uomo davanti al potere poteva diventare “dio o demone”, Getter parlava da subito di un potere che non poteva sussistere nell'uomo se non come frutto dell'impegno reciproco, lavoro e convivenza, di più persone. Quasi una svolta sociale al superomismo nagaiano (certo che ne scrivo di fesserie...). Anche nella scelta dei temi Getter Robot si caratterizza per una peculiare storia, autonoma rispetto al mazingaverso nagaiano. Al centro di tutto vi era il rapporto tra uomo e natura e in senso lato tra uomo e Terra. Natura madre-matrigna verrebbe da dire. Provo a sintetizzare (sperando di non confondere). 

L'uomo per vivere sfrutta le risorse della Terra, in un certo senso depauperandola. A ogni evoluzione corrisponde uno sfruttamento sempre più estremo dell'ambiente. Sarà un caso ma i Getter robot iconicamente rimandano allo sfruttamento-urbanizzazione dell'ambiente da parte dell'uomo, più che i classici colossi metallici armati pesantemente abbiamo a che fare con un'impostazione del tutto diversa. Il Getter 1 ha scuri da boscaiolo, il Getter 2 trivelle da minatore-estrattore e chiave da meccanico e Getter 3 assomiglia molto a un veicolo da lavoro edile. Gli antagonisti che si oppongono all'uomo, Dinosauri e Oni, vivono invece un rapporto simbiotico con la natura, come i Navii di Avatar per intenderci. Il loro intervento contro la razza umana rappresenta simbolicamente anche una messa in pristino del pianeta, ma la loro dipartita avviene proprio in ragione di questi “raggi evolutivi” di cui dispongono le Getter Machine. Suggestioni queste che hanno davvero fatto la differenza nell'immaginario collettivo a monte di robot che, diciamolo, apparivano da subito piuttosto tozzi e bruttini (ma stranamente carismatici). Il nuovo Getter del 1998 nasceva con l'intenzione di riprendere con intelligenza le migliori peculiarità dell'opera classica e aveva l'intuizione di ampliare ed espandere la tematica del rapporto uomo-natura fino a portare la situazione allo zenit. A questo assetto di partenza veniva aggiunto un impegno produttivo significativo, volto a rendere The Last Day un'opera straordinaria tanto visivamente che per accompagnamento sonoro. 

Ad arricchire un pregevole cast tecnico ecco la ciliegina, il coinvolgimento di Yasuhiro Imagawa alla sceneggiatura, il genio che aveva reinventato il Giant Robo  di Mitsuteru Yokoyama (in videocassette da Dynamic Italia... per ora...) con una bellissima serie di Oav che ripescava personaggi e temi non solo dal Giant Robo classico ma da tutte le opere di Yokoyama. Un cast di personaggi sfaccettati e fighissimi, una caratterizzazione volutamente retrò ma unita a un'animazione straordinaria, una trama moderna e avvincente. Giant Robo di Yokoyama è un autentico capolavoro. Yokoyama peraltro avrebbe fatto nel recente qualcosa di simile anche per Mazinga Z, nella serie Mazinger Z The Impact (edita in dvd e blu ray da Yamato Video), mischiando alla serie classica gran parte dell'universo nagaiano, e di fatto mise in questa nuova avventura del robot trasformabile tantissimi rimandi al fumetto di Ishikawa. Ma le cose non andarono del tutto lisce all'avvio di prodizione di Change! Shin Getter Robot The Last Day of the World. Come per Giant anche per Getter Robo Imagawa pescò dalle caratterizzazioni classiche del fumetto, decidendo di esprimerle nei loro tratti più accesi ed estremi. Questo aspetto in qualche modo indispettì i fan della seria animata, in quanto i personaggi su carta erano estremamente più violenti e risoluti di quelli portati in animazione edulcorati dalla censura. Allo stesso modo anche i combattimenti con i robot, oltre ad essere sempre spettacolari divenivano truci, carichi di squartamenti e di autentiche aberrazioni da combattere in luogo a più rassicuranti mostroni classici (non sorprendetevi quindi se ci sono mostracci che ricordano il demone Ginmen tratto dal l'oav di Devilman quindi). Di contro una tale impostazione piacque ai fan del fumetto e a schiere di milioni di altri fans, al punto che Getter Robot Re: model del 2004 sarà una serie di oav che in qualche modo riadatterà la serie animata classica con le caratterizzazioni più vicine al fumetto. Se sulla “nuova” caratterizzazione dei personaggi Imagawa faceva centro, sulla trama ecco che sorgevano dubbi. L'impostazione ricercata da Imagawa era, come suo stile, strabordante di colpi di scena e interrogativi posti in ogni punto della trama. A compendio di una narrazione visiva sublime (davvero al top), ricchissima e dettagliata, lo spettatore effettivamente subiva una trama ingarbugliata (ma non impossibile da seguire) in cui Imagawa a ogni svelamento di mistero ne apriva altri cinque. La situazione tipica era quella di un personaggio che dopo mille supposizioni arrivava a una svolta, capiva un arcano, ma rimaneva sempre sul punto di fornire una risposta senza fornirla, limitandosi a dire: “No! Non è possibile! Possibile che questo sia...?”, cui seguiva immancabilmente un cambio di scena senza che la risposta fosse mai fornita. Immaginate 90 minuti così. Dopo i primi 3 episodi la produzione decise di variare in corsa il progetto, mettendolo nelle mani di Jun Kawagoe. Lo fece anche in virtù di un calo vendite (sempre per via dell'ingarbugliamento) che comportò tagli alle animazioni per i successivi 6-7 episodi, che comunque non pregiudicarono in alcun modo la qualità complessiva del prodotto, sempre piuttosto alta. 
Kawagome riprendeva l'ingarbuglio di Imagawa (che si ama o si odia alla follia, io lo amo ma in genere non macina tantissimo pubblico pagante a causa delle sue contorsioni) sistemava, semplificava, dava forma. Kawagome lavorava tanto bene che fan e fondi tornarono ad arrivare e gli ultimi 3-4 episodi della serie furono a livello realizzativo bellissimi, anche più dei primi 3 iniziali di Imagawa. Spesso si parla di cosa avrebbe potuto essere la serie se fosse rimasta saldamente nelle mani di Imagawa, ma ciò facendo si oscurano gli indubbi pregi di Kawagoe, non a caso chiamato in seguito su molti lavori di riadattamento dell'universo robotico nagaiano. Il suo lavoro su The Last Day è stato di peso tanto per la messa in scena di ambientazioni truci e postmoderne quanto per l'abilità nel saper gestire un enorme numero di personaggi in campo. Per me ha influenzato parecchio l'ottimo Gurren Lagann di Gainax e trovo suggestioni del Last Days “Kawagommoso” anche nel nuovo Pacific Rim.
Al di là dei trascorsi produttivi Change! Shin Getter Robot The Last Day of the World divenne un prezioso tassello nella storia dell'animazione giapponese. Disegni da brivido, caratterizzazione dei personaggi estrema ed efficace, tantissima azione, straordinarie scene drammatiche, frequenti e spensierati momenti ironici.
Un'opera completa e dai soprendenti esiti, quasi commoventi, sul finale. Un appuntamento immancabile per chi ama l'animazione giapponese.
Qualcuno ha puntato il dito sullo stile dei disegni e delle animazioni, in qualche modo di natura “espressionista” in alcuni passaggi. Il tratto utilizzato è una ricalcatura dell'originale tratto di Ishikawa, padre spirituale di Getter Robot. É un tratto convulso, a volte sghembo, isterico su alcuni dettagli e tirato via su altri. Mi viene in mente Corben come similare impostazione di disegno ma pure Bisley. È a ogni modo un tratto che se amate le proporzioni perfette, i dettagli somatici precisi e in genere la pulizia del tratto di molta dell'animazione giapponese più da “fighetti” potreste non apprezzare. È altresì un tratto potente con milioni di estimatori, al punto che anche le opere seguenti di Getter Robot lo utilizzano. Peraltro similmente se vi imbattete in Mazinger The Impact o Mazinkaiser (entrambi in dvd e blu ray by Yamato, Mazinkaiser serie+film da dicembre 2013... nota, non sto parlando qui dell'SKL!) troverete un tratto che si rifà direttamente ai disegni dei classici cartacei di Nagai e non ai disegni delle serie storiche televisive. Anche qui c'è chi vede in Mazinga di Nagai o in Devilman in formato cartaceo il massimo dell'impatto emotivo, la ruvidezza del tratto al servizio della potenza narrativa. Ma c'è anche chi preferisce le animazioni della serie tv, meno disturbanti e volutamente più controllate. Sono scelte volte a scontentare i fan delle produzioni anni '70-'80? Io direi di no, ma posso capire che qualcuno magari “non ci si ritrovi”, almeno all'inizio. Consiglio loro di non demordere perché, passato il piccolo sconcerto iniziale, è possibile trovarsi subito anima e corpo nelle atmosfere note di quando si guardavano i robot i televisione su Odeon Tv o Tele Lombardia (almeno qui in Lombardia). E non c'è gioia più grande di tornare bambini nel proprio tempo libero!

Yamato video confeziona la serie in un unico cofanetto in dvd o blu ray. Il dettaglio è piuttosto buono, la visione procede senza alcun intoppo nel formato nativo, 4:3. Il doppiaggio davvero valido e il sonoro fa il suo dovere in termini di potenza e spazialità. Ci sono dei simpatici extra nella confezione. Se avevate da parte le vhs Dynamic è ora di passare al dvd o Blu ray, se ancora non conoscevate quest'opera siete invitati caldamente a provvedere, sempre che amiate i robottoni giganti. Sì, è una tragica postilla ma mi sento di aggiungerla: ci sono sempre più giovani che non amano i robot giganti. Li vedevo chiaramente all'uscita di Pacific Rim; erano gli unici spettatori senza i capelli strappati e senza lacrime. Forse ci stiamo estinguendo come l'Impero dei Dinosauri pure noi fai dei robottoni. Forse è colpa dei Power Ranger. Forse è colpa delle menate da panico di Anno. Con questo velo di tristezza vi saluto, vado a confortarmi con un vasetto di Nutella. Ma anche no. Certo che tutti quei pupazzetti di Jeeg allegati alla Gazzatta dello Sport a casa di qualcuno saranno finiti (non a casa mia, li avevano terminati). Ci sono in giro milioni di fan di robottoni in Italia. Sono dormienti dome Matt Damon in Bourne Identity. Aspettano solo di essere svegliati da qualcuno. Presto o tardi. Siamo pronti. 
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