domenica 15 settembre 2013

Elysium



Mondo del domani domani (Mad Max. Cit.). Los Angeles. La città degli angeli è un groviglio di macerie e palazzi abbandonati con le quattro frecce (Brumotti Cit.). L'umanità, poverissima, è allo sbando e le strade pullulano di bambini assalta-tasche come in un film della serie Hostel. L'ordine pubblico è garantito da agenti robotici piuttosto insensibili. Chi non lavora delinque. Chi delinque lavora in fabbriche che producono robot piuttosto insensibili. I costumi si sono così imbarbariti che tutti parlano la lingua che vogliono in una specie di Babele e i crimini impazzano. Tuttavia qualcuno che sta bene c'è. Una elite di spocchiosi riccastri che risiede su una colonia extramondo di Zioniana foggia a solo 19 minuti di Shuttle. Questo posto è extra-comfort deluxe, è verde e ha i cigni di plastica come Milano 2, tutti vestono Armani. Ma quello che davvero fa la differenza tra chi sta in alto e chi sta in basso è una specie di lettino solare presente in ogni abitazione, dopo l'ingresso a destra prima del bagno (guardare il film per credere). Il lettino cura di tutto, anche i mali più brutti. In sostanza la gente di sotto lavora per conto della gente di sopra, lavora umilmente e patisce stenti pazzeschi, ma i secondi alla sola idea di concedere un lettino solare ai primi escono pazzi, al punto di aver inibito l'utilizzo del lettuccio a chiunque non sia cittadino di Elysium. Normale che quelli di sotto cerchino di andare di sopra, non per i cigni di plastica, non per il feng shui, non per ammirare i culi tristi dei loro padroni quanto per fare uso di quel lettino che cura senza problemi chiunque in 10 dannati secondi. Ovviamente alle astronavi-barconi della speranza della morente Los Angeles rispondono missili teleguidati. Non missili provenienti da Elysium, che non si insozza del sangue dei poveri così, ma missili sparati direttamente dalla Terra sul deretano degli immigrati dalle sapienti manine di agenti infiltrati di Elysium, rozzi criminali che vivono da bulletti sulla Terra marcia.
Matt Damon (attore che adoro e che ha la sola colpa di aver portato ad Hollywood quel parassita di Ben Affleck... che però in Argo ha dimostrato di essere un grande, bravo Ben!) è Max. Brutto passato alle spalle e un amico, Julio (Diego Luna) che vuole farlo tornare sulla cattiva strada. L'unica gioia il ricordo di un'infanzia lontana, in cui viveva felice in un mondo che non sembrava così brutto, insieme alla bella Frey. Lavora come operaio assembla robot per il ricco cittadino di Elysium Carlyle (William Fichtner, sempre roccioso, molto versatile ma che pare nato per i ruoli “stronzi”, come in questa pellicola). Ha da poco reincontrato Frey (Alice Braga, bellissima e già vista nello splendido City of God, ne Il Rito e nel mitico Predators) dopo una vita, il suo piccolo e difficile mondo può ora cambiare. Poi tutto precipita. Max finisce per un incidente dentro a un locale della fabbrica in cui infondono radiazioni ai componenti. Gli viene diagnosticata una settimana di vita e dato in mano un flacone di antidolorifici. Grazie per aver partecipato. Se solo quel particolare lettino solare fosse alla sua portata. Con questo pallino Max torna a delinquere e finisce nell'orbita di Spider (Wagner Moura, nientemeno che il mitico Nascimento di Tropa D'elite 1, 2, una leggenda, che qui crea un personaggio dalle mille sfaccettature, che mescola in modo quasi randomico bene e male, davvero interessante), trafficone e sedicente rivoluzionario che per dare una mano a Max gli affida una missione suicida e lo mette nelle linde (!) manine di Manuel (Adrian Holmes, bravissimo), hacker e impiantatore di esoscheletri all'occorrenza, che letteralmente corazzerà il povero Max non solo permettendogli di camminare, situazione tutt'altro che scontata nel suo stato di futuro morto per radiazioni, ma anche di sferrare qualche pugno e calcio significativi.
Jodie Foster (sempre eccelsa) è l'algida Delacourt, ministro della difesa di Elysium e seguace della filosofia della tolleranza zero in materia di immigrazione. Come tutti su Elysium è per lo più imbelle e schizzinosa, motivo per cui per fare pulizia etnica si affida al tremendo Kruger (Sharlto Copley, già meraviglioso protagonista di District 9 nonché Murdock nel remake dell'A-Team e qui il Elysium letteralmente stratosferico, il personaggio più bello di tutti: brutale, rozzo e letale) e al suo schifoso manipolo di mercenari armati pesantemente con i meglio giocattoli futuristici atti allo sventramento. La Delacount ha in ballo una rischiosa scalata di potere.
Strano come il destino intessi le trame.
Opera numero 2 per l'immenso, bravissimo Neill Blomkamp. Il regista di Johannesburg ha sorpreso tutta la stampa internazionale con il suo travolgente film di esordio, lo strepitoso District 9 e con questo Elysium si riconferma solido, coerente e originale narratore per immagini. Una cultura cinematografica che rimanda a Verhoeven per cinismo e brutalità e a Cameron per la solidità e coerenza della messa in scena e dell'amore cyberpunk per i dettagli bellici: armi pesanti coerenti e studiate, affascinati veicoli antropomorfi, endo ed esoscheletri. Elysium riprende dal miglior Verhoeven le macerie e la ruggine di Robocop, la folle accettazione come in Starship Troopers che gli uomini sono nient'altro che sagome di carne facili da aprire-terminare come quarti di bue. Elysiur riprende da Cameron l'assurda pulsione-unione della carne all'acciaio propria di Terminator, gli scontri con armi futuristiche come le astronavi griffate come aerei da guerra di Aliens. E c'è da dire che la tecnologia tanto in District 9 quanto in Elysium è fantascientifica, ma inserita in un contesto del tutto credibile e plausibile. Ma l'autore che più fa venire in mente Blomkamp è la leggenda John Carpenter, tanto per l'unità del contesto narrativo (pellicole con scansione narrativa rigida e veloce, la cui trama si dipana in un periodo di tempo molto conciso) tanto per l'uso creativo del rapporto tra micro e macro cosmo (sono i più deboli e reietti quelli in grado di cambiare il mondo e una singola battaglia combattuta da pochi ha il sapore etico, migliore, di una guerra su scala mondiale). Come Carpenter anche Blomkamp spara, e spesso colpisce, sulle ipocrisie del mondo moderno attraverso i suoi putridi eroi-perdenti ricoperti di sangue. 
Soggettacci da B-movie ma le cui storie presentano una profondità unica, un “messaggio nascosto”. La politica è così nascosta dietro agli alieni in Essi vivono, i freak ricconi di Fuga da Los Angeles, regnano da presunti sovrani ma pur sadici sono imbelli pupazzi rispetto ai veri criminali. Allo stesso modo in District 9 sembrava si parlasse per lo più della paura dell'altro, dell'estraneo come dell'alieno, ma al contempo il punto di vista che osservavamo, originale, era quello del carnefice piccolo-burocrate e si metteva a nudo in reale nemico, al di là delle ipocrisie, la criminalità organizzata che da sempre sfrutta la povera gente, gli ultimi senza speranza e senza patria, per i suoi loschi traffici (arrivano a far prostituire le donne con gli alieni!). Se in Elysium il tema sembra essere solo “ricchi contro poveri” ecco che guardando più in profondità si parla di diritto alla salute, non della salute “elitaria”, ma di quella alla portata di tutte le tasche, da sempre negato alla maggior parte della popolazione mondiale. Così allo stesso modo si parla della stupidità del potere che, pur di sopravvivere, si mette (di nuovo) nelle mani di una criminalità che non potrà mai effettivamente controllare. È per questo che lo spettatore non deve troppo indugiare sulla pettinatura perfetta e il look patinato dei pavoni di Elysium, ma dovrebbe guardare invece al tremendo Kruger, personaggio che letteralmente impedisce alla trama di volare, anche pindaricamente, verso l'atto finale, uccisore di sogni e speranze.
Ho sentito critiche assurde rivolte a questa pellicola. La peggiore è che le scene d'azione siano girate male. Al di là dei gusti personali, a mio modesto modo di vedere, le scene d'azione di Elysium hanno una spiccata personalità e riconoscibilità riuscendo ad essere, cosa rara, anche piuttosto originali. È una linea di pensiero che sviluppa
di fatto quanto già visto in District 9, dando quindi una precisa continuità al lavoro registico di Blomkamp. Sono sparatorie lunghe e coreografate? No. Incedono troppo nel rallenty? Sì. Mi piacciono come stile? Di brutto! Tanto nel loro essere originali (anche per l'esosità dell'armamentario) quanto istantanee le scene con armi da fuoco, tanto nell'essere prolungate e “cattive” quelle all'arma bianca. C'è chi critica il mondo futuristico in quanto non “così tanto futuristico”. Io ci ho visto una citazione alla Mad Max e ne sono rimasto piuttosto contento. Si può dire che tutta la tecnologia futura sia stata investita per costruire la colonia spaziale, la quale con molta classe ha creato un mondo patinato similare al ventunesimo secolo. Il mondo di sotto, inquinato e “incompleto” è frutto della sovrappopolazione, di probabili guerre e di tantissima miseria e presenta un dato “fantascientifico” di sicuro interesse, la disgregazione della lingua comune, e quindi dell'unità e senso della nazione, a fronte di un barbarico e incontrollato imbarbarimento multilinguistico (non ai livelli di Cloud Atlas ma abbastanza vicino). Altra critica, ma ce ne sono molte (i film belli in genere creano vivacità culturale..) è che il personaggio di Kruger sia sovradimensionato. Chi ha questa idea, lo dico fuori dai denti, per me non ha capito una fava della pellicola. Come sempre comunque, questione di gusti come del modo di fruire del media. Avessi visto la pellicola su piccolo schermo rispondendo a degli sms mentre parlo dell'ultimo acquisto del Milan e mangio pop corn magari la avrei giudicata diversamente, e magari avrei fatto un lavoro del cavolo.

Elysium è quindi per me un'ottima pellicola, se vogliamo meno cruda di District 9, più """positiva""". Ho apprezzato tutto, dall'ambientazione agli attori agli effetti. C'è chi si aspettava magari un film “più grosso”, dato anche l'investimento hollywoodiano. Blomkamp ha voluto di fatto rimanere fedele alla poetica e dimensione di District 9. Forse poteva rischiare di più, poteva dilatare e fare una esalogia, ma il film avrebbe perso di freschezza, immediatezza. Ha deciso di essere più autorale, al punto da aver pure fatto un lungo tira e molla per avere come protagonista non la star Matt Damon, ma il rapper Ninja dei Die Antwoord, simbolo della contro-cultura del suo sud-Africa. Non riuscendoci, ha chiesto quindi per la parte Eminem, ma questo ha glissato perché il film non era girato a Detroit (non è che Eminem dovesse stare in esilio per 3 anni in Siberia, ma Eminen ha comunque glissato). Voleva quindi personaggi abituati a raccontare la gente ai margini, non estranei alle logiche del Ghetto. Damon è stato bravo nella parte, ma anche sotto questo aspetto possiamo valutare come Blomkamp abbia idee precise, come curi con amore i suoi progetti e li personalizzi alle sue esperienze di vita. Un autore integralista quindi, ma credo che sarà proprio questo integralismo a sedimentare e farne negli anni uno dei registi più grandi nel firmamento della science fiction. Già sogno di vedere in futuro un suo Alien, un suo Robocop o Predator, ma qualcosa mi dice che non li farà, che si dedicherà a continuare il suo percorso originale, anche se non a tutti piace. 
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