sabato 28 dicembre 2013

Le Storie vol.14 Cuore di Lupo

Testi e disegni: Carlo Ambrosini


Newark, New Jersey. Alcuni indiani d'America sono impegnati nella costruzione di un palazzo. Vivono in una baracca costruita nel cantiere, arroccati in pochi metri e tanti letti a castello. Poi degli spari. Poi una porta si apre. Dei delinquenti entrano nella stanza e fanno una strage. Eliminano possibili testimoni scomodi di un reato che si è compiuto di lì a pochi metri, ma di cui i nativi americani non sanno nulla. Mentre la maggioranza degli indiani nello stabile viene colpita a morte da fucilate, mentre i criminali dispongono tutto per un rogo dell'intera baracca, due di loro, che si trovavano nel bagno, scappano all'eccidio e da subito vengono inseguiti quali superstiti. Jeff Cardiff è un giornalista. Accorre nel cantiere dell'eccidio, non crede all'insabbiatura predisposta dalla ditta appaltatrice che vuole chiudere la questione parlando di una stufa che ha ucciso gli indiani nel sonno provocando l'incendio, decide di indagare. Ma la vita lo porta momentaneamente altrove. Luna che Ride, la sua nonna indiana, è spirata. Jeff partirà quindi per un lungo e doloroso percorso interiore alla ricerca delle sue radici, ma per questo non rinuncerà a continuare la sua inchiesta. Perché sangue chiama sangue e anche se solo in parte indiano Jeff ha un Cuore di lupo. Strano, onirico, spiazzante. 
Ambrosini continua nella sua missione di offrire opere originali quanto profonde, distanti dai luoghi comuni del fumetto. Opere che spiazzano, che molto si amano o molto si odiano, ma che ad ogni modo non lasciano indifferenti. Cuore di lupo non si sottrae a questa visione e offre davvero molto di più di quanto traspaia a una lettura veloce. È un racconto sofferto, pieno di personaggi delusi e perdenti che può magari richiamare alle atmosfere filmiche dei fratelli Cohen. Ma dove davvero tocca e rimane alla memoria è in ragione di un piano ulteriore di lettura, quasi metafisico, non invadente ha che di fatto guida e unisce i fili invisibili del racconto. Mito, fantasia, cuore. Ambrosini opera sull'onirico per andare a descrivere con più forza le dinamiche emotive, per dimostrare che la storia può essere in funzione dei sentimenti e non viceversa. Facile pensare per gli affezionati di Ambrosini a certe suggestioni “napoleoniche”, che tanto mancano nel panorama fumettistico moderno. Quanto ci manca Napoleone, quanto ci manca Jan Dix. Vi consiglio vivamente questo nuovo volume de “Le storie”, tanto per l'unicità della storia quanto per i dettagli delle tavole di Ambrosini, sempre dettagliate quanto peculiari, quasi espressioniste, ruvide. L'unica punta negativa dell'opera risiede forse in un livello generale non al top della forma del nostro autore, ma il viaggio vale comunque il biglietto. 
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