mercoledì 18 settembre 2013

The Puppeteer

Uno sguardo alla demo.


Tanto tempo fa prima che tutto andasse in malora il regno della luna era governato da una dea bellissima. Ma un brutto giorno l'orsacchiotto della dea rubò due dei suoi tesori, la gemma nera lunare e un paio di forbici magiche, chiamate calibrus. Dopo essersi autoproclamato sovrano, il nuovo re orso della luna notte dopo notte privò i bambini delle loro anime, trasformandoli in burattini a difesa del suo castello. Un altro giorno, un'altra anima. La fame era insaziabile. Fino a che non toccò a Kutaro che ebbe la sfortuna, un attimo dopo essere tornato in vita nel corpo di legno di un burattino, di trovarsi direttamente nelle grinfie del re orso. L'oscuro sovrano gli chiese di diventare suo amico e il ragazzo, spaventato, annuì più volte. Ma l'orso non gli credette e con i suoi denti aguzzi si avventò sul collo del ragazzo burattino decapitandolo e ingoiando la sua testa. Dopodiché il mostro gettò quel che restava di Kutaro lontano da sé, prorompendo in una crassa risata cattiva. Fu il gatto della regina a soccorrere il nostro eroe, a dargli il potere di utilizzare delle strane teste di legno per poter sopravvivere e cercare di reimpossessarsi della sua perduta. Ma giunti nella stanza del trono del re orso, trovarono che questa era sgombra, deserta. Non fosse che per quel paio di forbici magiche. Un'arma potente, l'oggetto occulto in grado di piegare la realtà. Con Calibrus ora Kotaro può davvero avere qualche possibilità contro il re orso.
Benvenuti al teatro dei burattini! La storia poc'anzi raccontata di fatto sarebbe davvero spaventosa, non fosse per il fatto che si tratta di una storia di pupazzi animati buffi e tenerosi (anche se sinistramente inquietanti). Come sono “finti” i protagonisti, finto, di legno e illuminato da fari artificiali, è anche il variopinto scenario in cui si svolgono le nostre avventure: un autentico palco del teatro sul quale vengono allestite via via le scene. A rendere ancor più forte da sensazione di trovarsi a teatro è il sonoro, che alterna a una splendida e malinconica colonna sonora gli applausi e le risate di un pubblico. Il nostro eroe infatti procederà da un capo all'alto dello scenario per poi passare “dietro le quinte” in attesa che sia riallestito dal nero del palco la nuova scenografia e se il tempo di allestimento sarà più lungo calerà un sipario. Tranquilli però, nonostante tutte queste stranezze il tutto si svolge come in un platform bidimensionale semplice e immediato!
Con lo stick sinistro muoveremo il personaggio, con l2 lo faremo rotolare e con x saltare. Con lo stick destro muoveremo il gatto, che letteralmente fluttua nell'aria, facendolo interagire con gli oggetti con il tasto r2. Kutaro può “indossare” più teste, ognuna delle quali gli conferisce un potere diverso (il gioco mi ricorda Kid Kamaleon per megadrive... per quelli che se lo ricordano... in salva littlebigplanesca) e spesso assurdo (con la maschera-testa del teschio potremo “ballare con gli scheletri”, con la maschera-testa del ragno potremo evocare un mega ragno che ci porta in zone segrete). Le teste si gestiscono con il cursore a croce: destra o sinistra per scegliere la testa, tasto in basso per usane la peculiare abilità. Attenzione però, bisogna sempre restare con almeno una testa a fronte di nemici che con un singolo colpo sono in grado di “decapitarvi”. Rimanere per troppo tempo senza testa, così come cadere nel vuoto, fa perdere una vita, ma se siete fortunati dopo la decapitazione avrete tempo per inseguire la capoccia dipartita e riacciuffarla. Infine vengono le forbici, con le quali, tenendo premuto il tasto rettangolo, è possibile muoversi in tutte le direzioni sulle superfici di stoffa o tagliare i fili. Un sistema di comandi quindi originale ma davvero semplice da padroneggiare.
Il gameplay non sembra troppo punitivo (anche se temo ci sarà da scomodare i santi per un paio di piattaforme bislacche qua e là), ma su questo potrò pronunciarmi solo con la versione definitiva, in uscita a metà mese. Di sicuro gli stimoli ad andare avanti non mancano, perché Puppeteer è un autentico incanto visivo. Colori sgargianti, texture molto definite, personaggi a volte giganteschi, scenari che sembrano partoriti da Terry Gilliam, dettagli e animazioni allo stato dell'arte. Applausi scroscianti. Il doppiaggio in italiano è davvero simpatico e ben fatto.
Puppeteer è un progetto strano, trasuda amore e talento e sono certo che prima o poi farà parte della mia collezione. Forse però rimasto nel cassetto per troppo tempo, di fatto esce oggi in un mercato quasi saturo, anche se non mi sento di dire ancora superato. Di sicuro le peculiarità del titolo lo fanno emergere, rendendolo riconoscibile e appetibile per una autonoma fascia di pubblico. I littleplanetari lo adoreranno. Se mai sono le tempistiche dell'uscita a essere infelici. Anche se la ritengo una pratica deprecabile, gli economisti valutano oggi un videogioco in base a quanti pezzi vende o pre-vende nell'imminenza dell'uscita. Settembre significa per la ps3 Diablo, Fifa e un certo GTA V che, guarda caso, esce lo stesso giorno di Pupeteer. prevedo un bagno di sangue, ma magari una scia favorevole sul lungo periodo, magari a Natale. Sempre che tutti non si siano già teletrasportati su ps4 dal 29 novembre. Di sicuro prima o poi lo aggiungerò alla mia collezione. 
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