giovedì 19 settembre 2013

Grand Theft Auto 5

No spoiler inside

La dolce attesa: Martedì 17, Mediaworld, intorno alle 19.30. L'area informazioni del settore home video – videogiochi è presa d'assedio. Un serpentone chilometrico formato da una variegata umanità mi separa dall'addetto ai preordini, l'unico uomo sulla Terra che potrà tramutare un pezzo di carta (il mio preordine) in uno sconto del 10% su GTA 5. Il gioco più atteso nella storia, il gioco che è costato quasi 300 milioni di dollari e probabilmente ne incasserà il quintuplo, il gioco che già su metacritic è schizzato in testa per i voti migliori in assoluto.
Possiamo aspettarci un trionfo. Sì
Perchè tutto è stato studiato e pianificato da anni, Rockstar ha preso il suo cavallo di battaglia, il campione di incassi GTA 4, ne ha modernizzato il motore e ha frullato con le parti migliori dei suoi giochi di maggiore successo. Da Max Payne e Red Dead Redemption arriva la trama intrecciata su più livelli narrativi, il gameplay degli scontri a fuoco “a piedi” e il bullet time. Da Midnight Club arriva la possibilità di elaborare l'auto nei minimi dettagli. Da L.A. Noire prende la maggiore intelligenza artificiale dei pedoni, che ora cercano nel possibile di non farsi investire, da Manhunt ricalca il sistema di furtività, la capacità di muoversi rapidamente alle spalle dei nostri avversari, da The Warriors gli effetti psichedelici delle droghe sulla visuale e i movimenti. Rockstar non butta niente e sta costruendo mattone su mattone il titolo perfetto. Per finire tutto è stato poi tirato a lucido e la grafica modellata per attestarsi all'apice delle potenzialità di ogni console (la versione pc non c'è ancora) e si calcolano oltre cento ore di gioco su una mappa di proporzioni epiche e si potranno impersonare diversi personaggi con autonome storie.

Può in un pezzo di plastica essere presente tanta magnificenza? Possono generazioni di fan sbavare davanti al televisore pad alla mano mentre mogli, madri e sorelle li guardano come se si fossero auto-lobotomizzati? Temo di sì, e non tutti capiranno.
Come sempre nei grandi eventi, nella fila c'è un mucchio di gente che si è messa in coda così, senza un perché, guardando altra gente che prima di loro si è messa in coda, giusto per non perdere il posto. Questi una volta giunti allo sportello, delusi che non ci sia gnocca, scoprono che è attiva la prevendita di Fifa 14: prezzo ridotto da 69 a 19 eurini se porti giochi usati. Di conseguenza lor signori chiedono se possono avere Fifa 14 a 19 euro portando in cambio Fifa 1997, delle figurine dei Pokemon parzialmente ingerite e ricoperte di moccio e una trottola di latta, regalo del nonno. Ignorano che stanno solo rompendo le palle a chi è in coda per gta 5 e che per accedere all'offerta di fifa devono portare come usato oltre che la console-unica-che-hanno e con cui giocano, un power stick, due titoli nuovi (e di quelli belli, mica le cagate) pagati almeno 74 euro sette ore prima sempre al Mediaworld, di cui uno dei titoli è fifa 14. La scena si ripete due, cinque, settantaquattro volte. In genere chi si trova subito dopo in fila a quello che è allo sportello ripete all'addetto la stessa identica domanda sulla prevendita, per avere una risposta personalizzata e non sentirsi discriminato. Ma il cultore di Gta 5 non bada ai fifaroli, è un elitario che ha prenotato da mesi la sua copia e per non leggere, sentire, vedere nulla che potesse rovinargli il titolo della sua vita si è recato in isolamento nei Carpazi, in un eremo privo di acqua calda, dal quale finalmente solo oggi è tornato, giusto per il tempo che basta ad accaparrarsi il giochino e tornare in isolamento. Cosa sono due, cinque, settantaquattro fifaroli a confronto di notti insonni nei Carpazi a combattere contro branchi di lupi che assediano la vostra magione in affitto pur di avere una copia di GTA 5? Non sono nulla. Perché Gta è un'esperienza concepita per essere immersiva quanto quella offerta dai lettini da sole di Avatar, solo che più figa. Rockstar concede ai poveri mortali di inserire il pezzo di plastica fatato e di catapultarsi in un attimo in una realtà alternativa dove vivere come nei film ammmericani.

Qui inizia una mega pippa. Questione pesa, paranoica, ma che voglio toccare. La dannata violenza dei videgiochi trattata in un unico paragrafo che potete già da qui agilmente saltare se ne avete gli zebedei pieni.Via il dente via il dolore. Non è gioco adatto ai minori. Ho visto mille volte ragazzetti circuire i genitori con il sociologico “ma ce l'hanno anche i miei amici” o il pragmatico “ma lo so che è un mondo finto” o l'esasperante “ma io lo voglio” o il definitivo “ma l'ho già pagato”. Nonostante i piagnistei che in genere i bimbi manifestano pur di averlo, non è gioco pensato per loro. Gta ci mette nei panni di stereotipi da film per adulti, gente cattiva o dalla morale alquanto dubbia che abitualmente ruba auto, picchia, dice parolacce. Gente che uccide, se costretta. Gente che trova normale passare tempo nei night club o costituire una Gang. Si parla di droga in Gta, pur con tutta l'ironia del caso si parla di razzismo, di degrado, di superficialità e vizi umani e serve la giusta testa per capire le cose. Tutto è condito con dosi massicce di umorismo tali da mettere alla berlina anche i personaggi più cattivi, ma è possibile che i più piccoli non lo capiscano semplicemente perché questo gioco “non è fatto per i più piccoli”. Chiaro che gli “eroi” di gta compiono scorribande che nessuno sano di mente farebbe nel mondo reale, ma è questo il bello che il titolo offre, il trasgredire, l'offrire una autentica “vacanza mentale” da ipocrosie e morale dei giorni nostri proposta in un ammasso di poligono colorati che diverte, rilassa, appaga e fa pensare quanto la visione di Scarface con Al Pacino (del resto chi non vorrebbe una tigre in giardino?) o una puntata dei Soprano. Naturalmente ironia e satira non sono concetti popolari per un mondo che ancora ritiene che i videogiochi siano per bambini perchè “sono cose da bambini, bambini piccoli”. I censori si immaginano sempre bambini di 6 annni che stuprano e uccidono a mitragliate i compagni di classe perchè visto su qualche fantomatico giochino del computer delegando ai videogiochi un lavoro da educatore-babysitter non retribuito che non possono (sempre) avere. È una realtà, ci sono giochi per adulti e giochi per bambini. Sulla confezione è specicato per che età è adatto il gioco. Al genitore “basta” guarare la confezione per sapere se il gioco non è adatto. Sui giornali titoli come Gta vengono spesso imputati quale causa del degrado giovanile, della violenza negli stadi, della disoccupazione e delle coppie di fatto con il superficiale, ottuso e becero sottotesto “la bambinaia virtuale è impazzita”. Quando qualcuno si accorgerà che + 18 sulla confezione in copertina significa che se siete un genitore e permettete che vostro figlio giochi a Gta siete passibili di perdere l'affidamento, vivremo in un mondo migliore. Perchè è un gioco per adulti e metterlo in mano al tuo bambino minorenne equivale a regalargli un porno. Come si dice “montagna assassina” in luogo di “alpinista pirla”, la società comunque oggi preferisce dire “gioco assassino” al posto di “genitore incapace”. Al fan (che dovrebbe essere adulto) di Gta solo il fatto di avere in mano Gta 5 provoca felicità, pur malsana e adulta. Ma stavolta ci grazieranno dal solito servizio giornalistico che paragona l'ultimo videogioco per adulti all'avvento dell'anticristo? No ovviamente, accattatevillo


Ripeto come un insano di mente con la bava alla bocca: perché l'associazione genitori dovrebbe occuparsi di un gioco vietato ai minori invece di provvedere a piani di legge che prevedano affido minori e castrazione chimica a danno dei genitori che permettono ai figli di trastullarsi con oggetti che sono loro vietati? Educare è anche controllare quanto entra in casa con il pargolo e, se il caso, eliminare gli oggetti pericolosi pur di imbattersi in qualche piagnisteo, come fanno in Airport Security quei cagacazzo australiani.

Fine della megapippa, torniamo virtualmente in coda con la nostra copia in mano.
Indugiare con lo sguardo tra la coda e vedere suoi simili provoca al vero fan un inaspettato senso di appartenenza e gli fa per un attimo riconsiderare il significato dell'espressione “il mio posto nel mondo”. Perché c'è un fan di Gta per qualsiasi età, ceto, sesso e religione e tutti sono in fila con lui, a rompersi le palle mentre il fifaro chiede per l'ennesima volta se fifa 14 è uscito (basterebbe che Mediaworld esponesse un cartello con scritto “Esce il 27 settembre”, senza precisare che si tratta di Fifa e tutti gli interessati capirebbero) e vuole averlo dando in cambio il gioco “del basket” che gli ha prestato ieri il cugino. Perché Gta poi non è solo sparare e uccidere, cacchio! Riconosco in fila tra chi ha ben salda una copia di Gta un avvocato di cinquant'anni, che esclama impazzito “oggi gioco, oggi gioco ca°°o!!”, lui ama Gta da quando nel gioco è possibile prendere un aereo e paracadutarsi nel vuoto. Lo segue un commercialista in lacrime, nel vecchio Gta ha terminato tutte le missioni che gli facevano impersonare un pompiere, un tassista e il ragazzo che consegna le pizze. Segue il padre con l'anima sporca che rabbonisce la moglie: “è per Gianni! Tutti i suoi amichetti dell'asilo ce l'hanno”, con Gta gioca a golf nei suoi campi virtuali. In Gta puoi andare a vedere uno spettacolo di cabaret, puoi giocare a tennis, puoi startene sul divano a guardare la tv (ci sono una marea di finte trasmissioni e cartoni animati “dentro il gioco”), puoi perderci delle ore senza fare un minuto di storia, puoi anche solo “esserci dentro”. La Rockstar è grande e potente più che mai oggi al Mediaworld, qualche temerario in assenza di una copia per xbox, esaurita, compra una playtation 3 e gioco correlati per poter senza aspettare divorare il gioco in nottata. Sono 49 minuti d'attesa ma è come non sentirli, siamo tutti anestetizzati dal sogno che stiamo per vivere. Arrivo a casa, faccio partire l'istallazione (quasi 9 giga), vado nel mentre a rifocillarmi. Poi ci siamo solo io e il gioco. Per un numero “x” di ore che saranno depredate al sonno.

Tutto quanto andava già bene negli episodi passati è qui perfetto. Ci troviamo di fronte ad uno dei titoli più belli mai creati. Divertente, vario, longevo, bello anche solo da vedere. Tra tutte le mille modifiche e miglioramenti ho apprezzato il nuovo sistema di pattugliamento della polizia, con le autovetture che una volta allertate seguono il sospettato in virtù del loro raggio di visuale, permettendo al giocatore di non rimanere esposto se non quando interviene l'elicottero. Le sezioni a piedi, con le ottime implementazioni da Max payne 3 e Red Dead Redemption semplificano molto i comandi, rendendo l'azione di gioco più chiara e appagante. Poi c'è la storia, ed è un'autentica figata. Vorrei dirvi diecimila cose ma voglio che siate voi a scoprirle perché non potete nemmeno immaginare come il gioco si elevi al di sopra di ogni aspettativa. Non permettete a nessuno di parlarvi di questo titolo prima del tempo, vivetelo in prima persona. Ne varrà la pena.

P.S. Mi avverte Beppe che non tutti i giocatori di Fifa si rispecchiano con la descrizione invereconda di loro fornita nel post. Tengo a precisare che quanto riportato è drammaticamente riferito a quanto i miei increduli occhi hanno visto di persona (quando la realtà è più allucinante della finzione), ma nonostante questo sottolineo che nessun giocatore di fifa è stato maltrattato durante la redazione di questo pezzo. 
Talk0  

1 commento:

  1. vorrei fare una precisazione sul tema "videogiochi vietato ai minori", frutto di una conversazione con un amico, Roberto, che in effetti guarda la questione da una prospettiva interessante. lui abitualmente gioca con i nipotini a giochi anche VM18 ma, per l'appunto, gioca insieme a loro fornendo un apporto critico alle situazioni che si dipanano nella partita. Di fatto molti giochi VM 18 sono tali unicamente per la rappresentazione della violenza dell'azione o uso di armi da fuoco(vedi Call of Duty) ma al di là di quello presentano trame e contesti in cui non è possibile confondere buoni e cattivi e quindi il grado di "potenziale pericolosità sociale"del game è contenuto. Motivo per cui vengono percepiti(il più delle volte)come dei semplici tiro a segno. Gta è diverso però, serve davvero che l'adulto prenda una posizione chiara su come "gestirlo"con l'acquirente minorenne: o negarglielo del tutto o giocarlo insieme a lui, parlarne con lui criticamente con la consapevolezza che scientemente gli ha permesso di accedere ad un game non adatto a lui. Altro aspetto è il VM 18 "in sè". Credo che già ragazzini di 13, 14 anni possano senza traumi rapportarsi con un gta, credo che il genitore possa autonomamente considerare quato sia maturo il figlio (ma mai per partito preso!). Ormai i genitori sono stati a loro volta spesso videogiocatori, non guardano al gaming come una pratica aliena dalle loro corde, possono interagire o, quando proprio negati, per lo meno stare a guardare. ma vedere questo gioco in mano di bimbi di 8-9 anni, come mi è capitato, è follia, è davvero come scegliere di comprare per il pargolo al posto di un gormita una bottiglia di grappa. Talk0

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