martedì 11 dicembre 2012

La casa – Evil Dead – il remake


Un gruppo di amici decide di passare un fine settimana in una baita nel verde. In cantina trovano un libro maledetto che risveglierà forze oscure che  impediranno loro di andare via e che li sterminerà uno a uno fino a che qualcuno capirà come guarire dal contagio. Tagliando. Questo eroe armato di motosega cercherà di porre fine a tutto, dovendo prima affrontare i demoni che si muovono all'interno dei corpi morti dei suoi amici. Poi tutto si farà più strano. Evviva l'eroe che viene dal cielo per salvarci dai morti!

Un budget ridicolo, tanta intraprendenza, un gruppo compatto di persone a sostenere l'opera. Sam Raimi esordiva così, con un opera che faceva di necessità virtù, che cercava con l'ingegno di superare il vuoto cosmico del portafoglio produttivo. La tecnologia era diversa da oggi, molto diversa. Ora con una telecamera digitale a mano, a un prezzo contenuto, si può fare di tutto, si può fare un Paranormal Activity casalingo, un Blair Witch Project all'amatriciana. Ai tempi de “La casa” non era così: c'era la pellicola e i relativi problemi di conservazione, c'erano telecamere enormi e pesanti. Questo richiedeva che le produzioni fossero ingenti: una telecamera poteva solo spostarsi su binari per fare le carrellate, portarla a mano era un suicidio, serviva una maxi apparecchiatura per il sonoro, servivano dei set, bisognava pure pagare gli attori. Come poteva un neolaureato Raimi con quello che aveva in tasca fare qualcosa di più che un documentario sulle anatre? Piazzando le telecamere con imbragature speciali su delle moto e pregando che non si rompessero. Creando carrucole di fortuna su cui far volare le telecamere, sperando che non si rompessero, operando con filtri, maneggiando direttamente sulla pellicola per creare effetti speciali, sperando che non si rompesse. Utilizzando per il sangue barili di vernice rossa, sperando che non finisse per un errore di ciak (cosa che in La Casa 2 effettivamente successe! La produzione cercò allora altra vernice-rosso sangue e non trovandola passò alla vernice-nero sangue!). Creando effetti speciali non con il computer, che se non lavoravi alla light'n'magic il massimo che potevi fare era guardare un livello in sedici colori del tetris, non con gli animatronic, complessi robot -marionette semoventi e carissimi, utilizzati in Gremlins come in Alien, ma ricorrendo alla più abbordabile...plastilina (vedere il finale de La casa per crederci, è uno stop motion incredibilimente simile a... a una versione malata del cartone per bambini Pingu)! Con tali limiti gli attori necessariamente dovevano bucare lo schermo o almeno essere moooolto convincenti e le musiche dovevano risultare adeguate. Viste le variabili in gioco è sorprendente che ne sia uscito qualcosa, ma non è stato tutto un caso, è stata la ferrea disciplina e professionalità di uno dei più importanti registi odierni a fare la differenza. Quello che ne seguì è storia. Un altro film, almeno un altro paio di pellicole che non c'entrano una mazza ma che in Italia arrivano come La casa 3 e La casa 4 (Chi è sepolto in quella casa, con William Katt, il tizio di Ralph Supermaxieroe, film comunque bellissimo) e poi il terzo episodio, L'armata delle Tenebre. Da allora si è parlato sempre di un sequel, ma Raimi ha volato sempre più alto, da Dark Man al noir Soldi Sporchi, dal western con Crowe, Di Caprio e la Stone (Pronti a morire) alla trilogia di Spiderman (anni luce dallo Spiderman “fighetto” del reboot, che comunque ha pure lui il suo perchè... ne riparleremo...). Poi Raimi produce e ne saltano fuori ancora bei film come The Boogeyman (che a me e pochi altri sul pianeta è pure piaciuto... non possono tutte le ciambelle uscire con il buco), come Possession, The Skeleton Key, come il remake americano di The Grudge, produce serie tv come Hercules, Xena e il più recente Spartacus. Un piccolo impero quindi, ma senza dimenticare gli amici e le sue origini. Si sperava che quel La casa - davvero - numero 4 fosse lì lì per materializzarsi, che Ash - Bruce Campbell - avrebbe nuovamente brandito Remington doppia canna (che trovate nei magazzini Smart, i migliori d'America) e motosega di ordinanza. Ma si è scelta una via diversa e forse più giusta: come Apollo Creed ha dato a Stallone la possibilità di cimentarsi con un grande pubblico, Raimi chiede al giovane Fede Alvarez di dirigere una nuova versione de La Casa – Evil Dead. Quando Raimi ha messo in piedi il suo self-made-horror aveva il fuoco della gioventù, l'estro e la fantasia a palla e solo altro sangue giovane poteva trovare in sé altrettanta energia. Presupposto nobile, ottimo se tutti i giovani registi fossero al livello creativo del giovane Raimi. 
Vedremo cosa ne uscirà questa estate, quando il film si paleserà nelle sale, con la sicurezza però che la supervisione di Raimi e Campbell è costante, presente ad ogni giorrno sul set, fornendo vigilanza, consiglio e ordine ai lavori. Lo spirito è lo stesso, il budget contenuto (ma comunque infinitamente più ampio rispetto ai “mezzi” dell'epoca e per fare ottimi effetti speciali oggi si può comunque non dover spendere necessariamente un capitale. Tra gli attori Shiloh Fernandez, noto per essere stato visto in Cappuccetto Rosso Sangue e Gossip Girl (e detestando il personaggio di Gossip Girl spero che in questo Evil Dead muoia – parliamo di finzione cinematografica – nel modo più macabro possibile: tipo amputato, sbudellato, farcito, sminuzzato e ridotto a carne trita e infine impiattato con patate novelle e olio a crudo... ovviamente auguro questo al personaggio di Gossipi Girl, non a Fernandez che è invece un valido attore), Jessica Jucas, vista in Cloverfield (a quando il sequel?), e altri volti più o meno noti. Quindi più o meno tutti esordienti di belle speranze. Speriamo bene.
Potrà mai la saga sul Necronomicon continuare senza Bruce Campbell, il leggendario Ash del reparto ferramenta, seppure Bruce Campbell sia insieme a Raimi, a curare la produzione della pellicola? Non ci è dato saperlo per ora, ma sappiamo che è in atto una guerra silenziosa per dare la certificazione “R” alla pellicola, condizione indispensabile per creare un'opera estrema senza necessariamente cadere tra le forbici della censura, che per avere due pischelli in più al cinema svuota di senso sempre più pellicole che nascerebbero per essere horror.
Quindi arriviamo al flano, al poster originale. Linea aggressiva “il più terrificante film a cui potrai mai assistere”...Speriamo sia vero!.
Potevamo lasciarvi senza un trailer? A letto i piccini.


Se avremo update vi faremo sapere. 
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