mercoledì 12 dicembre 2012

Gundam Unicorn Vol.2

(Dopo la visione e a mente fredda, magari un paio di orette dopo). 
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Commenti sparsi.

Rosso. Tutto in questa seconda pellicola è rosso. Se avete trovato il dvd/blu ray in edizione First Press lo sfondo della sovracopertina in cartonato è rossa, come è rosso il Mobile Suit raffigurato, il Sinanju, rossa la ammiraglia di Neo Zion e rossa l'uniforme del suo colonnello Full Frontal, rosso è il tè che viene offerto a Banagher, rossa la luce che viene irradiata nella piccola chiesa di Palau da un filamento luminoso dietro l'altare, dietro il crocefisso. Il rosso è comunemente inteso quale il colore della passione, dell'ardore e del coraggio, della rivoluzione. Ma non si limita a questo, rappresenta anche il pericolo, il sangue, rappresenta anche la fede, come si desume dagli abiti talari dei sacerdoti. Storicamente-politicamente richiama anche la bandiera sovietica e fa riemergere le vicissitudini di quella grande nazione: in riferimento al periodo realizzativo del primo Gundam, Zion con i suoi vessilli rossi e il suo popolo povero, a fronte di un importante esercito e certi aspetti della sua ideologia, si può dire che rievochi aspetti della Russia al momento della guerra fredda, ma a mio avviso è una semplificazione eccessiva, in quanto in Zion si possono trovare anche echi relativi alla Germania nazista come alla guerra di secessione americana... anche se in quel caso il colore delle giubbe è sbagliato...
In Gundam il rosso richiama all'istante “la cometa rossa”, l'asso nel combattimento di Zion, Char Aznable, in quanto è rosso il colore del suo veicolo, non troppo dissimile nella prima serie dal veicolo più umile di fanteria, il gera zulu. Un rosso-eroe non casuale nell'animazione giapponese. Possiamo dire che esistano diversi tipi di eroe in animazione e spesso il colore è identificativo del carattere dello stesso.
In Gundam abbiamo eroi-bianchi ed eroi-rossi. Bianco è il colore predominante del Gundam, e ne identifica l'eroe: “puro” . Come in Kyashan della Tatsunoko, parimenti all'eroe bianco che entra saltuariamente a fare parte delle varie squadre di Power Ranger: il bianco è “l'irrisolto”, puro in quanto “non ancora schierato”, in ricerca di una sua identità a fronte di un passato spesso travagliato. Eroi di questo tipo si portano appresso pesanti fardelli, spesso sono avvertiti come dei “diversi” e respinti dagli altri, non ci si fida di loro anche a monte dei grossi successi che ottengono: non poterli classificare tra i buoni o tra i cattivi è il loro principale fascino. Questo in Gundam si riversa sui piloti protagonisti, alla guida di vessilli meccanici bianchi: persone avvertite come stranieri, diversi, orfani, new type. Come il power ranger rosso, come Vash the Stampede, come il colore del Getter One pilotato da Ryoma Nagare, Koji Kabuto, come la sopra citata Cometa Rossa, come Megaloman: il rosso identifica l'eroe ardimentoso, spesso travolto o trasfigurato dalla passione. In genere un eroe a capo di un gruppo, rispettoso dei suoi alleati e delle persone che protegge. La passione lo “accende” di rosso ed è facile identificarlo come simbolo di giustizia. Nell'universo di Gundam si direbbe simbolo di “una” giustizia, ma questo è un altro discorso.
Inganno visivo. Si può dire che il doppio rappresenti il tema centrale di questo episodio: la realtà è duplice, il punto di vista è tutto. Veniamo così a conoscere che molti dei personaggi in gioco indossano delle maschere, chi metaforicamente chi realmente, maschere spesso tragiche. Con i personaggi anche l'ambiente si maschera o imbelletta, quasi a corollario. Allora il relitto della colonia che viene utilizzato come campo di battaglia-trappola. Allora la prigione della Nehal Argama il cui muro metallico proietta olograficamente un ambiente verde con un castello in lontananza, immagine che riporta alla mia mente TotalRecall. L'asteroide minerario Palau, un ammasso di roccia che nasconde due location: una sfarzosa e fittizia a immagine della Zion che fu, dedicata con rispetto e ossequio a Full Frontal, una reale e povera, dove tra slums vive la gente dell'asteroide. Gli stessi asteroidi possono essere dei massicci di roccia così come dei camuffamenti per veicoli da sbarco.
Full Frontal-Char Aznable. Capo di un movimento terroristico o colonnello di una fazione militare non riconosciuta? Chi c'è dietro la maschera? E se dietro la maschera ci fosse una maschera ulteriore, se il personaggio fosse un fantoccio realizzato in laboratorio, un clone di quello che rappresenta il vero Char Aznable? Le idee sono immortali o, meglio, le idee sono a prova di proiettile direbbe Alan Moore. Full Frontal è un recipiente che incarna queste idee, dice lo stesso in un dialogo da brivido con Banagher. Ci sarebbe da scrivere pagine e pagine su Char Aznable, l'eroe segreto dell'Universal Century di Gundam, ma meno ne parlo maggiore sarà la vostra gioia nello scoprirlo, magari visionando il primo Gundam, poi lo Z, quindi il film “Il contrattacco di Char”. Limitatamente a questo episodio di Gundam Uniocorn si può dire che tutto, nel bene e nel male, parli di Char. Per intuirne la grandezza smisurata ascoltate le parole di Marida Cruz verso la fine dell'episodio che più o meno suonano così: con l'inizio dell'era spaziale qualcuno affermò che fosse finita l'era di Dio, poi gli spazianoidi trovarono un nuovo dio in Zion. Full Frontal è l'incarnazione di Zion: misericordioso con i deboli e alleati in tempo di pace, pilota infallibile e freddo in battaglia. Impossibile non parteggiare per lui. Anche quando non è in scena in questo episodio, Char è presente, basta una battuta, pronunciata mentre si visionano dei Mobile Suit presenti su una corazzata: “Guarda uno HyaKu Shiki”!(mezzo che Char guidava in Gundam Z, quando si faceva chiamare Quattro Bajeena e stava dalla parte della federazione... ma questa è un'altra storia)
Crescita di Banagher. Per meglio immergerci in questo quadro di confusione, dove il bianco è il nero, o meglio il rosso, il protagonista principale rimane fuori dai giochi per la maggior parte degli eventi e quando verso la fine ricompare è costretto a subire la realtà esterna, ad ascoltare e mettersi nei panni perfino dei suoi nemici! Nel primo film abbiamo assistito a un parto-bio-meccanico, la “nascità dello Unicorn”. Banagher con il sangue si innestava al sistema di guida e urlando letteralmente schizzava dal ventre meccanico della colonia, i sotterranei della Vist, scagliandosi sul povero Quattro Ali di Neo Zion. Ora che è fuori nello spazio, da quale parte del conflitto si schiererà? Anche qui il chara-design fa letteralmente dei miracoli nel delineare la fragilità di Banagher, il suo essere ancora poco più che un bambino nei confronti di persone adulte che, qui più che mai appaiono enormi. Dopo Cardias Vist, sembra che il giovane new type abbia di nuovo a che fare con figure adulte: alla ricerca di nuove figure di riferimento tanto quanto in previsione a ciò che lui stesso potrebbe diventare in futuro. Emergono almeno tre incontri di questo tipo: quello con Daguza, quello con Full Frontal e quello con Marida Cruz. Se il primo e il terzo avranno modo di iniziare un dialogo che si svilupperà in futuro, il secondo è il cuore pulsante della seconda parte della pellicola, il vero pezzo forte. Da questo Banagher esce quanto mai confuso, disturbato e minato nelle sue stesse certezze, tanto da esplodere nella scena seguente in una profonda crisi in cui il bianco e il nero, o il rosso, si confondono. Un Banagher tormentato, non si può dire ancora cresciuto, ma sicuramente dubbioso ed estremamente interessante.
Claustrofobia: se il primo episodio aveva squarci di cielo, qui ci si sente spesso ingabbiati, con un paesaggio chiuso e inscatolato dove pare non esserci aria respirabile. Palau con i suoi cunicoli e il cielo nero pece è opprimente e anche nella parte adibita a Full Frontal l'inquadratura induguia per un istante sul cielo-artificiale, per ribadire un secondo dopo che si trova inscatolato e nascosto dentro un cumulo di pietra. Affascinante la chiesa di Palau, sottolineata da cromatismi caldi con luce che riverbera dai neon lungo le pareti: il fatto che sia un ambiente chiuso non le impedisce di essere a suo modo interessante
Combattimento tra asteroidi: avevamo avuto un assaggio nel primo film, qui abbiamo un sacco d'azione invece, condita da magistrali scenografie di combattimento ed effetti speciali vari. La serie si comferma di assoluta pregevolezza per chi ama le scene d'azione. Se avete un bello stereo accendetelo: qui si fanno i numeri.
SPOILER, SPOILER, SPOILER, SPOILER, ANCORASPOILER E SEMPRE SPOILER NON LEGGERE O SPOILER, GUARDA CHE E' SPOILER, ESTREMAMENTE SPOILER.
Talko

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